Scappo a casa senza Giovanni e Giacomo

Aldo Baglio è Michele, il protagonista del film Scappo a casa, diretto da Enrico Lando, al cinema dal 21 marzo; una storia di incroci inaspettati e sentimenti fortissimi, raccontata attraverso la grande comicità e la stralunata delicatezza umoristica che caratterizzano da sempre la vena esilarante del sicilianissimo Aldo, questa volta senza Giovanni e Giacomo.

scappo a cas ©PaoloGallettaPer Michele quel che conta è apparire: far colpo sulle belle donne (solo per accumulare punti su un’applicazione di incontri), guidare macchine di lusso (non perché ne sia proprietario ma perché lavora come meccanico nella concessionaria che le vende) e curare maniacalmente il proprio aspetto esteriore e la propria energia psicofisica (anche con l’aiuto di un parrucchino e di qualche farmaco stimolatore). È quindi un assiduo frequentatore dei social network, che gli permettono di diffondere l’immagine desiderata ma irreale di sé. La sua vita superficiale lo rende solo, concentrato su se stesso e intollerante verso qualsiasi forma di diversità: è il classico italiano medio schiavo degli status symbol, che disprezza tutto ciò che non appartiene al suo (seppur falsificato) mondo. Per Michele, se non sei un italianissimo maschio alfa abbronzato, con capelli foltissimi e fisico palestrato, se non frequenti donne bellissime e non hai un Rolex (anche finto) e una macchina di lusso, sei disprezzabile e da allontanare come la peste. Ma il destino ha in mente una vendetta diabolica e spassosissima: quando Michele andrà a Budapest per lavoro (e per rimorchiare su un bolide fiammante), sarà vittima di alcuni incidenti tragicomici da cui scaturiranno incontri bizzarri, avventure impreviste e fughe rocambolesche destinate a stravolgere la sua vita per sempre.

aldo baglio scappo a casa“Questo film – afferma Aldo Baglio – è nato dalla voglia di raccontare una storia e a ispirarmi è stata l’idea del cambiamento. Quando abbiamo pensato a Michele ci siamo detti: prendiamo un uomo qualunque, egoista e intollerante, e facciamogli vivere il suo peggior incubo. Michele è un uomo superficiale, vive di apparenza, disprezza tutto ciò che è diverso dal suo mondo. L’unica cosa che lo stimola è il mantenimento dei suoi status symbol: forma fisica, belle auto, belle donne. Il destino però decide di metterlo davanti a ciò che fino a quel momento ha cercato di evitare: il confronto con chi è diverso da lui. All’inizio lo muove solo l’opportunismo, ma poi scopre un Michele sconosciuto, si mette in gioco, cambia e questo lo fa star bene. Lungo la storia, avventurosa e movimentata da tantissimi incontri, Michele verrà scambiato per un immigrato, non riesce nemmeno a superare il test del riconoscimento vocale per provare che è italiano. Si ritrova all’estero, senza documenti, senza cellulare, insieme ad altri immigrati. Ma quella che ho voluto raccontare non è una storia sulla immigrazione, è un tema troppo grande e delicato perché io possa occuparmene degnamente. Ho solo voluto raccontare la storia di un uomo superficiale, che scopre quanto è bello guardare oltre le proprie paure e le proprie resistenze. Fino a rischiare la vita per gli altri. Non so se diventa un uomo migliore, credo diventi un uomo più felice. Per fortuna, come dice il film, solo gli imbecilli non cambiano mai idea”.

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