Vivere o morire per 10 giorni senza mamma

“Le mamme sono necessarie fino ai tre anni poi i ruoli sono intercambiabili”. Ma cosa succede se una mamma, che ha rinunciato al lavoro per la famiglia, va via da casa per 10 giorni lasciando tutto nelle mani di un papà, che invece ha sempre lavorato? “10 giorni senza mamma” è la nuova family comedy firmata Alessandro Genovesi in uscita nelle sale cinematografiche, in più di 400 copie, da giovedì 7 febbraio, distribuito da Medusa.

10-giorni-senza-mamma“L’attenzione che io ho posto sia in scrittura che nella direzione degli attori e nel montaggio è quella di cancellare il più possibile la retorica, che in una storia come questa era molto in agguato”, ha spiegato il regista del film, Alessandro Genovesi. “La storia è molto semplice – continua il regista -. Abbiamo raccontato le vicende di una famiglia con un padre (Fabio De Luigi), una madre (Valentina Lodovini) che ha rinunciato al lavoro da avvocato per crescere i tre figli Camilla, un’adolescente ribelle di 13 anni, Tito, 10 anni, furbo e sempre pronto a fare scherzi e Bianca di 2 anni, totalmente libera e ingestibile”. La mamma Giulia, stanca della routine, comunica alla famiglia che sta per partire per dieci giorni di vacanza a Cuba. Carlo si ritrova così all’improvviso in un vero e proprio incubo riuscendo a sopravvivere anche grazie all’aiuto di una “Mary Poppins” (Diana Del Bufalo). Ma il suo lavoro avrà delle ripercussioni. Anche sul lavoro, infatti, le cose non vanno troppo bene, deve infatti vedersela con un collega più giovane che vuole fargli le scarpe e con un capo (Antonio Catania) particolarmente entusiasta della sua azienda.

“Per una volta ho voluto provare a girare un film come lo girerebbe un bambino. Con quella libertà che è propria dell’infanzia” ha commentato il regista Alessandro Genovesi.

“Lei ha scelto di avere dei figli e di abbandonare il suo lavoro: è questo che fa la differenza. Era un avvocato e con il tempo ha perso il proprio rapporto con se stessa per cui decide di andarselo a riprendere. La molla che la fa scattare e le fa decidere di partire è la provocazione del marito: ti lamenti, ma dopo che porti i bambini a scuola hai molto più tempo libero di me”, dice Valentina Lodovini a proposito del suo ruolo. E poi aggiunge: “Questa è una commedia pura, semplice, che non ha volgarità e senza i soliti cliché della coppia in crisi. Abbiamo un rapporto alla pari. Un’altra cosa bella di questo film è che lei non viene giudicata dal marito e dai figli, motivo per cui non bisogna aver paura di seguire se stessi”.

Bonaccione e pieno di impacci e tempi comici giusti, Fabio De Luigi è davvero perfetto per questa commedia: “Sono molto lontano nella vita reale dal personaggio di Carlo, nel senso che sono abbastanza collaborativo con i miei figli”.

“C’era un padre assente che doveva cercare di recuperare il rapporto con i suoi tre figli: con la ragazza adolescente che era arrabbiata proprio perché lui non c’era stato, con quello di otto anni con caratteristiche da terrorista e con quella di due, totalmente libera e ingestibile”, dice il regista che ha diretto i tre giovani attori: Angelica Elli, Matteo Castellucci e la bravissima treenne Bianca Usai (figlia del produttore del film Alessandro Usai). “Bianca avendo due anni parlava con un linguaggio tipo grammelot incomprensibile poi man mano ha cominciato a esprimersi tipo Baricco. Ogni tanto sul set ci fermavamo perché lei dormiva e spesso dovevamo intrattenerla. Abbiamo disegnato una serie infinita di conigli. Talvolta sembrava di essere in un asilo”, racconta De Luigi.

Alice nella città non solo inviterà il pubblico interessato, attraverso i suoi canali, alla premiere di Domenica 3 Febbraio alle 10.30 presso il cinema Adriano di Roma – dove ci sarà una biglietteria riservata per i ragazzi e le famiglie – ma organizzerà anche due proiezioni speciali rivolte agli studenti: martedì 5 Febbraio e martedì 12 Febbraioalle 10.00 al Cinema Caravaggio di Roma alla presenza del regista Alessandro Genovesi e degli attori Giorgia Cardaci e Niccolò Senni.

I commenti sono chiusi.