‘Non essere cattivo’ è la rivelazione di Venezia72.

Tantissime proteste da parte degli spettatori presenti a Venezia per l’esclusione del film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari dal concorso legato alla Mostra del cinema. Ne dà notizia il Codacons, che ha ricevuto le segnalazioni del pubblico.

NECPOSTERLa pellicola, infatti, sta raccogliendo consensi unanimi da parte degli spettatori, come unanimi sono le critiche per la decisione della direzione di inserire il film fuori concorso. Una scelta che non sembra piacere a nessuno e che non pare sufficientemente motivata, al punto da portare il Codacons a proporre “Non essere cattivo” come vincitore della “Coppa Codacons 2015”, premio di consueto assegnato all’autore del miglior commento sulla Mostra del cinema, ma che quest’anno l’associazione dei consumatori prospetta di assegnare al film postumo di Claudio Caligari, come forma di risarcimento per l’ingiusta esclusione dalla gara.

Anche Valerio Mastandrea, in maniera più sfumata ed Emanuel Bevilacqua (assistente alla regia) in maniera più diretta avevano espresso il rimpianto che ‘Non essere cattivo’, il film di Claudio Caligari (morto lo scorso maggio), non fosse alla Mostra di Venezia in gara, ma solo fuori concorso. Il coproduttore Pietro Valsecchi, ha affermato: “ho chiesto ad Alberto Barbera il perchè: mi ha parlato di un film straordinario, ma ha spiegato che la morte dell’autore avrebbe potuto creare imbarazzo. Un premio avrebbe potuto essere visto influenzato, in positivo o in negativo, da questo evento”.

Caligari Mastandrea @GraiaIl film, interpretato da Luca Marinelli e distribuito da Good Films, si svolge a Ostia, nel 1995. Vittorio e Cesare hanno poco più di vent’anni e non sono solo amici da sempre: sono “fratelli di vita”. Una vita di eccessi: notti in discoteca, macchine potenti, alcool, droghe sintetiche e spaccio di cocaina. Vivono in simbiosi ma hanno anime diverse, entrambi alla ricerca di una loro affermazione.

L’iniziazione all’esistenza per loro ha un costo altissimo e Vittorio col tempo inizia a desiderare una vita diversa: incontra Linda e per salvarsi prende le distanze da Cesare, che invece sprofonda inesorabilmente. Ma Vittorio cerca di coinvolgere l’amico nel lavoro. Cesare, dopo qualche resistenza, accetta: sembra finalmente intenzionato a cambiare vita, frequenta Viviana (ex di Vittorio) e sogna di costruire una famiglia insieme a lei. Ancora una volta però il richiamo della strada avrà la meglio sui suoi propositi. Nonostante le continue cadute dell’amico – e anche a dispetto delle discussioni che deve affrontare con Linda su questo punto – Vittorio non abbandonerà mai veramente Cesare, in virtù del legame fortissimo che li unisce e nella speranza di poter guardare al futuro con occhi nuovi.

Vittorio è interpretato dall’ottimo Alessandro Borghi che, insieme a Silvia D’Amico (Viviana) arricchiscono il cast del film in maniera eccezionale. Le loro interpretazioni autentiche e quelle di Elisabetta De Vito (la madre di Cesare), insieme al protagonista indiscusso Luca Marinelli, costituiscono la vera spina dorsale della pellicola, tra le più crude e amare viste in Italia negli ultimi anni.

_MG_4382Il film è un viaggio che parte dalle conseguenze pasoliniane e arriva alle pulsioni di fine millennio, sempre sulla scia di un mondo vissuto e conosciuto personalmente dal regista. Un vero e proprio atto d’amore per una terra di mezzo che vive nel dissidio tra il continuo bisogno di salvezza e la dannazione della miseria. Un film che parla di vite senza speranza, che vede nelle ‘ricadute’ lo spettro della fine incontrovertibile di chi sceglie un’esistenza vissuta giorno per giorno.

“Caligari – afferma Valerio Mastandrea – voleva rappresentare una storia microscopica sullo sfondo di un contesto sociale che corrompe due ragazzi, li stritola. Lui diceva sempre: ‘qui finisce l’epoca pasoliniana, quel candore, quella purezza”.

Per Luca Marinelli “Caligari andava capito. In tutti i suoi personaggi c’è sempre dolcezza, anche quando questi ragazzi si sporcano le mani”. Alessandro Borghi racconta invece così il suo rapporto con il regista: “Ero un po’ impaurito da Claudio, ma poi mi sono lasciato travolgere dalla sceneggiatura e andavo sul set senza fare troppe domande”.

Forse le idee di Caligari non moriranno qui. “Ha fatto solo tre film – dice Mastandrea – che sono davvero pochissimi. Ma ci sono cinque copioni suoi che tireremo fuori dal cassetto, sperando questa volta di non trovare porte chiuse”.

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