Il castello di vetro di ogni famiglia

Dal 6 dicembre al cinema, Il castello di vetro racconta le avventure di una famiglia eccentrica, resiliente e affiatata: una straordinaria storia di amore incondizionato. Tratto dal best-seller di Jeannette Walls, il premio Oscar Brie Larson porta in vita una giovane donna che, influenzata dalla natura piacevolmente selvaggia del suo problematico padre (Woody Harrelson), trova la determinazione di costruirsi una vita di successo, seguendo le proprie regole.

castello di vetroIl film è tratto da una storia vera, quella della scrittrice Jeannette Walls: “Questa è la magia della narrazione: se una persona riesce a trovare il coraggio di raccontare il proprio vissuto, allora ciò consentirà ad altre persone di essere oneste. È molto importante fare i conti con il proprio passato, e spero che la mia storia incoraggi le altre persone a ripercorrere la loro”.

Nel libro, Walls ha svelato il segreto che aveva custodito a lungo sulla sua giovinezza: un’infanzia particolarmente oscura, fatta di povertà, catastrofi, atti di ribellione e reclusione dalla società. Eppure forse la cosa più sorprendente del libro della Walls, per quanto straziante, è il suo senso di profondo amore familiare, un amore magico e tanto smisurato quanto la particolarità dei suoi genitori. Ciò le ha permesso di trasformare la sua giovinezza in una grande avventura e in un percorso rigenerante verso la redenzione. Passando attraverso la fame e la crisi, a notti stellate di incanto, Walls ha provato sulla sua pelle tutta la luce e le tenebre del mondo.

Il libro è letteralmente esploso nella scena letteraria ed è rimasto sette anni nella lista dei best-seller, incantando i lettori con la sua storia avvincente di una famiglia nomade che vive secondo le regole spericolate dei genitori. Al centro della storia c’è la determinazione della Walls di sopravvivere, di andare via e farsi la propria vita, ma senza abbandonare l’affetto complicato che prova per i genitori, la cui indole selvaggia era allo stesso tempo meravigliosa e catastrofica.

Il libro della Walls era una storia d’amore, piena di cuori spezzati, promesse non mantenute e bisogni nascosti, ma era anche un libro che scavava nel profondo, sulla natura intrinseca e trascendentale dell’amore, a prescindere da chi si è o da dove si provenga. Una storia molto cinematografica: una fiaba che racconta di una vita vissuta in auto e in baracche, fino ai vertici dell’editoria di New York. Una storia a cui il cosceneggiatore e regista Destin Daniel Cretton si è legato subito, non appena l’ha letta.

Cretton ha scoperto la capacità della Walls di interrogarsi apertamente sul comportamento veramente estremo dei suoi genitori, pur provando ancora compassione per loro, e ha voluto porre l’accento su quest’aspetto nel film. “Ogni pagina del libro di Jeannette mostra un nuovo aspetto di questi personaggi incredibilmente complicati e le loro relazioni reciproche. Un momento ti stai innamorando di un personaggio, ma poi fa qualcosa per farsi odiare, e poi giri la pagina e lo ami ancora. È tutto così profondamente umano”. Per Walls, Cretton aveva centrato quell’unica idea che anche lei sentiva che dovesse emergere da qualsiasi adattamento cinematografico: che la sua famiglia, per quanto difficile e disordinata, riflettesse quel bisogno umano universale di rimanere legati ai propri cari, non importa quanto ci mettano alla prova. Dopo la pubblicazione del libro, lei ha scoperto che molte più persone di quanto potesse immaginare, la pensavano come lei. “Una delle tante benedizioni dell’aver raccontato la mia storia nel libro è che la gente non solo ci tiene, a volte ci tiene anche più di me”, dice Walls. “Ci sono così tante persone là fuori con storie che, pur non essendo identiche alla mia, condividono qualcosa di profondo con la mia. Nel raccontare questa storia, fatta di grandi difficoltà e di grande ricchezza, non solo mi sono riappacificata con la mia infanzia, che ho cercato di nascondere per molto tempo, ma mi sono riappacificata anche con le altre persone”.

TGC_R5_1.5.10.tifJeannette Walls aveva lavorato per molti anni come editorialista a New York prima di rivelare a tutti le sue origini particolari. Aveva compreso che le asperità e le tribolazioni che aveva affrontato crescendo, erano lontane ormai anni luce. I suoi genitori, Rex e Rose Mary Walls, spiriti liberi e sprezzanti di tutte le istituzioni, non avrebbero mai cambiato il loro modo di comportarsi e di vedere le cose, anche se i loro figli soffrivano incredibilmente per questo. Walls trascorse i suoi primi anni di vita letteralmente per strada, vagando senza radici dalle città nel deserto del sud-ovest fino ai camping di montagna, senza mai avere una fissa dimora. Tutta la sua famiglia era schiava del padre, Rex, un uomo diabolicamente carismatico e brillante che, quando era sobrio, catturava l’immaginazione dei suoi figli, insegnando loro la scienza, mostrando loro le meraviglie del mondo e, soprattutto, esortandoli ad abbracciare la vita senza paura. La loro madre Rose Mary, pittrice bohémienne, era altrettanto affascinante, ma ancor meno impegnata nelle responsabilità di prendersi cura di una famiglia. Entrambi i genitori credevano nel proprio stile di vita, anche se ciò significava essere poveri. Quando i soldi finirono e il sogno della vita errante iniziò a svanire, la famiglia si ritirò in una città mineraria del West Virginia, andando a vivere nella casa fatiscente che sarebbe diventata l’alter ego del “castello di vetro”, la sorprendente e fantastica casa a energia solare che Rex Walls ha sempre promesso che avrebbe costruito. Quando la disfunzionalità della famiglia s’intensificò, Jeannette e i suoi fratelli furono sempre più costretti a difendersi da soli, sostenendosi a vicenda per sopravvivere e incoraggiandosi a scappare via. Eppure, anche quando Jeannette scappò, lasciandosi alle spalle gli Appalachi, per diventare una scrittrice nella grande città, non riuscì mai a staccarsi dalla sua famiglia. Più cercava la propria vita e le proprie relazioni, più si rendeva conto di dover fare i conti con quello che la famiglia Walls aveva vissuto insieme, tutto ciò che aveva visto ai margini della società americana. Fu allora che la Walls iniziò a scrivere.

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