Tornano i Tame Impala con il loro terzo album.

Un viaggio in zone e generi inesplorati, alla ricerca dell’alterazione di chi ascolta. Questo è Currents. In pochissimi anni il progetto dapprima solista di Kevin Parker, Tame Impala, è diventato il punto di riferimento del new-psych-rock e dell’indie in generale. Il tutto in solo due album, il debutto Innerspeaker del 2010 e il seguito Lonerism del 2012.

tame ImpalaPartiti dalla città australiana di Perth, con un nome preso in prestito ad un’antilope africano (ma anche ad un vecchio modello di Chevrolet), i Tame Impala nascono dalle ceneri della band jazz-core Dee Dee Dums. Le cronache di qualche anno fa ci raccontano che abbiano anche partecipato ad un programma-contest-reality della BBC stile X Factor, The Next Big Thing, arrivando terzi. Meglio sorvolare su questo.

Il loro primo ep conteneva una manciata di pezzi tra cui una bellissima cover di Remember Me dei Blue Boy.
Arriviamo all’ultimo album uscito da pochi giorni, Currents, che è stato descritto dal gruppo come influenzato da Michael Jackson, dal funk e dai Daft Punk. Ma cogliamo anche una certa suggestione dal dream pop dei Radio Dept. e degli M83. Il tutto in un concentrato di musica dal piglio spirituale, quasi sacra. Una musica dance-electro trascendentale insomma, in cui l’elettronica e i campionamenti non ci sono, ma solo synth, tastiere, basso, batteria e chitarre rarefatte.

Lasciamo la parola a Kevin Parker, produttore, arrangiatore e polistrumentista (la mente e l’anima del gruppo): “Non ho ancora ben capito come creare un’interessante miscela di dream pop e allo stesso tempo groove music con un beat potente, ma credo di esserci vicino. Ogni album che scrivo e produco mi fa sentire sempre più vicino a questo traguardo. Desidero semplicemente fare della musica che amerei ascoltare.”

Il synth è l’elemento più presente e pesante allo stesso tempo. La ritmica spinge il piede verso il funk. La psichedelia delle prime due uscite discografiche sembra distante, ma forse è più vicina di come sembri. I testi sono più solari e meno malinconici. Forse qualche vecchio fan si sentirà tradito?!

tame-impala-currentsLet It Happen il pezzo apripista di Currents ricorda il glitch di Feels Like We Only Go Backwards del precedente album.
Parker afferma di “essersi sentito troppo innaturale per rimanere con lo stesso suono”. Ecco allora quello che ne esce fuori, un disco spartiacque. Le collaborazioni con artisti del calibro di Mark Ronson, noto per il suo amore per il funk, non possono aver fatto altro che suggestionare Currents. Così come il side-project disco-funk di Parker, AAA Aadvark Getdown Services. Forse il dancefloor a preso un po’ il sopravvento, ma quello che ne esce fuori è un disco ottimo, che sembra già un classico.

Così come ottimo è il packaging dell’album, con la bellissima immagine del grafico Robert Beatty.

I fan italiani dei Tame Impala potranno ascoltarli dal vivo il 25 agosto al Mojotic Festival di Sestri Levante, il 26 all’Ippodromo delle Capannelle di Roma e il 28 al Teatro Romano di Verona.

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