Senza Tregua.

Senza Tregua, il dolore e la sofferenza della malattia, affrontati con coraggio e senza rassegnazione nell’opera d’esordio della scrittrice pavese Renza Dealberti.

La storia di una donna e della sua sofferenza raccontata attraverso la poesia e la filosofia in una raccolta pubblicata dalla casa editrice Albatros per la collana Nuove Voci.

Attraverso questa raccolta di brevi prose liriche e poesie, l’autrice descrive la sofferenza e il dolore causati dalla malattia ed affronta le paure che sorgono quando ci si trova di fronte ad un nemico ignoto e ad una battaglia dall’esito incerto.

Quando nel 2005 le è stata diagnosticata una grave malattia, la Dealberti si è trovata di fronte alla progressiva perdita di se stessa, dei suoi interessi, delle sue passioni: “La malattia rischiava di annullarmi” afferma la scrittrice, “sebbene avessi vicino tanti affetti, un marito che mi amava, progressivamente stavo perdendo me stessa, le mie passioni. È così che è nato questo libro. La scrittura è stata per me un’ancora di salvataggio, un modo per entrare in contatto con il dolore e affrontarlo. Mi sono sottoposta ad una sorta di autoanalisi per ritrovare me stessa”.

È molto difficile non banalizzare il dolore ed è altrettanto facile parlarne con superficialità. Lo sa bene l’autrice che non a caso afferma nella nota al libro “Parlare del dolore non è semplice: si corre il rischio di cadere nella super¬ficialità, nella prevedibilità, attraverso frasi fatte che non hanno orizzonti. La scrittura, invece, si nutre di innumerevoli espedienti che la rendono più efficace della parola”.

senza treguaE proprio attraverso la scrittura Renza Dealberti affronta la sofferenza scaturita dalla scoperta di avere un male fisico “un nodulo freddo” che la costringe ad affrontare il dolore fisico, ma soprattutto il dolore emotivo della perdita del Sé.

Più che parlare del dolore dunque, questa raccolta di prose liriche, poesie, brevi descrizioni di eventi fugaci, racconta di un viaggio alla riscoperta di se stessi. In questo senso rappresenta dunque una celebrazione della vita.

L’opera è introdotta dalla prefazione di Igino Maj, scrittore e poeta piacentino, nella quale afferma di risentire nella prosa della scrittrice “la voce del mio amico poeta Giuseppe Ungaretti, quando nei nostri incontri romani, mi ricordava d’aver sostenuto nel suo tempo parigino, la necessità di sostituire la poesia con la prosa lirica”.

Al momento la scrittrice sta lavorando alla sceneggiatura per la trasposizione teatrale della sua opera.

Renza Dealberti è nata a Broni – nell’Oltrepò Pavese – il 19 settembre 1967. Ha conseguito la maturità ed ha frequentato la scuola Infermieri dell’Ospedale Civile di Piacenza dove, nel 1991, si è diplomata con profitto. Ha frequentato l’Università di Parma, facoltà di Lettere e Filosofia, sostenendo esami di Filosofia. Gli studi universitari hanno acceso ancor più la passione per la filosofia stessa, e per la poesia che ha continuato a coltivare negli anni.

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