Milano è speciale.

Non solo Venezia, non solo grandi registi: la 19esima edizione di Milano Film Festival si terrà dal 4 al 14 settembre 2014. Il Teatro Strehler con il suo Sagrato, il Teatro Studio Melato, il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, l’Auditorium San Fedele, lo Spazio Oberdan e la Cascina Cuccagna sono i luoghi dove per 11 giorni il festival porterà film e ospiti da tutto il mondo.

milano film festivalLa nuova edizione conferma il percorso sostenuto dai due direttori artistici Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini di attenzione ai nuovi talenti e alle più coraggiose cinematografie internazionali, sotto il segno della ricerca di nuove forme e linguaggi del fare cinema contemporaneo; il programma di quest’anno presenta circa 200 opere, tra anteprime internazionali, opere non distribuite in sala e incontri con i talenti emergenti.

Il programma prevede il CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, tutte in anteprima italiana, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop, eventi paralleli. Nel CONCORSO LUNGOMETRAGGI confermati 10 film, tra cui per la prima volta due italiani: Comandante del giovane regista milanese Enrico Maisto, che ripercorre i ricordi del padre giudice di sorveglianza a San Vittore negli anni di piombo e di Felice, da sempre un comunista, ex-militante di Lotta Continua, in un documentario intimo e sincero, che parla di amicizia e di urgenza politica; e Le Sedie di Dio di Je’rome Walter Gueguen, che narra le rocambolesche avventure di un’equipe internazionale di cinema alle prese con un film franco-italiano impegnato socialmente.

La selezione comprende inoltre il pluripremiato Forma di Ayumi Sakamoto, vincitore del Premio FIPRESCI all’ultima Berlinale, un racconto di violenza e alienazione che vede l’esordio alla regia della regista giapponese, assistente di Shinya Tsukamoto; il messicano Navajazo di Ricardo Silva, fresco vincitore del Pardo d’Oro ‘Cineasti del Presente’ al Festival di Locarno 2014, un’apocalisse immaginaria dove i protagonisti sono uniti dalla lotta per la sopravvivenza; Patardzlebi (Brides) di Tinatin Kajrishvili, che conferma la scommessa sul cinema georgiano dopo il successo di In Bloom (Premio del Pubblico Milano Film Festival 2013), e’ la storia d’amore fra una donna e il marito carcerato, parabola di speranza e resistenza di una giovane coppia contro le difficolta’ del regolamento carcerario; Plemya (The Tribe) di Myroslav Slaboshpytskiy, ucraino, primo film di fiction girato interamente da giovani attori sordomuti nella Lingua dei Segni, vero e proprio “caso” all’ultimo Festival di Cannes; Zeit der Kannibalen (Age of Cannibals) di Johannes Naber, il cinismo senza uscita nel mondo dell’alta finanza tedesco; Brooklyn di Pascal Tessaud, storia di Coralie, che approda a Parigi perche’ vuole fare hip hop, interpretata dalla cantante e ballerina KT Gorique, racconto corale dove non ci sono attori ma giovani performer che improvvisano su un canovaccio e raccontano la propria realta’ quotidiana nella banlieu; Somos Mari Pepa del messicano Samuel Kishi, che, tra documentario e finzione, compone un inno, dolce e amaro al contempo, al passaggio delicato dall’eta’ dell’innocenza all’eta’ dell’esperienza, rendendo omaggio alla propria nonna, al quartiere in cui e’ cresciuto, alle tante formazioni rock, fallimentari, in cui ha militato; infine Were Denge Min (Come To My Voice) di Huseyin Karabey, un film di formazione che e’ anche un viaggio introspettivo e avventuroso nella coscienza di un paese, la Turchia, e delle sue minoranze etniche, il tutto raccontato prendendo le distanze dai cliche’ realisti cui il cinema turco ci ha abituato, ma con la forza del mito e del sogno che trovano ancora nell’antica tradizione orale dei cantastorie la loro massima espressione.

RANDALL POSTER TEATRO STREHLER MILANO FILM FESTIVAL 2012 MILANO 12-23 settembre 2012Nel CONCORSO CORTOMETRAGGI si distinguono, tra i 58 film selezionati, Beauty di Rino Stefano Tagliafierro, incantesimo visivo fatto di dipinti celebri, raccordati in due anni di lavoro certosino; Smile, and the world will smile back di Ehab Tarabieh, Yoav Gross e la al-Haddad Family, l’incursione delle milizie israeliane nell’abitazione di una famiglia palestinese, che con una videocamera testimonia una guerra che continua anche quando i media occidentali restano in silenzio; Boring Angel di John Michael Boling e’ invece un cortometraggio tutto fatto di emoticon; Dieu et les chiens e’ il lavoro di un gruppo di filmmaker riuniti nel collettivo Abounaddara, che si fa portavoce di quanto sta accadendo in Siria dall’inizio delle manifestazioni contro il regime di Bachar el-Assad, dando vita a un racconto diretto, che non risparmia ne i rivoluzionari ne il mondo; in Cambodia 2099 Davy Chou guarda alle elezioni a Phnom Penh gettando uno sguardo accorato al disagio di una generazione, tra chi non puo far altro che trasferirsi e chi sogna di viaggiare nel futuro; Grand canal e’ il quadro poetico di Johnny Ma, in Super 16mm, evocativo della Cina degli anni Ottanta, ancora non completamente soggetta alla modernizzazione, attraverso una biografia che e collage di tante altre; La baracca di Alessandro De Leo e Federico Di Corato e’ il lavoro sviluppato nell’ambito di IN PROGRESS, il laboratorio per lo sviluppo produttivo di progetti audiovisivi organizzato da Milano Film Network la scorsa primavera, appena presentato al Festival del film di Locarno; infine Coda di Alan Holly, miglior animazione al South By Southwest, e’ un lavoro di precisione tecnica, in animazione classica 2D, un film di eccezionale profondita’ e simbolismo, rari in un autore cosi’ giovane, dal titolo che richiama la ciclicita’ della vita all’apparizione della volpe, guida dell’anima nella “necessita’ di vedere”; Flora i fauna di Piotr Litwin e’ un esordio rigoroso dalla Polonia ma non privo di ironia, coprodotto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (Salvo); The Age of Rust e un’animazione ibrida sul difficile rapporto tra uomo e natura degli italiani Alessandro Mattei e Francesco Aber che con spirito ironico e sapiente mescolanza di generi colpiscono, con comicita’, uno dei nervi scoperti dell’attualita’ ambientale italiana.

Ad affiancare l’ampio programma, la sezione The Outsiders, quest’anno con 14 film, che integra le sezioni competitive del festival, raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Fra gli altri Arrete ou je continue di Sophie Fillie’res, con Emmanuelle Devos in un incredibile ritorno alla natura dopo la crisi del suo rapporto coniugale con Mathieu Amalric; Corpo a Corpo di Mario Brenta e Karine de Villers, docu-film che mostra le prove dello spettacolo Orchidee di Pippo Delbono, dove lo sguardo dei registi si concentra sui corpi degli attori, ora nudi, ora vestiti, ora travestiti, colti in movimenti apparentemente disordinati che alla fine trovano una loro paradossale emozionante armonia; Doc of the Dead di Alexandre O. Philippe, ricco e interessante dialogo con gli autori, studiosi e registi del genere zombie; Watermark di Jennifer Baichwal e Edward Burtynsky, straordinario documentario sul fondamentale ruolo dell’acqua nella formazione delle popolazioni del mondo; From Deep di Brett Kashmere, che attraverso l’inconsueta forma del video-saggio segue l’evoluzione parallela di basket e hip hop dagli albori a oggi, mostrando una straordinaria quantita’ di materiale d’archivio, tra telecronache, spot pubblicitari, riprese inedite di gare, videogame, cinema sul basket e video musicali, con un protagonista assoluto: Michael Jordan; Hai paura del buio ? il film di Giorgio Testi, il film concerto dell’ultimo tour degli Afterhours; Aimer, boire et chanter, l’ultimo film di Alain Resnais che si basa per la terza volta su un testo teatrale di Alan Ayckbourn, Life of Riley; Amour Fou di Jessica Hausner, Berlino, 1810, la storia dello scrittore e poeta tedesco Heinrich von Kleist e del rapporto con la sua musa Henriette Vogel, fino alla fine dei loro giorni; Freak Out di Carl Jave’r, che integra reenactment e materiali di repertorio in maniera leggera e non priva di ironia per raccontare la storia di Monte Verita’ ai primi del ‘900, quando un gruppo di pensatori radicali, in testa Henry Oedenkoven e Ida Hofmann, Otto Gross e Gusto Graser, compra la cima di un colle, e getta le basi per una comunita’ che avrebbe voluto cambiare il mondo; Geronimo di Tony Gatlif, ennesimo film “meticcio”, ibrido tra un social drama contemporaneo in cadenze shakespheariane e un anomalo musical, dove i protagonisti esplodono in un’impetuosa danza del combattimento, sensuale e inquietante nuovo capitolo del racconto personale di Gatlif della cultura gitana, tra fascino, contraddizioni e violenza arcaica; Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, documentario prodotto dal basso ed esperimento politico, critico e gioioso, che attraversa l’Europa e le contraddizioni sulle politiche dell’immigrazione, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia; Live and Let Live di Marc Pierschel, lucido documentario che descrive storie di vita vegana “possibili”, con garbo e senza filtri ideologici: imperdibile per chi ha letto Safran Foer, dovrebbe vederlo anche chi cerca nuovi punti di vista nell’attuale magma indistinto di informazioni sul cibo; Purple Rain di Albert Magnoli, film cult del 1984, la storia di un talentuoso, ma problematico musicista (Prince) e del suo amore sfortunato per la cantante Apollonia.

Anche quest’anno, inoltre, torna il Focus Animazione (curato da Andrea Lavagnini con Carla Vulpiani), con l’appuntamento storico della maratona di cortometraggi al Parco Sempione, caleidoscopio di tecniche e sperimentazioni, e il lungometraggio di animazione in anteprima dal Brasile O Menino e O Mundo di Ale Abreu. In programma anche l’atteso workshop di animazione con Alan Holly Disegni elettrici, organizzato in collaborazione con Milano Film Network, dove i partecipanti avranno la possibilita’ di creare un cortometraggio musicale animato insieme ad Alan Holly sulla soundtrack creata appositamente da AntiteQ.

Per il quarto anno consecutivo verniXage, a cura di Davide Giannella, prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema. In programma Tonight and the People (2013) di Neil Beloufa, presentato al Festival di Rotterdam 2014, dove in un Far West immaginario, cowboys stereotipati, attivisti, hippies celebrano i valori del 21esimo secolo, prima che arrivi l’Apocalisse; dell’artista e filmmaker tedesca Loretta Fahrenholz (Berlino, 1981, vincitrice del Premio Villa Romana 2014) saranno presentati Implosion (2011), un racconto sulla rivoluzione francese trasposto nel 1980 in una Manhattan dove l’eroina, la bancarotta e il sesso sono all’ordine del giorno, e Ditch Plains (2013), che si apre su una scena distopica con corpi inerti sdraiati nelle strade deserti di una citta’ di notte, girato nel dopo uragano Sandy. E’ inoltre previsto un panel sull’art-cinema con prestigiosi ospiti, fra i quali William Fowler, Benjamin Cook, Leonardo Bigazzi e la stessa Loretta Fahrenholz. I 400 sorsi – Milano Film Festival in collaborazione con Gruppo CAP e Metropolitana Milanese ha promosso I 400 sorsi, un concorso per cortometraggi dove l’acqua e’ protagonista. I cortometraggi selezionati sono presentati in una proiezione speciale dedicata alle scuole superiori sabato 13 settembre alle 11 al Teatro Strehler.

Infine, iper-maratona dedicata a tutto cio’ che significa oggi produrre immagini per/con/di/tra/insieme alla musica, con media partner Wired, curato da Marco Pepe e Carla Vulpiani. Milano Film Festival compie un giro panoramico attraverso le piu’ recenti evoluzioni del video musicale degli ultimi due-tre anni. Oltre 12 ore di programmazione che raccolgono gli esperimenti di “espansione del vecchio clip” verso la web art, il cortometraggio narrativo, l’interactive video, la performing art, il documentario. Ci sono registi che sono partiti dal videoclip per passare al cinema come Spike Jonze e Michel Gondry, alcuni che fanno il loro saltuario ed eterno ritorno al piccolo schermo come Sofia Coppola, Romain Gavras e Gaspar Noe’, grandi artisti che spaziano dalla fotografia all’arte elettronica, dall’animazione alla sperimentazione come Richard Mosse, Alva Noto, David OReilly e Carlos Casas, e le nuove leve dell’etereo laboratorio del videoclip in continua e folle mutazione come Saman Keshavarz, Dan Scheinert & Dan Kwan, Daniel Wolfe, Ben Dawkins e Kahlil Joseph, in una nuvola sfocata e sfumata che sta da qualche parte tra il video, il cinema e l’arte.

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