Tutto è crollato.

Dieci anni dopo il collasso del sistema economico occidentale, nel mondo non ci sono più regole, la violenza impera e tutte le risorse naturali si sono esaurite. In questo scenario post-apocalittico, Eric (Guy Pearce), intraprende un lungo e duro viaggio attraverso il deserto australiano, all’inseguimento della banda criminale che gli ha sottratto l’unica cosa che ancora possedeva, la sua automobile. Durante il viaggio l’uomo si trova costretto a condividere il proprio cammino con il giovane Rey (Robert Pattinson), un ragazzo ferito, abbandonato dalla gang dopo l’ultima rapina.

The RoverScritto e diretto nel 2011 da David Michôd, autore e regista dell’universalmente apprezzato e affascinante “Animal Kingdom”, “The Rover” è un thriller teso e feroce, che s’inserisce nel solco della tradizione dei western per antonomasia, incentrati su un classico antieroe. All’indomani dell’emozione del lancio internazionale di “Animal Kingdom”, Michôd decise che il suo film successivo sarebbe stato “The Rover”, scegliendo di tornare in Australia e
realizzare la pellicola localmente con la produttrice Liz Watts della Porchlight Films, con cui aveva collaborato per “Animal Kingdom”. Quando le ha mostrato una prima bozza della sceneggiatura del film, Liz Watts è rimasta immediatamente colpita: “Era di un’eleganza splendida e semplice, pienamente in linea con lo stile di Michôd, e dietro quella semplicità si celava una complessità che ha suscitato il mio interesse”.

The Rover - locandinaAl momento del casting, Michôd aveva già in mente Guy Pearce per il ruolo di Eric, il “Rover” (vagabondo) che dà il titolo al film. Michôd aveva immaginato il personaggio come un uomo nel mezzo dei suoi 40 anni, con alle spalle una vita durante la quale aveva sperimentato la graduale ma costante crisi economica del mondo in cui è ambientato il film. “Volevo che il personaggio fosse una persona che avesse vissuto quella crisi mondiale, che ricordasse un tempo in cui le cose erano diverse e che fosse preda di un risentimento pronto a manifestarsi in modo veramente criminale e pericoloso…”.

The Rover è ambientato in un non meglio precisato futuro prossimo, ma, in sostanza, è un film pienamente attuale. È incentrato sull’avidità delle sregolate economie occidentali, capaci di distruggere se stesse, e sull’inevitabile riequilibrio del potere globale. Il film affronta i problemi apparentemente irrisolvibili dell’avidità umana e della distruzione ambientale, oltre che la disperazione che queste forze potrebbero suscitare nelle persone in difficoltà. Ma, soprattutto, la storia descrive il modo in cui tali fattori sono in grado di influenzare la vita emotiva delle persone.

_ROW3365.nef“A differenza di molti film la cui la storia si colloca in un futuro distopico – afferma il regista David Michôd -, non voglio che la devastazione di The Rover venga vista come la conseguenza di un singolo improvviso cataclisma o evento apocalittico. I finti cataclismi spesso fanno sì che gli spettatori prendano le distanze dal cuore della storia. Io voglio invece che The Rover sia avvertito come un mondo pienamente immaginabile nel futuro prossimo, un mondo depredato da forze reali e dai sistemi che attualmente operano intorno a noi. L’Outback australiano di The Rover è parte di un mondo che ci viene descritto dieci anni dopo il grande crollo dell’economia occidentale. Siamo in un futuro molto vicino caratterizzato dal degrado sociale ed economico: i servizi, la legge e l’ordine pubblico sono caduti in un pericoloso stato di sfacelo. Eppure, arriva gente da tutti gli angoli del mondo per lavorare nelle miniere che alimentano il nuovo ordine mondiale e i suoi centri del potere, il cuore del benessere asiatico”.

_ROW3779-Edit-2.tifIl mondo descritto nel film, come tale, è uno specchio della corsa all’oro australiana e americana del XIX° secolo. La gente è attratta dalle preziose miniere di questa terra e per questo arrivano anche parassiti, reietti, trafficanti e criminali che sperano di conquistarsi una fetta dei profitti. Non è un crollo totale della società, è piuttosto un’inversione delle dinamiche odierne del potere globale. È l’Australia vista come un paese del Terzo Mondo ricco di risorse. È uno specchio della violenza e dei disordini contemporanei di paesi quali la Sierra Leone, la Repubblica Democratica del Congo, la Nigeria e la Guinea. E al centro di questo mondo ci sono due uomini: uno è un australiano amareggiato, un ex soldato che ha perso la sua fattoria e la sua famiglia e l’altro è un ragazzo americano semplice e ingenuo, troppo giovane per ricordare il tempo in cui le cose andavano diversamente.

_ROV7089.nefThe Rover è stato girato nell’arco di sette settimane in una remota regione dell’Australia meridionale. Le riprese sono state una sorta di “road trip” che si è snodato attraverso l’incredibile bellezza e desolazione dei Monti Flinders, a nord di Adelaide. Alcune delle location lungo il tragitto sono state le città di Quorn, Bruce, Hammond, Parachilna e Leigh Creek. Il luogo in cui ci siamo fermati più a lungo (tre settimane) è stato Marree, una piccola città a otto ore a nord di Adelaide, vicina al lago Eyre, all’incrocio tra l’Oonandatta Track e la Birdsville Track. Non appena Watts e Michôd hanno fatto un primo giro di ricognizione della zona hanno capito subito che la città era una location perfetta per girare. È un avamposto unico alla fine della strada asfaltata, prima del Deserto Simpson. Nessun film era mai stato girato prima di “The Rover” in questa città, che conta una popolazione di appena 90 persone.

The Rover sarà al cinema dal 4 dicembre, distribuito da Koch Media.

I commenti sono chiusi.