“Giffoni Film Fest, un patrimonio nazionale”.

Film indimenticabili, emozionanti, difficili. Sono quelli che i 3.600 giurati del Giffoni Film Festival hanno deciso di premiare nell’edizione 2015 denominata Carpe Diem. Ecco i premi ufficiali Gryphon Award: nella sezione lungometraggi +6, il premio per il miglior film è stato vinto vinto dall’italiano “Grotto” di Micol Pallucca, al secondo posto “The amazing Wiplala” dell’olandese Tim Ollehoek; nella sezione +10 ha vinto il belga “Labyrinthus” di Douglas Boswell, al secondo posto il danese “The shamer’s daughter” di Kenneth Kains; nella sezione +13 vittoria per il tedesco “Sanctuary” di Marc Brummond, al secondo posto il norvegese “Beatles” di Peter Flinth; nella sezione +16 vittoria per l’americano “All the wilderness” di Michael Johnson, al secondo posto “Standing Tall” della francese Emmanuelle Bercot; nella sezione +18 Gryphon Award per “Coin Locker Girl” di Han Jun-Hee seguito da “Gabriel” dell’americano Lou Howe. Per la sezione Gex Doc, vittoria per l’italiano “Forever stars” di Mimmo Verdesca, secondo posto per il canadese “All the time in the world” di Suzanne Crocker. Nella sezione cortometraggi, riservata ai bambini con più di tre anni, ha vinto il francese “Captain Fish” di John Banana, il ceco “The wish fish” di Karel Janak si è aggiudicato la sezione +6 mentre al secondo posto si è classificato il tedesco “The present” di Jacob Frey; nella sezione +10 ha vinto l’americano”The red hunter” di Alvaro Ron, secondo classificato l’italiano “Two left feet” di Isabella Salvetti; nella sezione +18 (animazione) premi russi per “About a mother” di Dina Velikovskaya seguito da “My grandfather was a cherry tree” di Olga e Tatiana Polietkova mentre nella +18 (fiction) premi per l’italiano “Point of view” di Matteo Petrelli seguito dal danese “Lukas & The Aspies” di Anders Gustafsson.

Tra i premi speciali, nella sezione +3 l’italiano “The Mods” di Alessandro Portincasa e Antonio Padovan ha vinto il “Giotto super Be’Be'”, nella +10 il Bambino Gesù Hospital Award è andato a “Birds of passage” del francese Oliver Ringer, nella +13 il coreano “Thread of lies”di Lee Han porta a casa il riconoscimento dei Cinecircoli giovanili socioculturali, nella +16 il francese “Young Tiger” di Cyprien Vial si aggiudica il Don Bosco Educational Award mentre l’inglese “The falling” di Carol Morley ha vinto il British Film Institute Certificate, nella +18 i francesi “Beach flags” e “Fatima” vincono l’Amnesty International Award. Nella sezione Gex Doc, infine, il canadese “All the time in the world” ha vinto il Grifone di alluminio e il Premio Cial per l’ambiente.

“Chiederò al ministro Franceschini di fare una legge speciale per il Giffoni Experience affinché venga tutelato come patrimonio nazionale. Non serve molto, anche qualcosa di piccolo, ma di certo”. Punta subito dritto al futuro del Giffoni Experience Claudio Gubitosi nel corso della tradizionale conferenza stampa di chiusura del Festival.

Un’edizione “veramente bellissima” si è chiusa. “Abbiamo frantumato tutti i record dello scorso anno – ha evidenziato il direttore – grazie soprattutto alla forza e all’entusiasmo del mio team e nonostante la situazione di precarietà che vive costantemente il Festival”. Così, il direttore ha voluto anzitutto analizzare i problemi atavici degli ultimi anni, durante i quali il “team non ha percepito stipendi anche per 14 mensilità. Con la loro pazienza nell’accettare questa situazione sono i primi, veri grandi sostenitori del Giffoni, insieme alle aziende fornitrici che ci sono state vicine accettando molti disagi nei pagamenti e a tutto il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, Presidente in testa, che con fideussioni personali regge tutto il Festival”.

Rimarcando come tutto ciò sia inaccettabile, il direttore ha così annunciato le sue prossime intenzioni. “Voglio dare una scossa all’Italia intera. Vedo troppa archeologia culturale nel nostro Paese. È per questo che noi vogliamo cambiare, senza crogiolarci nei successi del passato. Il 2016 rappresenterà per noi uno ‘stargate’, una nuova era, che si inaugura con la Giffoni Multimedia Valley. Vorremmo prendere altri venticinque giovani creativi dai 20 ai 30 anni ma non possiamo farlo se prima non cambiano le cose. Voglio scuotere le coscienze. Vorrei che tornasse in voga lo stile italiano: noi siamo e raccontiamo “la grande bellezza”, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo, senza preoccupazioni nel futuro». Gubitosi comunque assicura: “Noi non ci fermeremo. Né alzeremo bandiera banca. Andremo avanti con tutta la nostra forza. Vogliamo svegliare l’Italia e questa regione mobilitando l’universo Giffoni, social e glocal, e, si sa, che quando i nostri ragazzi si incazzano sono capaci di qualunque rivoluzione”.

Su tutto, Gubitosi ha ribadito il paradosso burocratico di cui il Festival è vittima: “Il nostro progetto è stato più volte visionato dai commissari europei per il controllo e abbiamo sempre avuto la bandiera verde. Purtroppo stiamo ancora scontando un terribile deficit per gli anni del 2009 e del 2007 quando ci hanno prima fatto spendere risorse e poi non ce le hanno assegnate. In questi anni non abbiamo trasferito a nessuno la nostra paura, men che meno ai ragazzi così pieni di voglia di vivere il loro Giffoni. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti, ma siamo stanchi. Discuteremo sicuramente di questo deficit che non è solo un problema nostro ma di tutti. Vogliamo procedure snelle e liquidazioni nei tempi previsti. Questa deve essere la grande sfida della Campania in Europa. Se dovessimo avere le garanzie che ci auguriamo per il Por 2014-2020, allora vi dirò cosa ci aspetta il futuro. Mancano 150 giorni a dicembre e in questi mesi dobbiamo mettere in ordine i finanziamenti vecchi, guardare ai nuovi e puntare sull’ingresso dei privati. Giffoni con questa edizione finisce e parte. Nascerà nel 2016 e vi invito tutti al lieto evento ma dobbiamo arrivarci pronti».

Il direttore si è poi rivolto anche al nuovo governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché anche da palazzo Santa Lucia arrivi un sostegno soprattutto puntando su una “sburocratizzazione dei finanziamenti perché non possiamo aspettare così a lungo. Pur esaltando il ruolo pubblico della Regione, dobbiamo constatare che i finanziamenti ci sono, ma se sono bloccati e arrivano in ritardo, noi non siamo in grado di crescere».

Infine, Gubitosi ha lanciato un avviso ai privati. “Non è possibile – ha sottolineato – che le grandi compagnie energetiche, telefoniche e aeree non siano nostri sponsor, noi che portiamo la luce e l’energia, noi che facciamo parlare i ragazzi, noi che colleghiamo i giovani di tutto il mondo. Inoltre – ha rimarcato – sono tre anni che il Ministero delle Politiche Giovanile non ci finanzia. Chi meglio di noi e più di noi produce progetti per i giovani? Chi meglio di noi racconta questa generazione con le sue sfumature e i suoi cambiamenti? Chi vuole Giffoni, da adesso, se lo deve anche meritare. Vorrei che anche i nostri imprenditori salernitani ci sostenessero. Basterebbe che cento di loro investissero 5mila euro. Un piccolo gesto per darci tutti una mano, senza considerare il rientro di immagine che ognuno di loro avrebbe. Siamo il festival più low cost del paese. Noi costiamo un terzo del Cinema di Roma e un sesto di quello di Venezia con continua destagionalizzazione, esportazione del brand, occupazione e valorizzazione del territorio locale e regionale. Tutti dicono di essere orgogliosi di Giffoni ma adesso è necessario fare uno sforzo insieme e passare dalle parole ai fatti”.

Il direttore si è poi rivolto anche ai giurati: “Non vedo nulla di scandaloso se anche loro, i nostri veri protagonisti, ci finanziassero in un modernocrowdfunding. Non sarebbero più solo giurati ma produttori di Giffoni”.

Infine, ringraziando nuovamente il presidente del Giffoni, Pietro Rinaldi, e il sindaco, Paolo Russomando, Gubitosi ha ricordato la sinergia con il territorio. “Venezia aspetta ancora il Palazzo del Cinema da sessant’anni, mentre noi per la Cittadella ci abbiamo messo venti anni e siamo quasi pronti anche con la Multimedia Valley, simbolo di un sistema di collaborazione che ha funzionato”.

I commenti sono chiusi.