La vita invisibile di Eurídice Gusmão

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Rio de Janeiro, 1950. Eurídice e Guida sono due sorelle inseparabili che vivono con i loro genitori dagli ideali conservatori. Immerse in una vita tradizionale, nutrono entrambe dei sogni: Eurídice vuole diventare una rinomata pianista, mentre Guida è in cerca del vero amore. Le loro scelte porteranno alla drastica decisione del padre di separarle. Le sorelle prenderanno due strade diverse senza mai perdere la speranza di potersi ritrovare.

Karim Aïnouz porta sul grande schermo a partire dal 12 settembre “La vita invisibile di Eurídice Gusmão”, un film tratto dal romanzo omonimo di Martha Batalha edito da Feltrinelli con protagonisti Carol Duarte, Julia Stockler, Gregorio Duvivier, Fernanda Montenegro e Barbara Santos.

Distribuito da Officine UBU il film ha avuto un’accoglienza straordinaria al Festival di Cannes 2019, dove ha vinto il Premio Miglior Film nella sezione Un Certain Regard assegnato dalla regista di “Cafarnao” Nadine Labaki. Inoltre, è stato scelto per rappresentare il Paese nella corsa alla 92esima edizione degli Academy Awards nella categoria Miglior Film in Lingua Straniera, la cui cerimonia si terrà il 9 febbraio 2020.

Al centro della vicenda la storia di due sorelle, Guida ed Eurídice, due donne complementari, unite e inseparabili, ma che finiranno per essere divise da un destino ingiusto e dalla società patriarcale della Rio de Janeiro degli anni ’50. Affronteranno entrambe un percorso di emancipazione che le porterà a rincorrere i propri sogni senza mai abbandonare la speranza di potersi ricongiungere.

“Ero intenzionato a raccontare una storia di solidarietà – ha dichiarato il regista Karim Aïnouz – una vicenda umana che sottolineasse una forza tanto più grande nel restare insieme di quanto non si affievolisca nel ritrovarsi da soli, indipendentemente dalle diverse specificità di ciascuno. Con “La vita invisibile di Eurídice Gusmão”, ho immaginato un film dai colori molto saturi, con l’obiettivo sempre vicino ai personaggi, tanto da palpitare con loro. Ho immaginato un’opera gravida di sensualità, musica, dramma, lacrime, sudore e mascara, ma anche un film che non nasconde crudeltà, violenza e sesso; un racconto che non ha paura di essere sentimentale, più grande della vita stessa – un film che battesse al ritmo dei cuori delle mie amate protagoniste: Guida ed Eurídice”.

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