Porci con le armi.

sod1I replicanti di Blade Runner, Rutger Hauer e Daryl Hannah, si ritrovano dopo 30 anni a essere due “porci con le armi”, così come li definisce Danny Glover che, insieme a Michael Madsen e Stephen Baldwin sono i protagonisti di ‘2047 Sights of death’. Un film prodotto e realizzato in Italia in perfetto stile action movie americano, che avrebbe dovuto osare forse un po’ di più, visto il cast all star hollywoodiano.

La pellicola, prodotta da Andrea Iervolino e Monika Bacardi per Ambi Pictures, è diretta da Alessandro Capone sul soggetto dell’emergente Tommaso Agnese.

sodL’ambientazione futuristica racconta di un governo osteggiato da un gruppo di ribelli capitanato da Sponge (Danny Glover). Il capitano Willburn, (Stephen Baldwin), in una missione scopre un genocidio e affronterà in una battaglia personale un losco esercito comandato dal colonnello Asymov (Rutger Hauer) e dovrà vedersela con il mercenario Lobo (Michael Madsen). Grazie al maggiore Anderson (Daryl Hannah) e a Tuag (interpretata dall’unica italiana protagonista, Neva Leoni) Asymov farà la stessa fine del replicante Roy Batty nel film di Ridley Scott.

‘2047, sights of death’ è uscito al cinema in sordina in solo 9 sale lo scorso 24 luglio dopo l’anteprima al festival di Ischia e la presentazione al Fantafestival di Roma, ma sta registrando buoni incassi: ha debuttato 18esimo nella classifica degli incassi la prima settimana ed è salito al 13esimo posto, con la più alta media di spettatori per copia.

sod4Alessandro Capone – non nuovo al film di genere, dopo l’esordio horror di Streghe (1989) – descrive un tutt’altro che rassicurante futuro della Terra, rappresentata da fumose metropoli nuclearizzate e prevalentemente realizzate in edifici diroccati che si trovano, in realtà, nel quartiere romano del Tiburtino. Il film è stato girato di notte in meno di 4 settimane e in economia rispetto alle mega produzioni americane, ma non risente del minor knowhow nella realizzazione di blockbuster.

“Il film – spiega il produttore Andrea Iervolino – è una produzione nostrana al 100% ma vuole unire l’industria italiana e quella americana per attrarre un pubblico internazionale”.

Il tentativo dell’operazione è quello di dimostrare che, anche in Italia una certa tipologia di prodotti dal respiro internazionale e finalizzati a divertire lo spettatore sfruttando azione e, quando possibile, effetti speciali, è ancora possibile.

sod3Merito quindi alla produzione, ma meno alla sceneggiatura del film che forse avrebbe dovuto sfruttare al meglio le doti degli interpreti. In particolare quella di Michael Madsen che fa la sua entrata in scena in un bagno angusto, con una ‘mercenaria’ inquadrata di spalle e intenta a una pratica orale sull’attore tarantiniano. Se tutto il film fosse continuato su questa linea spregiudicata, avremmo beneficiato di un nuovo capolavoro indie.