Non si ruba a casa dei ladri.

dsc_9292Al cinema dal 3 novembre la nuova commedia di Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca e Manuela Arcuri e con la partecipazione straordinaria di Maurizio Mattioli, Teco Celio, Ria Antoniou e Lorenzo Balducci.

“Non si ruba a casa dei ladri” scritto da Enrico e Carlo Vanzina racconta la riscossa di un cittadino onesto, Antonio (Salemme) che si vendica di Simone (Ghini), un politico disonesto.dsc_8646 Antonio inizialmente vorrebbe denunciarlo, ma poi, conoscendo l’Italia, un paese nel quale l’iter della giustizia è lunghissimo e spesso incerto, decide di vendicarsi in un’altra maniera: scopre che il suo nemico ha nascosto in una banca svizzera i proventi delle sue malefatte e decide di organizzare un “colpo” per riprendersi quello che gli è stato rubato. Una grande truffa ai danni di un disonesto della politica. Per compiere l’impresa, perché d’impresa si tratta, Antonio mette su una piccola banda, formata da non professionisti i quali hanno in comune una sola cosa: anche loro sono stati truffati dalla politica corrotta. Il colpo si svolge a Zurigo dove ha sede la banca nella quale Simone ha nascosto i soldi. Con una serie di imprevedibili e divertenti risvolti, e con una buffa sostituzione di persone (Antonio e la moglie si fingono Simone e la compagna), parte un meccanismo comico ad orologeria. E il colpo ha inizio.

“La storia di questi facilitatori legati alla politica, che mettono in ginocchio cittadini onesti, è ancora attuale”, dice il regista Carlo Vanzina. “Abbiamo voluto raccontare, dal punto di vista del cittadino onesto, le cose che gli capitano sulla testa, per colpa di giochi politici più grandi di lui”. Non senza qualche “eco” dalla commedia italiana. “Io sono figlio di un artefice della commedia, è nel nostro Dna, per 10 anni ho fatto l’aiuto di Monicelli – ha aggiunto -. C’è un finale amaro che mi ricorda Scola, ma qua e là ci sono molti echi. È un film sull’animo umano, che è corruttibile, ondeggia e può essere tentato da tutto ciò che lo circonda”.

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Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, ha però specificato che “Mafia capitale c’entra poco, casomai c’entra quel malcostume diffuso, che non ha età”. Per il protagonista, Salemme, il film “è una parabola sulla natura umana. Lo dico da napoletano, è una stupidaggine dire che la corruzione, anche dell’animo umano, riguarda solo una città”, che sia Napoli o Roma, centro della trama. L’importante è l’atteggiamento dei cittadini, come ha sottolineato Ghini: “La salvezza di Roma la decidiamo noi romani. Se vogliamo salvarci”. C’è però molto della realtà, in questa pellicola. “Nella società di oggi si vedono tante donne, anche giovanissime, che si avvicinano a persone ricche e potenti”, ha detto Manuela Arcuri, nel film moglie dello spregiudicato facilitatore Santoro. Il cui alter ego è Daniela Russo, interpretata dalla piemontese Stefania Rocca, moglie dell’onesto Antonio, che si trasforma in una imperfetta “coatta romana”, con risvolti comici davvero sorprendenti. “Quando ho letto la sceneggiatura – ha raccontato l’attrice – ho chiamato Vanzina e gli ho detto ‘tu mi vuoi veramente bene’. Mi sono davvero divertita a girare”. Nel film si è fatta notare anche Ria Antoniou, che interpreta la ammaliante Demetra.

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