Blade Runner vs Blade Runner

Trent’anni dopo gli eventi del primo film che ha trasportato il pubblico in un futuro distopico come mai avvenuto prima, il nuovo Blade Runner 2049 arriva al cinema dal 5 ottobre.

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto Blade Runner continuasse a risuonare nella cultura moderna, facendo da pioniere a quel che poi è diventato un genere completamente nuovo: il neo-noir cyberpunk. Attualmente, il capolavoro visionario di Ridley Scott è considerato uno dei migliori e più importanti film di tutti i tempi, il cui impatto è andato oltre al cinema, e si è esteso alla televisione, alla musica, all’arte, alla moda e perfino ai corsi universitari.

Oggi cambia il regista, ma il prodotto non cambia: Denis Villeneuve prende il posto di Ridley Scott, che diventa il produtTRI-06197tore esecutivo. Gli scenari, le atmosfere, il ritmo e la fotografia rimangono le stesse. Il cinema si rinnova e il film culto del 1982 “rinasce” (si può dire senza fare spoiling della trama). In entrambi i film, ci sono gli esseri umani e ci sono i replicanti, e anche se sembrano molto simili in realtà vengono considerati in maniere differenti perché uno è concepito, e l’altro è creato. E la loro differenza innata è che chi viene concepito si presume abbia un’anima. Ma qual è la natura di un’anima… è esclusivamente umana?”.

In questo seguito, basato sul romanzo di Philip K. “Il cacciatore di androidi”, il protagonista è un nuovo blade runner, un cacciatore di replicanti: Ryan Gosling, ma ritroviamo anche il caro e amato Rick Deckard, alias Harrison Ford. Con loro Ana de Armas, nel ruolo della bellissima ed eterea Joi, Sylvia Hoeks, la cinica replicante, Robin Wright, il capo di K tenente della Polizia di Los Angeles Joshi, Mackenzie Davis, una misteriosa “doxie” di nome Mariette, Carla Juri, Lennie James e anche Dave Bautista, un agricoltore di colture proteiche chiamato Sapper Morton, e Jared Leto, il brillante Niander Wallace, che considera necessari i replicanti per la sopravvivenza dell’umanità … ma non può crearne di più. Anche se si crede Dio.

Ryan Gosling è l’agente K della Polizia di Los Angeles e scopre un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard, sparito nel nulla da 30 anni.

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“Che cosa definisce un essere umano?” Questa è la domanda posta dal regista Denis Villeneuve. E le risposte sorprendenti proposte nel suo nuovo film, Blade Runner 2049, sfidano le nozioni di chi siamo… e dove siamo diretti. Non è la prima volta che ci si interroga sul valore, e sui valori, dell’umanità.

Villeneuve, che si annovera tra i fan del film originale, dice: “Ricordo perfettamente la prima volta che ho visto Blade Runner e di quanto rimasi stupefatto da quello che credo sia tra le uscite più potenti della storia del cinema, sorvolando la Los Angeles del 2019, sopra quel paesaggio di fabbriche di petrolio. Ridley Scott ha mostrato un’immagine molto forte di quello che sarebbe potuto essere il nostro futuro, in modo tanto seducente quanto spaventoso”.

“Esteticamente Blade Runner è stata una rivoluzione – continua Villeneuve – fondendo due generi che, a prima vista, non viaggiano insieme: fantascienza e film noir. Era qualcosa di mai visto prima, e mi ha profondamente influenzato. E’ stato parte della mia educazione cinematografica ancor prima di sapere di diventare regista”.

Scott afferma che malgrado tutte le difficoltà, non avrebbe mai potuto prevedere quanto sarebbe poi diventato iconico uno dei suoi primi lungometraggi. “Quando sei nel bel mezzo della lavorazione non te ne rendi conto – commenta Scott che aggiunge – sapevo che avevamo fatto qualcosa di veramente speciale”.

TRI-05919Al contempo, tuttavia, è emerso che il film di Scott ha predetto una serie di problematiche sociali che sono diventate sempre più diffuse. Ed ora che il nostro pianeta è al culmine di quanto predetto in Blade Runner, sembra più rivelatorio e più rilevante che mai, avendo toccato temi come il decadimento urbano, i cambiamenti climatici, l’ingegneria genetica, la sovrappopolazione, i divari di strati sociali ed economici, e molto altro.

L’idea di filmare un nuovo capitolo della storia di Blade Runner è del produttore Bud Yorkin, che aveva preso parte alla squadra produttrice del film originale, e sua moglie, la produttrice Cynthia Sikes Yorkin. La stessa afferma: “Bud ha sempre sognato di dare un seguito alla storia, ed ero molto felice di sostenerlo nel suo intento. Purtroppo, è morto prima di assistere al completamento del film, ma per lui il solo fatto di sapere che sarebbe stato realizzato è stato uno splendido regalo”.

Ridley Scott afferma: Blade Runner doveva rimanere una storia a sé, eppure sapevamo che c’era ancora tanto da raccontare oltre alle due ore consentite”. Scott ha quindi contattato lo sceneggiatore Hampton Fancher, lo stesso che ha scritto lo script dell’originale Blade Runner.

Nel concepire l’aspetto generale del film, Villeneuve è voluto rimanere fedele allo spirito dell’originale. E osserva: “Il mio obiettivo era quello di onorare l’estetica del film noir del primo, pur dando al nuovo film una propria identità”. A tal fine i realizzatori sottolineano che, pur rifacendosi all’originale, Blade Runner 2049 è un film a sé. “Anche chi non hai mai visto il primo film, non avrà alcun problema a capire la storia di quest’ultimo – afferma Yorkin – Il modo in cui è scritto e presentato, può assolutamente intrattenere e coinvolgere lo spettatore nel dramma, senza necessariamente dover conoscere tutto ciò che è avvenuto prima”.

BR2049_2I filmmaker hanno anche dovuto immaginare le condizioni del pianeta tre decenni prima. Villeneuve chiarisce: Blade Runner è ambientato nel 2019, e se per alcuni versi è stato profetico, sappiamo già che il nostro 2019 sarà ben diverso. Così abbiamo deciso di creare un nostro 2049, per collocare il film in un futuro prossimo. Il mondo di Blade Runner 2049 è un’estensione di Blade Runner, non è un’estensione della vita reale”.

Da questa consapevolezza, continua: “Abbiamo scelto varie opzioni sul design. In Blade Runner la natura stava crollando, perciò dopo 30 anni la Terra affronta condizioni climatiche ancora più gravi che coinvolgono tutto: l’architettura, i veicoli e l’abbigliamento”.

“È come avere un mondo fantastico intorno, pur essendo un essere umano – aggiunge Villeneuve – Blade Runner 2049 è una storia molto intima raccontata su vasta scala”.

Harrison Ford ha reso il protagonista del film Rick Deckard, uno dei suoi ritratti più indelebili del grande schermo. Riguardo al suo ruolo, afferma: “Per certi versi è stato preveggente. Penso che di fronte al progresso tecnologico, le persone abbiano cominciato a notare alcune delle questioni sollevate nel film nella vita reale: così facendo c’era maggior ragione di accettare le tematiche affrontate in Blade Runner”.

Ryan Gosling osserva: “Il film originale è sconvolgente; è difficile da dimenticare. Mette in discussione la propria idea sul significato dell’essere umani, e la capacità di riconoscere l’eroe dal cattivo. È una visione incombente del futuro che in qualche modo è fondata e possibile, eppure è presentata in un modo romantico e irreale, che ti rimane dentro. Il tempo ha dimostrato quanto fosse speciale”.

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Solitamente su Terza Pagina non giudichiamo i film (talvolta quando il film non ci piace ci limitiamo a pubblicare le linee essenziali) ma stavolta non possiamo fare a meno di manifestare entusiasmo per un capolavoro degno dell’originale. L’unica pecca – se vogliamo essere fiscali – è la lunghezza e la lentezza della seconda parte del film.

Come dice a un certo punto il personaggio di Robin Wright, Blade Runner 2049“potrebbe spaccare il mondo”. In mezzo a tutto questo a un certo punto finiscono a loro modo, anche Frank Sinatra ed Elvis Presley.

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