Fingiamo che sia fiction

L’ottava edizione del Roma Fiction fest presentata alla Casa del Cinema, ha le carte in regola per solleticare la fantasia degli appassionati, ma l’antico motto “chi più spende, più guadagna” rimane valido per tutti tranne per il Direttore artistico Carlo Freccero, che ha dovuto ridurre il suo budget da 7 milioni di euro a circa 1,6 milioni di euro.

true detective“Meglio il prodotto che il red carpet. Abbiamo risparmiato sulle star, avevo sulla carta diverse cose belle che bollivano in pentola, ad esempio l’arrivo di Shonda Rhimes, ma abbiamo dovuto per forza di cose andare oltre”, ha tagliato corto Carlo Freccero a poche ore dall’inizio di una rassegna che prenderà il via il prossimo 13 settembre.

“Ci siamo messi in sintonia con il Paese, ci interessava allestire una vetrina meno scintillante, ma con più contenuto”, gli ha fatto eco il presidente dell’APT, Associazione Produttori Televisivi, Marco Follini. “Il Festival non è una cattedrale nel deserto – ha ribadito, invece, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – è il nostro contributo per riaccendere i motori dell’Italia. Creiamo ricchezza stimolando creatività, talenti e merito. Noi vogliamo far crescere il Pil con la Cultura”.

La scelta di Freccero di accendere i motori del festival della fiction senza i ‘talenti’, però, si scontra con la voglia dei fan di incontrare i loro beniamini fuori dallo schermo del proprio televisore. Il “prodotto di qualità” di cui parla Freccero lo si vede in tv e non c’è bisogno di affollare l’auditorium Parco della Musica di Roma per guardare ‘The Walking dead’ o ‘Fargo’. Anzi, se di “festival della televisione” si vuol continuare a parlare, allora è fondamentale creare un valore aggiunto a quello che già i registi hanno confezionato e che è disponibile per tutti su internet o dall’antenna satellitare. Occorrono anteprime vere e non buone minestre riscaldate. Occorrono anticipazioni della tv dei prossimi anni e non riproposizioni di quello che già sta accadendo, altrimenti il festival diventa amarcord.

carlo frecceroA Carlo Freccero va il merito, invece, di aver individuato un punto specifico: il potere della fiction di raccontare e criticare la nostra società. “Il nostro slogan di quest’anno è Roma Fiction Fest, niente di più vero – ha detto -, in un’epoca come la nostra, in cui il talk politico è nettamente in crisi, la fiction è la critica feroce e spietata al nostro sistema neo liberista e a una società che sta andando contro il muro. Questo sarà un festival politico, in cui verrà sancita l’ibridazione tra televisione e cinema”.

Il direttore artistico si chiede “perché oggi il povero ‘Don Matteo’ batte i talk show?” e si risponde “perché di fronte alle complessità e l’incertezza, uno si rifugia nella tranquillità della provincia dove le contraddizioni si ricompongono”.

E allora “Fingiamo che sia fiction”.

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