Il mostro della laguna nera è un romanticone

Al cinema a San Valentino non ci sarà solo 50 sfumature di rosso, il film finale della trasposizione cinematografica della trilogia erotica di E.L. James, ma anche il suo (ben più meritevole) opposto: La forma dell’acqua (The Shape of Water), una vera e propria favola del regista Guillermo Del Toro. Si tratta di un gioiello che mescola spy story, musical, noir, fantasy, eros e sentimenti, con protagonista Sally Hawkins e con uno spietato Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg e Octavia Spencer.

la forma dell'acqua 2“Il modo migliore per raccontare le cose, anche quelle serie, è la favola. Verso le favole gli adulti non hanno difese. Appena gli dici ‘c’era una volta’ tutti si lasciano andare“, aveva spiegato il regista in conferenza stampa a Venezia, durante l’anteprima del film che si è aggiudicato il Leone d’oro 2017. La forma dell’acqua (The Shape of Water) ha vinto anche due Golden Globes (miglior regista e colonna sonora ad Alexandre Desplat) e ben quattro Critic’s Choice (miglior film, miglior regista, miglior scenografia e miglior colonna sonora).

Tutto nasce dal fatto che il governo americano, al tempo della Guerra Fredda e della corsa allo spazio, ha rinchiuso un misterioso uomo-pesce, un mostro della laguna nera, in un laboratorio top secret. Elisa, una donna delle pulizie muta che vive una vita abitudinaria e un po’ noiosa, inizia a portargli di nascosto delle uova, di cui sembra ghiotto. Lentamente, i due iniziano a comunicare tra loro e si uniscono in maniera strana e profonda. Ma intorno a loro un intreccio di spionaggio tra russi e statunitensi complicherà il loro amore. Una storia d’amore atipica, certamente, ma non per questo priva di romanticismo.

THE SHAPE OF WATERLa forma dell’acqua è un vero tributo al cinema d’altri tempi con piccoli e grandi omaggi; dalla casa della protagonista, che vive sopra un cinema chiamato Orpheum che proietta La storia di Ruth e Mardi Gras (con una ‘s’ sola), alla vecchia tv del vicino che manda in onda di continuo i grandi varietà musicali con Bojangles, Betty Grable, Carmen Miranda, Alice Faye e, naturalmente al mostro della Laguna Nera, un film horror fantascientifico del 1954 diretto da Jack Arnold, girato in bianco e nero in formato stereoscopico, divenuto un vero cult.

Per realizzare l’uomo-pesce, Guillermo del Toro ha fatto affidamento su una combinazione di make-up e immagini generate al computer. L’attore Doug Jones, che ha collezionato una carriera da interprete di creature memorabili sotto strati di trucco – è già stato il demone de Il labirinto del fauno e Abe Sapien in Hellboy – è stato scelto per interpretare il ruolo dell’anfibio.

Il film metterà in luce i veri mostri, non quelli verdi o incapaci di parlare, ma quelli senza scrupoli che non sanno amare. Insomma, anche le creature della laguna ballano e scopano: “si balla, si fa sesso e c’è anche una deriva politica, quella dell’amore che vince sulla paura – conclude il regista -. Elisa, la principessa silenziosa fa sesso, si masturba, e tutto questo in modo naturale”.

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