In ‘Alien’ di Ridley Scott la minaccia extra terrestre era lontana anni luce, in ‘Life – Non oltrepassare il limite’ l’alieno alfa è in orbita intorno alla Terra.
Il film di Daniel Espinosa che vede protagonisti Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson, Hiroyuki Sanada, Naoko Mori, Olga Dihovichnaya e (poco) Ryan Reynolds, non è un film di fantascienza; non è ambientato in un futuro prossimo o lontano, ma nel presente e la tecnologia è quella reale. Tutto si svolge dentro una stazione spaziale orbitante. Una di quelle in cui soggiornano anche i nostri astronauti dell’Asi, l’agenzia spaziale italiana. E’ proprio qui che si svolge il dramma. Perché Life è un film drammatico e a tratti horror. E quello che accade non è fantascienza – appunto – dopo la scoperta che su Marte la vita è esistita davvero e presto verranno estratti reperti dal sottosuolo con una trivella di due metri.
In Life – Non oltrepassare il limite, l’equipaggio composto da americani, giapponesi e inglesi, compie una scoperta sensazionale: un campione che prova l’esistenza della vita extraterrestre su Marte. Al sicuro in una “incubatrice”, la neonata forma di vita raccolta sul pianeta rosso cresce a vista d’occhio, rivelandosi più intelligente e pericolosa di quanto il gruppo di astronauti pensasse. Soprattutto dopo averla stimolato elettricamente… Insomma, dopo averla fatto incazzare.
Di fronte alla minaccia che l’alieno inizia a rappresentare per l’umanità intera, i superstiti dell’equipaggio tentano di annientarlo affinché non sbarchi sulla Terra. Ma non sarà facile come addomesticare un cagnolino…
Life, prodotto dalla Sony Picture arriva al cinema in Italia dal 23 marzo con Warner Bros. e costituisce il prequel dello spin off di Venom.
Gli astronauti di Life, come quelli di Alien, a cui il film naturalmente si ispira, sono abili nel loro lavoro spaziale ma incredibilmente dissennati nelle fasi dell’emergenza che si viene a creare dopo aver alimentato il mostro. Sanno prendere satelliti al volo con un braccio meccanico, sanno calcolare a mente i secondi che li separa da un imminente impatto con l’atmosfera, sanno perfino prevedere la nascita del figlio di uno di loro prima della partenza della missione e, quindi, portare sulla stazione orbitante un libro di racconti per bambini… ma, incredibilmente, non sanno fronteggiare la tragedia innescando una serie di azioni da autogol incredibili. Una sequenza di “cose da non fare quando un marziano ti vuole uccidere”.