Dobbiamo parlare… con Sergio Rubini.

Al cinema dal 19 novembre, Dobbiamo Parlare di e con Sergio Rubini e con Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese e Fabrizio Bentivoglio.

Accolto con dieci minuti di applausi alla Festa del Cinema di Roma, è la divertente commedia distribuita da Cinema di Valerio De Paolis. Il film scritto dallo stesso Rubini con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, è prodotto da Carlo Degli Esposti e Marco Balsamo per Palomar e Nuovo Teatro con Rai Cinema.

Sergio Rubini, Come è nata l’idea del film?
Manifesto_DobbiamoParlare_l“L’idea del film nasce da uno spunto di commedia: in un attico nel centro di Roma vive in affitto una coppia di intellettuali. Una sera mentre i due si accingono ad uscire si ritroveranno di fatto sequestrati per il resto della serata perché all’improvviso irrompono in casa i loro migliori amici, in piena crisi coniugale. Il progressivo tentativo di tirar fuori la verità provocherà una sorta di contagio che avvolgerà anche gli altri due amici: la notte, farà emergere una lunga fila di recriminazioni e rancori inattesi in entrambe le coppie e si trasformerà in una sorta di showdown di un’amicizia, della coppia borghese prima, della coppia di intellettuali poi”.

DobbiamoParlare_FabrizioBentivoglio_MariaPiaCalzone_IsabellaRagonese_SergioRubini_fotodiAssuntaServelloIMG_2067_A cosa si deve il titolo?
“Dobbiamo parlare è l’incipit più temuto nei discorsi di ogni coppia, è quella frase tipica, più del mondo femminile, che prelude al momento in cui ci si deve chiarire, è qualcosa che terrorizza perché annuncia che dovranno venir fuori le parole e con esse le verità sottaciute fino ad allora. Ma è meglio parlare o tacere? Forse se si avesse la forza di parlare di meno e abbandonarsi di più alla naturalità delle emozioni senza paura e senza nasconderle le cose sarebbero più semplici. Dentro tutto questo parlare ci si scopre e scoprendosi tutto si complica. Così può capitare che nel corso di una nottata tra due coppie di amici, venga fuori tutto il non detto di anni. Si tratta di un’epifania deflagrante. Con le parole c’è il rischio che si cominci a scavare fino a raggiungere pericolosamente quella linea d’ombra, in cui forse l’unico amore è quello per se stessi, per la vita che ci è stata data. Allora bisognerebbe non parlare? Muti come i pesci? E se anche i pesci parlassero?”.

Nella “carneficina” a cui si assiste ci sono dei nessi con il film “Carnage” e col testo teatrale di Jasmina Reza a cui è ispirato?
“Avevo visto e amato il film di Roman Polanski ma personalmente non volevo fare un film che puntasse sull’aspetto claustrofobico dell’ambientazione unica, così come non avevo voluto farlo quando girai “La stazione” che pure si svolgeva tutto in una stanza. Sono partito invece dalla nostra tradizione, da una storia che avesse le sue radici più nella commedia all’italiana perché in fondo “Dobbiamo parlare” è una commedia di caratteri dove chi la fa da padrone sono gli attori: ognuno di loro ha una caratterizzazione precisa proprio come nella nostra commedia di una volta. Il film è raccontato cinematograficamente con delle ellissi, un “lungo viaggio nella notte”, fatto d’amicizia, amore e tradimenti, che una volta giunto il mattino ci mostra dei personaggi molto cambiati rispetto a ciò che erano la sera prima”.

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