Regression, la paura trova sempre le sue vittime.

Alejandro Amenábar torna al cinema con Regression, pellicola che segna il ritorno al thriller, il genere che gli è forse più congeniale e che ha segnato il suo debutto cinematografico nel 1996 con Tesis.

Così spiega il regista la scelta del titolo: “Il termine ‘regressione’ significa, tra le altre cose, ritorno. Per me questo progetto significa rivisitare il mistero, ritornare al genere che ha segnato l’inizio della mia carriera con Tesis, un film che esplorava il potere quasi ipnotico che, a volte, la contemplazione dell’orrore può avere su di noi, è proseguito poi con Apri gli Occhi, un film allucinatorio e febbrile in cui sogni e realtà coesistono, e che poi è culminato con The Others, un tentativo di recuperare il sapore dei vecchi film di suspense classici… Alcune delle cose che accadono in Regression sarebbero perfette nel genere horror, sebbene il film venga considerato un thriller psicologico, con alcune sfumature di giallo. E’ una pellicola che trae le sue influenze prevalentemente dai thriller e dai film horror americani degli anni ‘70: L’ Esorcista, Rosemary’s Baby…che hanno in comune un elemento di moderatezza che volevo ricreare anche qui”.

Il film si avvale della presenza di attori in grandissima forma: Ethan Hawke è Bruce Kenner, un detective che conduce le indagini su una famiglia accusata di praticare rituali satanici, Emma Watson invece è Angela, uno dei membri della famiglia che con l’aiuto di Bruce diventerà un testimone chiave nella risoluzione del caso. Il padre della famiglia incriminata è interpretato dal bravissimo attore svedese David Dencik.

La pellicola è ispirata a una serie di eventi realmente accaduti negli Stati Uniti durante gli anni ’80 ed è ambientato in una piccola comunità del Minnesota; “Ci furono una serie di fenomeni reali in cui le indagini della polizia, le consulenze con gli psicologi e la superstizione conversero nel tentativo di mettere assieme un puzzle strano e terrificante, rinominato poi ‘Satanic Ritual Abuse’,” ricorda Alejandro Amenábar. “L’onda di accuse e confessioni fu travolgente, distrusse intere famiglie, generò caos e panico nella società e in alcuni casi ci furono conseguenze molto serie a livello legale. E’ stato molto interessante ripercorrere quei casi avvenuti negli anni ’80 e ’90 con la prospettiva del 21° secolo”.

Regression_D01_0064.cr2Il regista, in una conferenza stampa gremita di addetta ai lavori, ci racconta come il film sia stato “…molto influenzato dalle pellicole L’Esorcista, Il maratoneta e La Conversazione di Francis Ford Coppola, film dove la macchina da presa guida gli spettatori in maniera sottile e sobria senza in nessun momento forzare il pubblico. L’unica cosa in più rispetto a quelle pellicole, è la presenza in Regression della musica in ogni sequenza cruciale. Mentre scrivevo il film”, ricorda, “ero solito ascoltare la colonna sonora di un film di Jonh Houston con protagonista Montgomery Clift”.

Regression è stato girato nel corso di otto settimane in location naturali attorno a Toronto e insieme al direttore della fotografia, Daniel Aranyó, si è cercato di ricreare “un’imperfezione” anni ‘70. In alcuni tratti il film ci ricorda alcune atmosfere e scenari presenti nella serie-tv Fargo. Importante anche l’apporto di Carol Spier, scenografa del film, una leggenda per gli amanti del genere, che ha lavorato assieme a David Cronenberg e Guillermo del Toro.

Così continua il regista in conferenza stampa “Regression potrebbe essere percepito come un film con degli ingredienti horror, ma nel profondo Regression è un thriller psicologico, parla delle paure, della fragilità della mente umana, di quanto possiamo spaventarci e di come la paura possa impedirci di pensare e vedere le cose chiaramente”.

La pellicola sarà nei cinema italiani dal 3 dicembre, distribuito dalla Lucky Red.

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