Suor Cristina sarebbe stata censurata.

Oltre 300 lungometraggi e 84 cinegiornali, 18 pubblicità e cortometraggi, 28 manifesti censurati, filmati di tagli di 75 film oltre a quelli di 15 cinegiornali, con videointerviste a testimoni e studiosi. E’ on line “Cinecensura, cento anni di revisione cinematografica in Italia” la mostra virtuale promossa da Direzione Generale per il Cinema del MiBACT in collaborazione con CSC- Cineteca Nazionale, un viaggio attraverso un secolo di sequestri, tagli, divieti.

Il 31 maggio 1914, infatti, partiva il regolamento attuativo della revisione cinematografica in Italia. E se suor Cristina invece che a ‘The Voice 2014’ avesse partecipato a un film del secolo scorso, probabilmente sarebbe stata censurata, così come lo sono state alcune suore filmate mentre giocavano a calcio.

zaza“Invece di esprimere la volontà di guardare avanti cancellando il ricordo delle limitazioni dell’espressione artistica avvenute nel passato, con Cinecensura ci si propone di accendere i riflettori proprio su quei fotogrammi, quelle battute, quelle scene che non hanno potuto vivere finora sullo schermo per ridisegnare quella Italia che poteva essere e non è stata – ha detto lo sceneggiatore Stefano Rulli, Presidente della Cineteca nazionale – Attraverso i brani dei film tagliati, i documenti della censura preventiva, i bozzetti dei manifesti censurati, le sentenze e gli atti parlamentari, si può infatti ricostruire non soltanto un’inedita storia del cinema ma anche, riprendendo la felice definizione di Guido Crainz, quel “paese mancato” chiamato Italia”.

L’iniziativa è stata presentata a Roma al cinema Trevi dal regista Tinto Brass, dal produttore Galliano Juso e dallo storico del cinema Tatti Sanguineti.

Questo percorso on line mette a disposizione del pubblico i brani dei film tagliati, i documenti della censura preventiva, i bozzetti dei manifesti censurati, gli atti parlamentari, le sentenze e tanti altri materiali, insieme a saggi critici e interviste inedite ai protagonisti.

Il percorso si sviluppa in 3 sale. La prima riguarda I temi ed è organizzata sulle aree tematiche Sesso, Politica, Religione e Violenza, ambiti in cui la censura cinematografica ha esercitato principalmente la sua azione. La sala n. 2, Il sistema censura, è dedicata ai protagonisti della “macchina censura” e contiene: Il Parlamento, I Cattolici, I Produttori, L’Avvocato. I modi della censura è la terza sala, dedicata alle diverse tipologie di censura cinematografie e contiene le sezioni: Il Muto, Censura Preventiva, Documenti 1922 – 1946, Sequestri e Luci Rosse, Riedizioni Televisive. In ogni sottosezione è presente un video, un testo critico e un mosaico composto da tutti i documenti (tagli video, manifesti, documenti d’archivio) relativi alla tematica scelta.

larryLa sezione La collezione consente un accesso diverso da quello tematico. Al suo interno troviamo la “collezione permanente”, ovvero tutti i documenti in mostra raggruppati per tipologia: Lungometraggi, Cortometraggi, Cinegiornali, Manifesti. È presente anche una sezione Testimonianze, con contributi video e una Bibliografia. Registi è la sezione con le filmografie complete di Pier Paolo Pasolini e Stanley Kubrick, omaggio a due grandi esponenti del cinema internazionale. Inoltre, in Ricerca, attraverso un sistema di tag, è possibile ricercare un contenuto specifico della mostra, digitando parole chiave riferite al documento ma che non appaiono direttamente sul suo titolo, ad esempio un argomento, un regista e altro ancora. Un processo intuitivo di elaborazione collega la ricerca a tutti i contenuti riferiti alla tag digitata.

Naturalmente è Ultimo tango a Parigi (1972) di Bertolucci il film-simbolo della guerra tra censura e libertà espressiva. Denunciato e condannato “al rogo” per la scena in cui «il protagonista, utilizzando del burro, possiede contro natura la ragazza». Vani i tagli per 9,80 metri di pellicola.