Colloqui con la cattiva dea.

La guerra non si combatte solo al fronte, fra assalti epici e atti d’eroismo. La guerra ferisce anche nelle case e nelle fabbriche, quando porta la propria ombra su mogli e figli; quando annichilisce ogni aspirazione che non sia quella di sopravvivere. Così, il quel 1914, mentre si sognava un mondo rinnovato e pieno d’energia, si impose drammaticamente la voce della ‘cattiva dea’ che divide e distrugge.

ElenaBucci©MaurizioMontanariE ‘Colloqui con la Cattiva Dea – Piccole storie dalla Grande Guerra’ si intitola lo spettacolo scritto e interpretato da Elena Bucci, con musiche – eseguite dal vivo – di Simone Zanchini, che sarà presentato in prima assoluta martedì 17 giugno alle 21.30, causa maltempo, alle Artificerie Almagià (anziché nei chiostri della Biblioteca Classense, come programmato. Si tratta di una produzione di Ravenna Festival, in collaborazione con ‘Le Belle Bandiere’.

“La mia drammaturgia per parole e musica – annota Elena Bucci – pur fondandosi su saggi storici e raccolte di lettere, diari e documenti, non è altro che una cronaca del mio personale viaggio nel tempo alla ricerca di vicende e sguardi di chi, strappato a un destino apparentemente lineare, ha riconosciuto la voce della Cattiva Dea e ha reagito a cambiamenti inimmaginabili, acquisendo una consapevolezza nuova pur rimanendo ai margini della storiografia ufficiale. Mi sono trovata davanti a un fiume di scritture e testimonianze, un gigantesco coro che, attraverso dissonanze e differenze, si accorda in un possente canto contro la guerra che non è stato ascoltato con attenzione. Alle ombre di quel coro, per un tratto breve, tento di dare corpo e voce. Per prime, alle donne, che di fronte alla follia della distruzione si trovarono a lavorare, creare, curare, consolare, difendere, proteggere”. Lo spettacolo fonde le parole al suono della straordinaria fisarmonica di Simone Zanchini, che esplora gamme inusuali e ardite, ondeggiando tra cultura popolare e sperimentazione, e a quello della strumentazione elettronica di Raffaele Bassetti. “Insieme – aggiunge Elena Bucci – cerchiamo il ritmo e la musica di vite famose e vite sconosciute ai più, il cui arco mi aiuti a capire la follia di quella parte oscura di noi che io chiamo la Cattiva Dea, ma anche i suoi antidoti”.

Simone Zanchini“Lavorando a questo spettacolo – spiega ancora l’autrice – ho scoperto come la storia sia in realtà la storia di un oblio. Crediamo di sapere ma non sappiamo. Così ho privilegiato gli sguardi marginali; ad esempio i carteggi dal fronte di persone strappate dalla propria terra e finite in un luogo che non capiscono. Ho cercato segnali in ‘Plotoni d’esecuzione’ di Enzo Forcella e Alberto Monticone, saggio che rievoca i processi dei Tribunali militari; e ho indagato anche un altro punto di vista, quello raccontato in ‘Animali al fronte’ da Eugenio Bucciol, in cui i protagonisti sono coinvolti in destini del tutto simili a quelli degli umani. Fino ai documenti preziosi conservati nella Torre dell’orologio della mia Russi. Così, alla fine, ho visitato trincee che, pur nella luce di maggio, tra il verde e i fiori, erano il buio”.

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