Tutto quello che vuoi.

Dieci minuti di applausi al Bif&st 2017. Questa l’accoglienza per il nuovo film di Francesco Bruni ‘Tutto quello che vuoi’ che arriva al cinema dall’11 maggio con 01 Distribution. Protagonista un’insolita coppia formata da Giuliano Montaldo e Andrea Carpenzano. Con loro Emanuele Propizio, Donatella Finocchiaro, Antonio Gerardi, Andrea Lehotska, Riccardo Vitiello, Carolina Pavone e, soprattutto, Arturo Bruni e Raffaella Lebboroni (figlio e moglie del regista).

Ma che ci fa il regista Giuliano Montaldo, nei panni dell’anziano poeta Giorgio colpito da Alzheimer, a giocare con quattro giovani coatti romani alla playstation in una casa del Gianicolo? Per Francesco Bruni non è stato un problema: “ho scoperto, è anche il caso di mio figlio, che c’è oggi grande empatia nei confronti dei nonni, mentre verso i genitori resta l’elemento conflittuale”.

Liberamente ispirato a ‘Poco e niente’ di Cosimo Calamini (Garzanti), il film racconta la storia di Alessandro (Andrea Carpenzano), un ventiduenne trasteverino ignorante e turbolento. Sarà a lui che, per pochi euro, si occuperà di far passeggiare l’anziano poeta nel pomeriggio e che, alla fine, coinvolgerà anche i suoi simpatici amici (Emanuele Propizio, Arturo Bruni e Riccardo Vitiello) nella sua casa a tenergli compagnia. E Giorgio, ottantacinquenne poeta dimenticato ormai da tutti, alla fine creerà, tra lucidità e Alzhaimer, un vero rapporto con lui e i suoi compagni.

Col passare dei giorni, dalla confusa mente dell’anziano poeta, e dai suoi stessi versi graffiti sulle mura del suo studio, affiorerà un ricordo del suo passato che porterà lui e i suoi nuovi giovani amici a un’ultima avventura: una vera e propria caccia al tesoro. Seguendoli, Alessandro si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di quella ricchezza nascosta, e di quella celata nel suo stesso cuore.

“Ci metto un po’ di tempo ad accumulare le storie che giro – spiega Francesco Bruni, già regista di ‘Scialla’ -, ma poi sono successe nella mia vita tante cose, la malattia dolorosa che ha colpito mio padre, mancato all’inizio di quest’anno. Negli ultimi tempi scambiava ormai persone e i luoghi, poi ho scoperto Trastevere, dove ho girato parte del film dopo esserci andato a vivere”.

Giuliano Montaldo, attualmente presidente dell’Accademia del Cinema Italiano per i Premi David di Donatello, afferma: “Mi ha convinto Bruni: mentre mi raccontava la sceneggiatura si commuoveva, ma la cosa che mi ha fatto sobbalzare è stato quando mi ha detto che voleva me come protagonista. Non è stato facilissimo entrare in quel personaggio. Era più dura per me fare la parte del poeta che quella di rimbambito che mi veniva sicuramente più semplice. Che bello poi quando entrano questi ragazzi nella mia casa: mi fanno giocare alla Playstation, mi fanno fumare, è la vita che esplode”.

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