Tutto può accadere a Broadway.

‘Tutto può accadere a Broadway’ (She’s funny that way) segna l’attesissimo ritorno sul grande schermo di Peter Bogdanovich, uno dei realizzatori più acclamati della sua generazione, al cinema con 01 Distribution dal 29 ottobre. La sua assenza è durata dodici anni, durante i quali ha diretto tre film per la televisione e il documentario vincitore ai Grammy Award Runnin’ Down A Dream: Tom Petty and the Heartbreakers, così come una versione estesa dell’apprezzato documentario Directed by John Ford. Inoltre, ha avuto un ruolo ricorrente ne I Soprano e ha recitato in diversi film, oltre a pubblicare due libri sul cinema, tra cui il fortunato Who The Hell’s In It.

tpahCon Tutto può accadere a Broadway, Bogdanovich torna alla commedia, un genere che lo ha visto grande protagonista con i suoi primi classici, i successi di pubblico e di critica Ma papà ti manda sola e Paper Moon – luna di carta, così come nelle pellicole di culto …E tutti risero e Rumori fuori scena.

Come capitato con …E tutti risero, Tutto può accadere a Broadway è stato girato interamente nella sua città natale, New York, ritratta in maniera romantica. Noto per le sue grandi capacità di lavorare con gli attori, a cominciare dal premiato film L’ultimo spettacolo per arrivare al più recente Hollywood Confidential, per Tutto può accadere a Broadway Bogdanovich ha messo assieme un cast stellare, in cui svettano Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Will Forte, Kathryn Hahn e Rhys Ifans, tutti al massimo della loro forma.

Si tratta di una commedia romantica vecchio stile, con tocchi della classica screwball comedy, il tutto fatto prendendo il meglio dei rispettivi generi. Sebbene sia assolutamente moderno per personaggi, situazioni e ambienti, si tratta di un film che si ispira ai capisaldi del genere, quando Hollywood era al suo apice negli anni trenta e quaranta, con una grande dose di ironia, fascino e raffinatezza, che contraddistinguono anche le situazioni più folli.

tutto-puo-accadere-a-broadwayAl centro del film c’è Isabella “Izzy” Patterson (Imogen Poots), una squillo nata a Brooklyn che aspira a diventare un’attrice e che, durante un appuntamento al Barclay Hotel di Manhattan con Arnold Albertson (Owen Wilson), un affermato regista di cinema e teatro impegnato in un nuovo spettacolo a Broadway, riceve un’offerta di 30.000 dollari per fare qualcosa di importante nella sua vita. Come le spiega Arnold, ci sono persone che vanno al parco e danno le nocciole agli scoiattoli. Ma perché, per una volta, non dare degli scoiattoli alle nocciole? Scopriremo che non è la prima volta in cui Arnold ha detto una cosa del genere a una squillo. Isabella non è il primo scoiattolo e “scoiattoli alle nocciole” è una frase che si sente spesso durante il film, suscitando una grande ilarità.

Sebbene Isabella sia stupita, accetta l’offerta. Ma in questo modo, dà il via a una catena di eventi che cambia la vita di tutte le persone che incontra: la moglie di Arnold, nonché stella del suo spettacolo, Delta Simmons (Kathryn Hahn); l’attore che la affianca in scena, Seth Gilbert (Rhys Ifans), che è in competizione con Arnold per conquistare l’attenzione di Delta; il drammaturgo Joshua Fleet (Will Forte), che si innamora di Isabella; la psicologa di lei, Jane (Jennifer Aniston), che scopriremo essere la ragazza di Joshua; e lo stimato giudice Pendergast (Austin Pendleton), un ex cliente di Isabella, ossessionato da lei. Inoltre, ci sono i genitori di Isabella (Cybill Shepherd e Richard Lewis) e un misterioso detective (George Morforgen), assunto dal giudice, che si rivelerà il padre del drammaturgo Joshua Fleet. Alla fine del film, grazie a una serie di incontri e alcune sorprese sentimentali, per ognuno di loro nulla sarà più come prima.

La storia viene raccontata con una struttura a flashback, con Isabella che parla con un’intervistatrice cinica (Illeana Douglas) all’incrocio di Hollywood and Vine a Los Angeles e racconta come lei, una ragazza di Brooklyn che faceva la squillo, sia diventata una star del cinema. Nel corso dell’intervista, scopriamo come il suo amore per il cinema e il suo sogno di sfondare a Hollywood sia diventato realtà. Insomma, una sorta di fiaba moderna.

bogdanovichPeter Bogdanovich e la sua ex moglie Louise Stratten hanno concepito la storia e scritto la sceneggiatura 15 anni fa. All’epoca, la Stratten avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Isabella Patterson, ora affidato a Imogen Poots, mentre John Ritter sarebbe stato Arnold, adesso incarnato da Owen Wilson. Ma dopo la morte prematura e tragica di Ritter, Bogdanovich e la Stratten hanno deciso di mettere da parte il progetto.

Diversi anni dopo, quando Bogdanovich è diventato amico di Owen Wilson, gli ha parlato del ruolo di Arnold e della sceneggiatura, mentre i due vedevano una puntata dietro l’altra di Breaking Bad e Mad Men nella casa di Malibu di Wilson, decidendo di rilanciare il progetto, con Wilson nella parte di Arnold. Ed è così che è iniziato il viaggio di Tutto può accadere a Broadway verso il grande schermo.

Owen Wilson è stato il primo a essere scelto per il film. Come ricorda il regista, “E’ uno dei pochi attori moderni che è una star del cinema, nel senso che possiede una personalità affascinante, evidente in tutto quello che fa. Io adoro parlare con lui e in generale il fatto di essere amici. Così, gli ho chiesto se avrebbe voluto fare questa commedia. Lui l’ha letta e mi ha detto che era troppo slapstick. Allora, ho tolto molti di quei momenti, che erano stati scritti per John Ritter, visto che erano la sua specialità. Owen, d’altro canto, è in grado di trovare delle battute fantastiche. Lui ha cambiato diversi dialoghi del film, rendendoli molto divertenti. Non dimentichiamoci che lui ha iniziato come sceneggiatore dei primi tre film di Wes Anderson”.

shes-funny-that-way“E’ complicato spiegare la storia del film”, sostiene Bogdanovich. “In sostanza, parla di una ragazza che fa la escort e il modo in cui diventa una star del cinema, grazie a delle strane coincidenze. E’ questa la storia. Tutte le persone che vediamo nel film, ricoprono un ruolo nel farla arrivare a quel punto, volontariamente o meno. Il film parla delle coincidenze della vita. Le cose che ottiene accadono grazie a una serie di strane coincidenze. Robert Graves, il mio sceneggiatore preferito, ha detto che nella sua vita gli è capitata una tale serie di coincidenze, che lui ha iniziato a ritenerle quasi come una cosa normale!”.

“L’idea mi piaceva, perché l’avevo sfruttata anche in Rumori fuori scena”, prosegue il regista, citando il suo apprezzato adattamento del fortunato spettacolo di Broadway. “Quando abbiamo realizzato Rumori fuori scena, c’era bisogno di qualcosa che facesse da collante, perché il testo teatrale non aveva un inizio e una conclusione cinematografici. Andava bene a teatro, perché c’è il sipario e le persone escono sul palcoscenico, quindi si vede che alla fine sono ancora vive, ma non al cinema. Così, abbiamo creato una cornice, grazie all’ottimo lavoro di Michael Caine, che ha fornito un grande contributo. Con Imogen, il nostro film è diventato più intenso”.

Le musiche sono sempre state fondamentali nelle pellicole di Bogdanovich. “Abbiamo provato diverse soluzioni per questo film”, spiega il regista, “ma nessuna funzionava veramente. Abbiamo creato quattro colonne sonore con diversi brani. Alla fine, ci siamo rivolti a un compositore vero e proprio e abbiamo scelto Ed Shearmur, che ha svolto un lavoro magnifico. E’ la mia prima pellicola con delle musiche vere e proprie, non mi era mai capitato prima. Ed ha svolto un lavoro magnifico, comprendendo perfettamente le nostre esigenze. Ha visto il film, gli è piaciuto, ha preso quello che gli serviva e ha portato a termine il lavoro al meglio. Abbiamo utilizzato soltanto un paio di canzoni posizionate all’inizio e alla fine del film”.

Non mancano diversi cameo, compresi degli attori che avevano dei ruoli importanti in precedenti film di Bogdanovich, come Tatum O’Neal, Colleen Camp e Joanna Lumley. Anche Michael Shannon e il regista Quentin Tarantino, conoscenti di Bogdanovich, sono impegnati in brevi apparizioni. Graydon Carter (direttore di Vanity Fair) veste i panni dell’autista della limousine di Owen Wilson, una delle prime persone che vediamo quando torniamo indietro nel tempo mentre Isabella è impegnata con l’intervista.

I commenti sono chiusi.