TaoFF61, arriva l’imperatore di carta.

Nascita, storia e numerose rinascite del Marc’Aurelio, la rivista satirica e la redazione in cui ‘nacque’ il cinema di Fellini, e la Commedia all’italiana. Arriva al TaorminaFilmFest (sezione Punto Luce, 19 giugno alle 19.30) l’anteprima del film documentario ‘L’imperatore di carta’ di Fabiana De Bellis.

L'Imperatore di cartaIl Marc’Aurelio, rivista satirica fondata nel 1931 da Vito De Bellis, divenne immediatamente la palestra per un manipolo di giovani artisti, che in poco tempo avrebbero fatto parlare di sé. Nella redazione del giornale sono passati Federico Fellini, Steno, Cesare Zavattini, Age e Scarpelli, Ettore Scola. Redattori che nei loro anni al Marc’Aureliosvilupparono idee, personaggi e storie che sarebbero poi divenuti i loro film più famosi.

La maggior parte dei film di Fellini e delle commedie all’italiana nacquero negli uffici del Marc’Aurelio, dalle loro vignette, dalle loro storie e dai loro personaggi. Gli stessi personaggi che si sarebbero trasformati inmaschere umane: quelle di Macario e Totò, ma anche di Alberto Sordi.

Le stesse storie che divennero i film tra i più amati del cinema italiano.

L’Imperatore di carta mette in luce questo cordone ombelicale tra una piccola, grande rivista, e il cinema italiano.

“Questo film sul Marc’Aurelio – afferma la regista – nasce successivamente al recupero di preziosi materiali. Si tratta, nello specifico, di vignette e pagine del giornale un tempo appartenute a mio nonno, Vito De Bellis, e oggi facenti parte della mia collezione privata. L’obiettivo è stato quello di rendere noti questi materiali, raccontando, insieme a Francesca, una storia che si conosce poco e che solo di recente ha cominciato ad essere oggetto di maggiore attenzione. Grazie ai materiali di archivio Luce è stato possibile ripercorrere la cronistoria del giornale, inquadrandola nel suo contesto sociale e politico, legato al momento storico e alla censura. Il lavoro è stato composto in modo da mostrare il passaggio dalla strip comica alla gag cinematografica, attraverso immagini e brevi sequenze e grazie anche alle testimonianze degli ex redattori – Federico Fellini, Mameli Barbara, Ettore Scola – e a quelle di chi – come Enrico Vanzina, figlio di Steno e Carlo Verdone – ne è stato spettatore.
Credo sia importante, non solo per i cinefili, ritrovare nei bozzetti di Attalo sul Gagà che aveva detto agli amici… la maschera di Totò, così come riconoscere nelle vignette di Fellini, Apolloni, Barbara… quei personaggi e situazioni confluiti poi nella commedia all’italiana. Le nostre matrone romane o le supermaggiorate che popolano un certo cinema degli anni Cinquanta, i vagabondi di Fellini, la carrellata di disgraziati che caratterizza le commedie di Scola e quelle made in Italy dal sapore spesso cinico e sempre amaro e malinconico, sono nate nella redazione del giornale qualche anno prima di approdare sul grande schermo”.

“Mi piaceva l’idea – conclude Fabiana De Bellis – di poter mostrare e raccontare le storie di questi piccoli eroi di carta, restituendo l’impressione di grande fumetto, di poter giocare con queste immagini, liberandole in qualche modo dalla “sacralità” che spesso il passare degli anni conferisce alle cose. Volevo toglierle dagli album e recuperare il loro spirito popolare, che poi è il modo in cui sono nate. Per questo mi sono subito trovata con le proposte di grafica di Sandro che ha contribuito a rendere questo film fumettistico.
E’ stato un lavoro corale, come lo era allora la redazione del Marc’Aurelio. Chi ha preso parte a questo progetto ha chiaramente svolto la sua funzione, ma tutti (autori, produttori, montatore…) abbiamo cooperato proponendo, suggerendo, scambiandoci idee e spero che l’operazione di far rivivere i tempi d’oro di questa importante squadra di autori e vignettisti sia riuscita”.

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