Appesa a una corda di violoncello.

resta-anche-domaniIl boom dei teen-drama di estrazione letteraria non accenna ad arrestarsi e dopo i recentissimi Colpa delle stelle e The Giver, arriva nelle sale cinematografiche un ulteriore adattamento di un romanzo young adult, Resta anche domani.
La penna, stavolta, è di Gayle Forman e la materia è davvero molto simile a quella trattata in Colpa delle stelle, ovvero l’amore e la malattia, anche se c’è quella leggerissima contaminazione fantastica che sembra aver ormai fatto la fortuna di ogni prodotto letterario/cinematografico indirizzato a un pubblico under 20.
Mia Hall è cresciuta in una famiglia di musicisti, di rocker, per l’esattezza, e il suo destino non potrebbe essere differente, se non fosse che la sua passione è il violoncello e la sua aspirazione è entrare nella più prestigiosa scuola di musica degli Stati Uniti. Mia, però, conosce Adam, che fa musica rock, e se ne innamora perdutamente, ricambiata: ora il suo dilemma è scegliere tra il suo amore e il suo sogno musicale, che la porterebbe a studiare in un altro Stato, lontano da Adam. Ma una mattina i sogni e le indecisioni di Mia vengono improvvisamente stroncati da un terribile incidente automobilistico che la fa finire in coma, sospesa tra la vita e la morte.
Questo è l’incipit di Resta anche domani, un flusso ininterrotto di coscienza della protagonista che racconta allo spettatore il suo passato. Distaccata dal suo corpo come se fosse un fantasma, Mia, interpretata dalla prezzemolina – ma bravissima, c’è da dirlo – Chloe Grace Moretz, ripercorre tutta la sua vita fino al momento del fatidico incidente, soffermandosi in particolare sulla sua storia d’amore con Adam, che ha il volto di Jamie Blackley. Un film costruito praticamente a flashback, che ha come luogo topico l’ospedale: le corsie su cui sfrecciano gli infermieri, la sala d’aspetto dove si struggono di dolore i parenti e gli amici della protagonista, e la stanza in cui vegeta Mia mentre il suo doppio spettrale siede al suo capezzale sperando in un happy end.

Il regista R.J. Cutler, qui al suo esordio dopo una lunga gavetta in tv, si adagia su una storia e dei personaggi che di certo non brillano per fantasia e originalità, riuscendo però a cogliere con efficacia quella che è l’unica idea che possa distinguere Resta anche domani dalla massa, ovvero il contesto musicale. La famiglia atipica in cui Mia cresce, la sua vocazione per la musica, la sua anima gemella che fa punk-rock (almeno così lui dichiara, ma di fatto non lo è), sono tutti tasselli di un discorso unico che tende a inserire la storia in uno scenario che non sia il “solito scenario” da teen movie. Alla fine il risultato complessivo non ne trae beneficio più di tanto, ma almeno si può apprezzare la scelta di differenziarsi.

_DSC8414.NEFResta anche domani è fondamentalmente un film drammatico che pone al centro di tutto tanto l’amore quanto la tragedia che travolge la protagonista e la sua famiglia. Per cui, come ogni lacrima-movie che si rispetti, preparatevi una scorta di fazzolettini perché Cutler si sbizzarrisce in una serie di facilissimi espedienti che puntano molto all’emotività dello spettatore.

Il cast funziona a dovere e vicino ai due protagonisti Mortez e Blackley, recitano Joshua Leonard e Mireille Enos nel ruolo dei genitori di Mia, una coppia anticonformista che se da una parte fa simpatia, dall’altra risulta davvero troppo finta.

Il target di riferimento di Resta anche domani è quello delle teenagers, ma sicuramente apprezzeranno anche le loro madri. Obiettivamente siamo di fronte a un film di discreta fattura e ben confezionato, che si presta a sbancare i botteghini, però di certo non abbiamo tra le mani né un’opera originale e memorabile né un prodotto che possa soddisfare i palati di pubblici molto ampi. È melò per ragazzine… tutto qui!

Roberto Giacomelli