Operazione paura, il gotico italiano.

A cent’anni dalla nascita di Mario Bava (31 luglio 1914-25 aprile 1980), il CSC/Cineteca Nazionale presenta il restauro di uno dei classici del cinema gotico italiano, Operazione paura (1966). Il film, restaurato in digitale è stato proiettato la serata inaugurale del Festival Internazionale del Film di Roma, giovedì 16 ottobre 2014, alla presenza del regista Joe Dante, storico fan di Mario Bava. In occasione della proiezione, è stato presentato il volume fuori commercio Gotico italiano.

kill baby1Il cinema orrorifico 1956- 1979, a cura di Steve Della Casa e Marco Giusti, edito dal Centro Sperimentale di Cinematografia.

Operazione paura è il secondo film del 1966 di Bava, dopo la co-produzione Le spie vengono dal Semifreddo con Franco e Ciccio e il Dr. Goldfoot Vincent Price. Kill Baby Kill! (così il titolo inglese di Operazione paura) fu girato assolutamente in low-budget e fu penalizzato da una scarsa distribuzione nelle sale.

Non è riconosciuto come un successone commerciale nella carriera di Bava. Rimane senza dubbio uno dei gotici italiani per eccellenza, con tutti i cliché del genere. Un villaggio infestato, presenze sinistre, incubi, ambientazione ottocentesca, ragnatele e vento perenne. Indimenticabile e di rara bellezza la scena dell’altalena e ancora di più quella in cui Giacomo Rossi Stuart (padre di Kim) insegue il suo doppio in una serie di stanze tutte uguali, creando un senso di vertigine assoluto.

Il titolo del film venne scelto per riprendere i vari successi del momento, come Operazione San Gennaro di Risi. Le riprese si svolsero nell’esoticissima e nebbiosissima città di Cori, a due passi da Roma. Durarono in tutto una decina di giorni, i mezzi erano pochi. I colori sono forti, iper-realisti, quasi barocchi. La pellicola prosegue lo sperimentalismo cromatico e psichedelico utilizzato da Bava in Sei donne per l’assassino, accentuando i toni giallastro-verdi e blu accesi con un’abbondanza smisurata di zoomate e “soggettive senza soggetto”, utili ad enfatizzare l’effetto suspense.

kill babyProtagonista centrale del film è la bambina-fantasma (in realtà era un bambino, il figlio del portinaio dove abitava Bava) che con il suo giocare ossessivamente con una palla ricorda la bambina di M – Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang. Fellini la riprese, citandola alla perfezione, nel suo Toby Dammit due anni più tardi. I rimandi alti del film sono tanti, dalle atmosfere di Poe alle scale a chiocciola che non terminano mai, tipico delle opere di Bosch. Bava riesce con una povertà di mezzi assoluta, a creare un mondo fantastico completamente sensato. Tutto è studiato ad arte per creare un clima di paura, anche se, a tratti, può risultare ingenuo.

Adeguato e cupo al punto giusto è il commento sonoro di Carlo Rustichelli. Operazione Paura ha lasciato un segno in molti film successivi, da Il mistero di Sleepy Hollow a Shining, senza dimenticare le opere di Fulci e di Dario Argento. “Sono sicuro di aver fatto solo grandi stronzate. Sono un artigiano romantico, di quelli scomparsi. Ho fatto il cinema come fare le seggiole…” con queste parole parlava di sé Mario Bava.

I commenti sono chiusi.