Addio al regista Luca Ronconi.

E’ morto in ospedale all’età di 81 anni il regista teatrale Luca Ronconi, che diresse il Teatro di Roma e il Piccolo di Milano.

imageLuca Ronconi ha firmato nella sua lunga carriere regie teatrali e liriche sempre nel segno dell’innovazione.

Dopo il diploma nel 1953 all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, negli anni Cinquanta é stato attore. Ha esordito come regista con La buona moglie di Goldoni (1963), cui seguirono I lunatici di Th. Middleton (1966), Misura per misura e Riccardo III di Shakespeare, Il candelaio di Bruno, Fedra di Seneca, e il fortunato Orlando furioso (1968; ed. telev. 1975). Tra i suoi lavori più celebri l’Orestea di Eschilo (1972), Il pappagallo verde di Schnitzler (1978), Ignorabimus di Holz (1986), Mirra di Alfieri (1988), Strano interludio di O’Neill (1989), Gli ultimi giorni dell’umanitá di Kraus (1990), Re Lear (1994). Dal 1975 (Valchiria di Wagner) e’ stato anche regista lirico (Orfeo e Euridice di Gluck, Fetonte di Jommelli, Lo zar Saltan di Rimskij-Korsakov; Viaggio a Reims di Rossini; L’Europa riconosciuta di Salieri; Falstaff di Verdi; Turandot di Puccini). Nel 1977 ha avviato il Laboratorio sperimentale di Prato. Dopo le esperienze di Torino e di Roma, assunta la direzione artistica del Piccolo Teatro di Milano, ha messo in scena, tra l’altro, La vita e’ sogno (2000), allestimento del dramma di C. de la Barca, e Peccato che fosse puttana (2003) di J. Ford.

E’ ‘Lehman Trilogy’ l’ultimo spettacolo firmato dal regista in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 29 gennaio scorso al prossimo 15 marzo. La saga della famiglia Lehman, dall’arrivo in America al crack finanziario del 2008, era stata divisa in due parti autonome: ‘Tre Fratelli’ e ‘Padri e figli’. Ma a dispetto di una durata complessiva di quattro ore e mezza, ‘Lehman Trilogy’ non è un kolossal teatrale, come avevano voluto precisare lo stesso Ronconi e il direttore del Piccolo Sergio Escobar in sede di presentazione, il 27 gennaio scorso, due giorni prima del debutto.

image“Piuttosto – secondo la definizione di Ronconi – si tratta di una ballata epica che parte dall’11 settembre 1844 con l’arrivo in Alabama dalla Baviera di Henry Lehman (Massimo De Francovich), seguito dai fratelli Emanuel (Fabrizio Gifuni, al debutto con Ronconi) e Mayer (Massimo Popolizio)”.

“Nei Lehman si verifica un meticciato culturale delle forme di arricchimento – aveva spiegato il regista – e forse nell’abbandono delle radici sta la loro predestinazione al fallimento”.

‘Lehman Trilogy’ era stato un ritorno all’argomento economico dopo ‘La compagnia degli uomini’, per Luca Ronconi, che aveva avuto un ultimo pensiero per il suo pubblico: “Mi piace pensare allo spettatore – aveva detto il regista – come lettore, presto ritornera’ l’esigenza di un teatro di parola”.

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