Visioni iannacconiche di “Una festa esagerata”

Salemme è una garanzia e questo è un fatto. C’è da dire che a me piace assai e lo seguo da tempo, fa ridere, sorridere, pensare e rimuginare. Non sto troppo bene ma, si sa, ‘na risata fatta bene stimola l’aumento delle beta-endorfine (sostanze fisiologiche che hanno sull’organismo lo stesso effetto degli oppiacei) da parte del cervello e del cortisolo (ormone che regola la risposta allo stress) per mezzo delle ghiandole surrenali; in pratica la risata agisce sul sistema immunitario e quindi Vincenzo mi sa che è meglio della tachipirina.

FestaEsagerataCosì con un po’ di senso di colpa, sentendomi un untore, sono andato al teatro Sistina di Roma a vedermi “Una Festa Esagerata”, il nuovo spettacolo di Vincenzo Salemme. Ho raccattato un’autista/accompagnatrice all’ultimo e so’ andato. Platea fila h ottimi posti, 13 e 14… me li devo ricordare per quando pago.

Dei compagni storici di palco del buon Vincenzo solo una: Teresa del Vecchio; per capirci la governante di ‘faccio a pezzi il teatro’, sempre brava e divertente. Poi tutte facce più o meno nuove, ma tutti attori bravi e divertenti, lo devo dire: personaggi piccoli, o meglio brevi, alcuni non fondamentali ma ben caratterizzati e divertenti. Buccirosso e Casagrande, come da tempo accade, non sono con lui nemmeno in questo spettacolo e io, che sono un sentimentale, un po’ me ne dispiaccio sempre.

Quello che Vincenzo voleva fa’ con questo spettacolo lo dichiara proprio lui “di persona personalmente”: “Una festa esagerata! nasce da un’idea che avevo in mente da tempo, uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda…” e sta cosa che vuole fare, arriva. Lo spettacolo narra infatti di una famiglia medio borghese in cui Salemme è il capo famiglia e Teresa la moglie. Una famiglia che vuole scalare la scala sociale. La festa che stanno provando ad organizzare è quella per i 18 anni della figlia, Mirea, che nelle intenzioni deve essere una festa esagerata ma che a causa di una serie di imprevisti…. mi fermo che come sempre non voglio raccontare troppo, ma quello che va sottolineato è che si ride molto, ma se si ha un minimo di sensibilità, si ragiona e si rimugina sulle piccole ipocrisie della vita e sulla loro inutilità. E io, personalmente, quando rimugino, ragiono fra una risata e l’altra  sono contento.

festa esagerataQuello che però va detto… Vince’ te lo devo dire così come l’ho detto anche se con assai più veemenza a Carletto (vedi:Il patè della maison) sto spettacolo pur avendo quella meravigliosa commistione fra risata e riflessione nemmeno si avvicina all’intensità di grandi spettacoli (parlo degli spettacoli teatrali non delle trasposizioni cinematografiche) come “lo strano caso di felice c.” o “e fuori nevica” …che ai tempi proprio a causa di questa commistione mi hanno fatto innamorare del tuo teatro. Il metodo teatrale che a me diverte tantissimo, ribadisco è però sempre lo stesso, ti affidi sempre agli stessi meccanismi come ad esempio tu al centro che ti circondi di una serie di personaggi grotteschi di un’ignoranza pervadente ed esilarante che non conoscono la lingua italiana. In pratica, cacchio, visto che i teatri li riempi e sei evidentemente di una bravura esagerata, rischia un po’: ridivertiti a sperimentare come facevi una volta con Maurizio e Carlo… non ti adagiare su meccanismi troppo facili e rodati… non diventare come quei cantautori che fanno le canzoni sempre tutte uguali… so’ sicuro che se ci riprovi spacchi tutto… ma veramente tutto.

In conclusione spettacolo consigliato anche per incrementare beta endorfine e cortisolo. Il mio sistema immunitario ha gioito delle risate e so’ uscito quasi senza febbre… quindi consiglio alle case farmaceutiche di studiare meglio questo fenomeno e, magari, fatevi aiutare da Vincenzo, va!

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