La storia di Godzilla

Nel 1954, la giapponese Toho Co., Ltd. realizzò l’innovativo film sui mostri di Ishiro Honda, “Godzilla”, in un paese che si stava ancora riprendendo dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale. Il film ebbe un incredibile successo in Giappone e, 60 anni dopo, continua a riscuotere consensi in tutto il mondo grazie alla paura e all’orrore dell’era atomica instillate da questa agghiacciante forza della natura.Godzilla jap

Il nome del mostro deriva dal nomignolo di un dipendente della Toho, che per via della sua corpulenza era soprannominato Gojira, parola macedonia tra il termine occidentale gorilla e quello giapponese kujira, che significa balena. Secondo il progetto originale, Godzilla doveva avere l’aspetto di un’enorme piovra.

Godzilla è un Gojirasauro, immaginaria specie appartenente alla stessa famiglia del Tirannosauro, apparsa nel periodo Giurassico-Cretaceo e sopravvissuta fino in tempi recenti, localizzata in alcune isolette dell’Oceano Pacifico, per la precisione le isole di Odo e Ragos. Questo preistorico sopravvissuto viene mutato dalle radiazioni emanate dagli esperimenti nucleari americani (nel remake statunitense dagli esperimenti francesi) che hanno investito l’isola del Pacifico dove viveva. Le radiazioni hanno aumentato smisuratamente le dimensioni di Godzilla che è così divenuto un colosso con zampe grandi come una casa.
E’ un mostro feroce, nemico dell’umanità, anche se nei film degli anni sessanta e settanta ne è diventato alleato per poi ritornare cattivissimo negli anni ottanta. Ma anche quando è pericoloso per gli umani, Godzilla si ritrova spesso nel ruolo dell’eroe, in quanto protegge il Giappone dai vari mostri che periodicamente lo attaccano. Godzilla, infatti, considera il Giappone il suo territorio, data l’abbondanza di cibo e di energia nucleare (sua primaria fonte di energia), e non tollera quindi che questo venga invaso.

“‘Godzilla è il caposaldo dei film sui mostri”, dice Gareth Edwards, il regista britannico alla guida della nuova epica edizione della creazione iconica della Toho. Edwards è cresciuto guardando film giapponesi sui mostri, prima di scoprire su DVD il capolavoro del 1954 di Honda ed è rimasto affascinato dal suo crudo sotto testo allegorico e dalla sua modernità. “Se si andasse a domandare in giro per il mondo del profilo di un dinosauro gigantesco che incombe su una città, tutti saprebbero di chi si tratta — non importa se abbiano visto il film di Godzilla o meno. Ma quello di cui molta gente non si rende conto sul film originale giapponese di ‘Godzilla’, è che si tratta di un film molto serio. Credo che questo sia il motivo per cui si sia così affermato nella cultura giapponese — perché non è soltanto un grande film di mostri, ma anche molto catartico per lo spettatore vedere quelle immagini portate in vita sul grande schermo in modo così viscerale e reale”. Rigirato parzialmente, ammorbidito sul piano metaforico e doppiato in numerose lingue, il film fu distribuito all’estero solo due anni più tardi e così nacque la leggenda. Negli ultimi sessant’anni, l’imponente “Re dei Mostri” ha fatto scuola nella cultura popolare, generando numerosi sequel, un esercito di giocattoli ed ha preso vita in ogni campo, dai fumetti ai videogiochi. Emerse così un nuovo genere di film—kaiju eiga—e Godzilla divenne uno dei più amati e conosciuti eroi della storia del cinema.

godzilla54Bryan Cranston, una delle star del nuovo film, ha ricordi vividi di quando rimaneva incantato a guardare il mostro scatenarsi in TV durante la sua infanzia. “Godzilla con il suo alito di fuoco…distruggeva tutto nella sua scia”, ricorda Cranston. “In realtà era un uomo che indossava un costume e calpestava una Tokyo in miniatura, ma era meraviglioso per noi ragazzini. C’è una parte di me che è ancora lì, ma la sensibilità di come fare un film del genere è maturata; il pubblico si è evoluto. Non si tratta solo di Godzilla che distrugge ogni cosa. La gente nutre ancora delle curiosità per lui, ma vuole anche capire cosa sta succedendo e capire i personaggi che vivono la storia in quel contesto”.

Come Cranston, Thomas Tull della Legendary Pictures è cresciuto divorando film con i mostri, ma nella sua testa il gioiello di punta della Toho la ha sempre fatta da padrone. “A partire dal suo distintivo ruggito al profilo delle pinne dorsali, fino al fuoco radioattivo che gli esce dalle fauci, Godzilla è un’assoluta icona globale”, dice. “Nel corso degli anni, la Toho ha esaminato il personaggio in diversi modi e lo ha contrapposto ad un’intera gamma di creature giganti, ma il mio favorito rimarrà sempre l’originale giapponese, che parlava certamente di un mostro terrificante ma era anche un profondo racconto ammonitorio”.

Tull, produttore del film con Jon Jashni, Presidente della Legendary Pictures e Mary Parent, produttrice di lungo corso e Brian Rogers, cineasta britannico, nutriva da tempo la passione di portare il titanico leviatano sul grande schermo. “Abbiamo sempre avuto l’intenzione di fare giustizia di quegli elementi essenziali che hanno permesso a questo personaggio di rimanere rilevante per tutto questo tempo”, spiega Tull. “Il nostro piano era quello di produrre il Godzilla che noi, in quanto appassionati, volevamo vedere—un film che non sembrasse una mera avventura mozzafiato, ma che tornasse anche alle sue radici nel creare una storia umana nel contesto del mondo attuale. Aspetto questo film da una vita”.

Sebbene l’attore Ken Watanabe sia cresciuto in Giappone, non aveva mai visto il film del 1954 fino a poco tempo fa. “Il ‘Godzilla’ originale vaglia la domanda provocatoria con cui la società giapponese dell’epoca era alle prese — nove anni dopo i bombardamenti — quando le cicatrici emotive e fisiche erano ancora ben presenti”, riflette l’attore.

Max Borenstein ha scritto la sceneggiatura, da un soggetto di David Callaham, dopo essersi gettato a capofitto nelle ricerche, compresa la visione di tutti e 28 i film di “Godzilla” prodotti dalla Toho Co., Ltd., e le serie della Showa, Heisei e Millennium.

“Avevamo l’ambizione di trattare questa storia come se fosse un terribile e reale incidente accaduto ai giorni nostri, con tutta la gravità del disastro reale, pur realizzando un grande e spettacolare film di mostri divertente da vedere”, racconta in dettaglio Borenstein. “Il film originale è uno straordinario racconto di insignificanza umana al cospetto della natura, ma con la forza umana e la capacità di risorgere e sopravvivere a disastri di simile gravità”.

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