Born Under Saturn, tornano i Django Django.


Dopo un’assenza di tre anni, i Django Django tornano oggi sul mercato con un nuovo album: Born Under Saturn. La genesi dell’album è stata bella lunga, ma l’effetto finale ne ha fatto valere l’attesa. Il pop “deformato” che aveva caratterizzato il primo album (un disco dal successo inatteso) sembra ora incontrare di più i synth e il pianoforte.django In alcuni tratti, le melodie e le voci, lo fanno quasi sembrare un nuovo Pet Sounds. La stampa inglese già parla di un nuovo misticismo pastorale per la band di Edimburgo. L’album d’esordio era stato un pugno nello stomaco. Un album capace di creare estimatori in ogni angolo del globo. Un disco già entrato negli annali delle migliori opere prime.

Born Under Saturn è senza dubbio un album più maturo, forse meno fresco ed immediato. Ma nonostante tutto è un bellissimo album. Troviamo i richiami che avevano fatto grande il debutto: il kraut dei ’70, ritmi tropicali, folk, l’electro (in First light sembrano copiare i Glass Candy), i dischi solisti di Demon Albarn, Stereolab e Screamadelica, i Beach Boys una volta incontrato Phil Spector, la stagione d’oro della psychedelia e soprattutto loro, i Beta Band. Tra l’altro molti non sanno che il batterista dei Django Django non è altro che il fratello minore del tastierista della band neo-psichedelica che lasciò un’ombra indelebile tra la fine dei ’90 e i primi 2000.

I commenti sono chiusi.