Mio Papà.

mio papa3Alice nella città apre il Festival di Roma con un film alla “Kramer contro Kramer”, come Giorgio Pasotti ha definito il suo nuovo film in cui è anche sceneggiatore.

mio papa7Mio papà” è il titolo del film che avrebbe dovuto essere il primo da regista per Giorgio Pasotti. Invece il compito è stato affidato al suo amico Giulio Base, che ha creduto nella storia e ha sposato la sceneggiatura realizzata insieme ad Alessandro Pondi, Paolo Logli, Mauro Graiani e Riccardo Irrera.

mio papa6Nel cast l’enfant prodige Niccolò Calvagna (per lui 3 film quest’anno all’attivo, trai quali Indovina che viene a Natale di Fausto Brizzi e Meraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani), Donatella Finocchiaro, Fabio Troiano e Ninetto Davoli.

Nel film prodotto da Movie And e Rai Cinema, che arriverà al cinema il prossimo 27 novembre, Lorenzo, eterno ragazzo, lavora come sommozzatore su una piattaforma petrolifera al centro del mar Mediterraneo. Nella sua professione è uno dei migliori. Ha la sua libertà e la sua vita gli piace. Quando si annoia, prende il gommone per scendere a terra e cercare svaghi e avventure galanti. E siccome ci sa fare, la compagnia non gli manca mai.

Fra tante conquiste una ragazza è diversa dalle altre, si chiama Claudia, una che gli piace davvero. La passione scoppia presto, scoppia subito. Lorenzo si addormenta a casa di lei, contravvenendo alle sue regole da single incallito e durante la notte ha una sorpresa: un bambino lo fissa dalla porta. E’ Matteo, ha sei anni. Nella testa di Lorenzo, di rivedere o di avere una relazione con una donna con prole a carico non se ne parla neanche.

‘Non se ne parla neanche’. E’ quello che si ripete anche al lavoro, sotto decine di metri di acqua, mentre salda e ripara un oleodotto. Ma Claudia si fa viva, lo invita a cena e lui non riesce a sottrarsi. Il piccolo no però, non lo vorrebbe proprio vedere, non lo vorrebbe proprio conoscere. Ma come si fa a frequentare una donna e ad innamorarsene pian piano facendo finta che suo figlio non esista? Quindi Lorenzo fa dei passi avanti col bambino, senza aver considerato una cosa: quel bimbo non le vuole. Non vuole stare con lui e non lo vuole in giro per casa, tantomeno ama sentirlo nominare dalla madre. Nasce un vero e proprio scontro. Nonostante ulteriori difficoltà, poi le cose cambiano.

mio papa2Lorenzo riesce a farsi amare, diventa paziente, diventa amorevole. Gli amici/colleghi sommozzatori non lo riconoscono più. La sua vita è ormai diventata di quell’altra famiglia. Claudia deve fare un viaggio all’estero e i due ‘maschi di casa’ decidono reciprocamente di passare quel periodo di tempo insieme. Un periodo che sancisce il loro legame infinito. Si divertono, litigano, ridono, vanno a pesca, corrono in moto, dormono e mangiano insieme. Insomma, si scoprono molto più simili di quanto credessero: è come se fossero un vero padre e un vero figlio, al di là dei legami di sangue. Passano i mesi e Claudia per Lorenzo è diventata “amore”, Claudio per il bambino è diventato “papà” (quello vero, non lo sopporta proprio). Tutto sembrerebbe procedere verso il vissero felici e contenti.

pasottiIl destino li porterà verso una conclusione inaspettata.

Il regista Giulio Base e l’attore Giorgio Pasotti, sono grandi amici “soprattutto per la fede calcistica”. Base, 49 anni, è sposato con Tiziana Rocca, hanno due figli Vittorio e Valerio. Lei aveva già una figlia, Cristiana, dal primo matrimonio. Pasotti, 41 anni, ha una figlia, Maria, dalla compagna Nicoletta Romanoff, che aveva già due figli, Francesco e Gabriele.

“L’idea è stata di Giorgio – spiega Base -. Eravamo in treno e lui stava attraversando una crisi con la sua compagna e a queste difficoltà si univa la preoccupazione di perdere il rapporto con Francesco e Gabriele, cui si sentiva molto vicino: figli non di sangue e Dna, ma di scelta”. “Ne sono stato rapito da subito perché era anche un pezzo della mia vita, che poi è simile a quella di moltissimi altri padri adottivi: l’esperienza di amare figli non propri”. “Si tratta di rapporti non facili – conferma Pasotti – soprattutto all’inizio. Si cammina in equilibrio precario, non si sa mai quale sia il confine, di educazione e di affetto, entro cui ci si può muovere. È un amore in punta di piedi anche perché ci sono quasi sempre i padri e le madri veri”. Il film non si occupa tanto del rapporto tra vecchie e nuove famiglie, ma del legame che resta dopo, quando anche la nuova famiglia si è dissolta.

Per Giorgio Pasotti, fan sfegatato del film «Kramer contro Kramer» con Dustin Hoffman padre separato, “il padre ideale non esiste. Certo fare il genitore, oggi come ieri, è una delle cose più difficili che ci siano. Io cerco di essere il più presente possibile con mia figlia, lo faccio per me prima che per lei, cerco di conoscerla. Non sono un tipo fermo, no: spesso sbrodolo. In generale penso che diamo troppo per scontato i figli, e forse proprio per questo il legame che creiamo con i figli acquisiti è più puro: perché è frutto di impegno, fatica, un apprendistato”.

Ninetto Davoli, che nel film interpreta ‘Orso’, conclude: “nel film ci sono due persone che si scelgono per amore. Oggi purtroppo non c’è più l’abbraccio tra padri e figli, perché siamo tutti presi dalla routine”.

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