Rompicapo a New York.

RCNYXavier (Romain Duris) ha 40 anni e ritorna sugli schermi, 12 anni dopo ‘L’Appartamento spagnolo’ e 9 anni dopo ‘Bambole Russe’, insieme a Wendy (Kelly Reilly), Isabelle (Cécile de France) e Martine (Audrey Tautou). Il terzo capitolo della saga diretta da Cédric Klapisch, arriva al cinema dal 12 giugno con Academy 2.

Xavier non si è ancora “sistemato” ma qualcosa ha fatto e quel qualcosa ha reso la sua vita ancora più complicata! I suoi due figli e la sua passione per il mondo lo hanno portato a New York. Sta ancora cercando la propria collocazione come uomo, come figlio e come padre, in mezzo al caos coloratissimo di Chinatown. Separazioni, genitori gay, famiglie in affido, immigrazione, lavoro nero, globalizzazione: la vita americana di Xavier è un rompicapo, in una New York contemporanea nevrotica e disordinata, proprio come il racconto che sta scrivendo!

“E’ passato molto tempo tra il secondo e questo episodio perché abbiamo dovuto aspettare che i personaggi invecchiassero”, dice Klapisch, che non nasconde il “grande amore nei loro confronti, per gli attori e per il progetto stesso. Che sin dall’inizio mi ha permesso grande libertà creativa, anche dal punto di vista espressivo, soprattutto per la particolarità con cui portiamo avanti il racconto, con il protagonista che è anche voce narrante di quanto è accaduto o sta accadendo”.

rompicapo-a-new-yorkXavier ha avuto due bambini dall’inglese Wendy, ma la loro unione è arrivata al capolinea. Lei decide di trasferirsi da Parigi a New York per iniziare una nuova vita, lui – che ha ottenuto un buon successo con la pubblicazione di due romanzi decide di raggiungere la Grande Mela per rimanere vicino ai bambini. Qui ritrova l’amica belga Isabelle, felicemente accoppiata con Ju (Sandrine Holt) e in attesa di un figlio (grazie alla “donazione” dello stesso Xavier) e, poco più avanti, arriverà pure Martine, anche lei madre di due bimbi ma sentimentalmente sola… In tutto questo, Xavier deve riuscire a trovare il modo di prolungare la sua permanenza negli States e barcamenarsi con le scadenze imposte dal suo editore per il suo terzo romanzo: ‘Rompicapo a New York’…

rompicapo-a-new-york2“Dall’inizio della trilogia a oggi quello che abbiamo fatto è stato in qualche modo seguire la storia di questa generazione che diventa adulta insieme al processo di globalizzazione, dove il concetto di ‘mobilità’ si presta a diversi livelli di lettura: quella fisica, quella tecnologica, quella sociale e quella dei sentimenti”, dice Klapisch, che svela: “Dopo Barcellona e San Pietroburgo avrei voluto ambientare questo episodio in Cina, ma sarebbe stato troppo difficile andare a girare lì, quindi abbiamo optato per New York, città che ti permette di parlare veramente di tutti”.

“Dodici anni fa – ha rivelato Klapisch in conferenza stampa a Roma – non pensavo ci sarebbe stato un seguito del film, poi ho seguito la loro generazione, quella cresciuta con la mondializzazione, con Internet, Skype, i voli low cost, che ha fatto della mobilità l`elemento principale della propria vita”. La generazione di Xavier e dei suoi amici è quella dell`Erasmus, fatta di ragazzi di nazionalità diversa che si incontravano, stringevano amicizia, si innamoravano: oggi il destino li ha portati lontano dall`Europa, nella città del melting pot.

rompicapo-a-new-york1“Tredici anni fa, quando ho girato L`appartamento spagnolo l`Europa era una speranza, oggi è vissuta con dubbio, ci sono persone che pensano che la soluzione sia ripiegarsi su se stessi” ha detto il regista, che ha spiegato: “In Francia siamo ancora sotto shock per i risultati delle elezioni: sembra che in Europa la mondializzazione faccia paura, soprattutto tra le persone meno colte, New York invece è proprio il simbolo di questa globalizzazione, ci sono tutte le nazionalità”.

Klapisch crede molto nel futuro dell`Europa dove Xavier e i suoi amici sono cresciuti: “La sua forza è che è vecchia e moderna allo stesso tempo: basta guardare per esempio la moda, che è così forte in Italia e in Francia perché è fatta di tradizione e creatività. Dobbiamo contare su questi due fattori”.

Se Xavier tornerà o meno sullo schermo, in fondo, dipende anche dal futuro dell`Europa: “Non so se ci sarà un seguito del film, vedremo tra dieci anni cosa sarà successo a questa generazione di europei. Se ci sarà qualcosa di interessante da raccontare, perché no?” ha concluso il regista.

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