I segreti di Winter 2.

Come è accaduto ne L’incredibile storia di Winter il delfino, c’era solo una regola rispetto alle scene con Winter o con qualsiasi altro animale: pensare alla loro sicurezza ed incolumità, senza eccezioni.

DOLPHIN TALE 2“La cosa più importante per noi, in entrambi i film, è stata la cura e il benessere degli animali. Il resto era secondario”, afferma il regista de L’incredibile storia di Winter il delfino 2, Charles Martin Smith.

Per questo motivo le scene con gli animali comprendono un insieme di performance live misti ad animatronica ed effetti visivi. Il KNB EFX Group, Inc., che ha creato gli animatroni di Winter nel primo film, ha avuto il compito di disegnare, scolpire e automatizzare i pupazzi meccanici di Dolphin Tale 2, compresi i modelli di Winter, Hope, Mandy, e della tartaruga marina Mavis.

Howard Berger, il supervisore dell’animatronica del KNB EFX Group, spiega: “Abbiamo costruito un insieme di pupazzi per poter girare alcune scene senza mettere in pericolo gli animali veri. Ogni personaggio presenta caratteristiche precise, che abbiamo dovuto ricreare per rendere le copie credibili. Ad esempio, in una stessa scena compaiono sia la vera Winter che la sua copia meccanica, che dovevano assolutamente combaciare”.
Berger spiega che quanto appreso durante la produzione del primo film L’incredibile storia di Winter il delfino, ha cambiato il loro approccio al sequel. “Stavolta abbiamo fatto le cose in modo diverso, sia dal punto di vista meccanico che estetico”.

Uno dei maggiori progressi riguarda la riproduzione della pelle dei delfini. Berger spiega: “Un vero delfino ha la pelle lucida, ma non perché la sua pelle sia luminosa di per sé, ma perché trattiene l’acqua nelle piccole pieghe del suo tessuto, in modo da prevenire le scottature del sole e la disidratazione. Nel primo film non eravamo riusciti a ricreare totalmente questo effetto mentre stavolta abbiamo ideato un metodo che si chiama “flocking” (raggruppamento elettrostatico). In sostanza abbiamo dipinto la finta pelle con una vernice adesiva al silicone a cui abbiamo attaccato peli sottilissimi e minuscole fibre che trattengono l’elettricità statica. Dopo aver tolto queste fibre, restava sulla pelle uno strato sottile che agiva come una spugna. Abbiamo ricoperto il tutto con un lubrificante idrico, poi lo abbiamo diluito, ottenendo un effetto sensazionale”.

DOLPHIN TALE 2Per la sequenza del soccorso di Mandy sulla spiaggia, la pelle della sua copia meccanica è stata appositamente coperta di cicatrici per rappresentare le gravi ustioni sofferte dal delfino arenato. Poiché era parzialmente immersa nell’acqua salata, i tecnici hanno evitato di utilizzare controlli elettronici non compatibili con l’acqua. La squadra del KNB ha utilizzato controlli via cavo su un sistema “push-pull” che consentiva di manovrare il pupazzo di Mandy a distanza, tramite delle grandi leve.

Nella piscina del CMA, Mandy è stata interpretata da un delfino di nome Nicholas, che aveva subito delle brutte ustioni prima di venire soccorso e ancora presenta le cicatrici delle sue traversie. Ora Nicholas è un vivace e felice membro della famiglia del CMA e si è rivelato un attore nato!

La squadra del KNB ha creato tre animatroni della tartaruga di mare Mavis, anche lei parzialmente interpretata da un animale vero di nome Harold. “Abbiamo imparato tante cose sulle tartarughe di mare, lavorando in questo film”, dice Berger. “I gusci delle tartarughe si seccano e si scrostano, infatti una delle prime cose che ho notato rispetto a Harold, erano le macchie di diversi colori sul suo involucro, ed ero preoccupato che il nostro animatrone non combaciasse perfettamente con l’animale vero. Per creare continuità fra l’animale vero e il pupazzo, abbiamo dipinto il guscio del pupazzo in modo tale da abbinarlo alle aree più scure del guscio vero, creando una serie di sezioni mobili di diverse tonalità. A seconda del colore del guscio di Harold, che variava di giorno in giorno, usavamo le diverse applicazioni, inserendo e rimuovendo, proprio come in un puzzle.”

DOLPHIN TALE 2In Dolphin Tale 2, Mavis trova un improbabile alleato in Rufus, il fastidioso pellicano che si è preso una cotta per lei dopo averle salvato la vita. “Il salvataggio delle tartarughe è uno dei grandi compiti del CMA”, dichiara Smith, “quindi volevo che il film mostrasse anche questo. Ho inventato una piccola storia marginale su Rufus, che si autoproclama ‘guardia del corpo’ di Mavis e la protegge. Fa parte delle peculiarità di Rufus, personaggio imprevedibile e divertente”.

Rufus è interpretato da due pellicani di nome Peggy e Al, addestrati da Tony Suffredini. “Li addestriamo solo con metodi ‘positivi’ e cioè per lo più allettandoli con il pesce, ma sono animali molto affettuosi e amano ricevere attenzioni”, osserva Suffredini, aggiungendo anche che sono bravissimi ad improvvisare. “Quando vediamo Rufus interagire con Mavis mentre cerca di salvarla, Peggy ha sfoggiato una gamma di comportamenti perfettamente in linea con il copione. Charles diceva: ‘Bravo Tony, ottimo lavoro’. Ma io gli ho detto che non era merito mio… ma solo di Peggy”.

Gli effetti visivi sono stati essenziali per catturare l’azione degli animali, in particolare nelle scene girate sott’acqua con uno dei tre delfini. Tuttavia è stata la piccola Hope, che non è più così piccola, a costituire la maggiore difficoltà. Smith dice: “Volevamo che Hope interpretasse se stessa ma ora ha tre anni di più rispetto a quando è stata soccorsa e ha le stesse dimensioni di Winter. Quindi abbiamo deciso che l’approccio migliore sarebbe stato mostrarla così com’è, usando gli effetti visivi per ridurre le sue proporzioni. Ha funzionato benissimo”.

“Abbiamo fatto molte prove per riuscire a mostrare Hope com’era al momento in cui è stata ritrovata e abbiamo deciso di ridurre le sue attuali dimensioni precisamente del 61%” spiega il supervisore effetti visivi Robert Munroe. “In alcune scene abbiamo utilizzato la vera Hope riducendola digitalmente, oppure l’abbiamo ripresa lasciando uno spazio aperto vicino a lei dove abbiamo collocato la sua immagine generata al computer. Oppure abbiamo ripreso Hope inserendo al suo posto l’immagine digitale di Winter”.

Il fatto che Winter e Hope abbiano dimensioni simili, ha fornito al dipartimento degli effetti visivi altre opzioni. “Eravamo perfettamente consapevoli del fatto che Winter può nuotare con la coda artificiale solo per poche ore al giorno, quindi la lasciavamo nuotare senza coda oppure la aggiungevamo digitalmente”, dice Munroe. “Altre volte c’era Hope al suo posto. Rimuovevamo digitalmente la coda di Hope, sostituendola, sempre digitalmente, con la protesi. Il film offre una gran varietà di tecniche e procedimenti”.
Forse l’unica a non aver apprezzato i benefici dell’animatronica e degli effetti visivi è stata Winter, che come tre anni fa si è rivelata molto esibizionista. Quando era vicina ma esclusa dalle riprese per la sua incolumità, protestava emettendo fischi e squittii. La cosa strana è che taceva quando Smith gridava “Azione”, ma poi iniziava a emettere di nuovo vocalizzi non appena sentiva la parola “Stop”.

Harry Connick Jr. osserva: “I delfini in generale sono le creature più affascinanti che esistano e Winter, in particolare, è un animale speciale. Quando sei vicino a lei, si ha la sensazione che capisce le cose come un essere umano anche se non parla la stessa lingua. È straordinaria”.

Così come accadeva ne L’incredibile storia di Winter il delfino, ci sono molti momenti centrali in Dolphin Tale 2 osservati dal punto di vista di Winter, che Charles Martin Smith considera un elemento cruciale. “Abbiamo collocato le cineprese nell’acqua perché dovevamo calarci nel mondo di Winter e vedere le cose dalla sua prospettiva”.

DOLPHIN TALE 2Un cambiamento rispetto al film precedente è stata la decisione di girare in 2D e non in 3D, cosa che ha consentito una maggiore libertà di movimento sottomarino. “Le macchine da presa 3D sono enormi e richiedono un involucro speciale per diventare impermeabili, e questo le rende ancora più ingombranti”, racconta Smith. “In questo film abbiamo avuto il vantaggio di poter utilizzare cineprese più piccole, che ci hanno concesso una migliore mobilità e così potevamo realizzare tutte quelle inquadrature che non è stato possibile ottenere in precedenza”.

Smith ha collaborato con il direttore della fotografia Daryn Okada e con gli esperti di riprese sottomarine Pete Zuccarini e Bob Talbot, per raccontare la storia dal punto di vista di Winter. “Pete aveva già lavorato con noi nell’altro film, facendo un ottimo lavoro. Bob Talbot è un documentarista di fama mondiale, un fotografo di fauna marina ammirato in tutto il mondo. Siamo stati fortunati che abbia partecipato al film. Quando pianificavamo le inquadrature gli dicevo: ‘Devi pensare come Winter. Che cosa guarderesti se fossi un delfino? Cosa vorresti vedere?’ E poiché Bob conosce benissimo i delfini, riusciva praticamente ad entrare nella loro mente. È stata una collaborazione splendida e penso che abbia fatto un lavoro straordinario. Daryn ha realizzato inquadrature stupende, con luci ed angolazioni interessanti”.

Okada commenta: “Oltre 20 anni fa avevo lavorato con Charles in un piccolo film ed è valsa la pena aspettare tutto questo tempo per poter di nuovo collaborare con lui in questa produzione. Attraverso la macchina da presa riesce a comunicare in modo articolato i sentimenti che desidera rappresentare. Abbiamo illuminato le scene attraverso l’acqua ottenendo un’atmosfera particolare; e abbiamo sperimentato diverse velocità di ripresa perché quando sei sott’acqua tutto si muove lentamente o in modo accelerato. È una realtà alterata”.

La fotografia principale di Dolphin Tale 2 ha avuto luogo al Clearwater, a Tampa e a St. Petersburg, in Florida; gran parte delle riprese sono state effettuate presso il Clearwater Marine Aquarium. Smith dichiara: “Dato che Winter e Hope vivono al CMA, non potevamo girare altrove. Inoltre lo staff del CMA, guidato da David Yates, è stato sempre accogliente e disponibile. La priorità per chiunque abbia lavorato in questo film è stata quella di non interferire nel loro lavoro di soccorso e recupero degli animali”.

Yates afferma: “Charles Martin Smith è riuscito a trasmettere perfettamente nel film il lavoro dell’Acquario, e questo è stato molto importante per il nostro staff. Ha capito che non potevamo sospendere le nostre attività; nel corso delle riprese dovevamo comunque occuparci degli animali e fare ciò che dovevamo fare. Ma è andato tutto benissimo”.
Così come nel primo film, i filmmaker hanno trasportato le cineprese e l’attrezzatura nel centro di ricovero marino, per fare abituare Winter, Hope e Nicholas alla loro presenza. I delfini sono molto curiosi e quindi hanno subito esplorato questi oggetti, ma quando sono iniziate le riprese, la novità era passata e la loro presenza non era più motivo di distrazione o di preoccupazione per loro.

DOLPHIN TALE 2Lo scenografo David J. Bomba ha approfittato del nuovo ambiente dell’Acquario, ingrandito e ristrutturato, per mostrare i miglioramenti che hanno avuto luogo nella struttura del film. “Il CMA ha subito una ristrutturazione completa”, dice Bomba. “Volevamo mostrare che è diventata una grande attrazione turistica perché ogni giorno ci sono frotte di persone che vengono a vedere Winter, ma è comunque una struttura di soccorso e tutto ruota intorno a questo”.

Allo stesso modo la costumista Hope Hanafin, che ha già lavorato ne L’incredibile storia di Winter il delfino, ha mostrato i cambiamenti del CMA nei suoi costumi. “Abbiamo confezionato divise ufficiali per lo staff e i volontari”, dice. “L’ultima volta la gente del centro indossava pantaloncini e magliette scolorite. Ora la struttura fa parte di una azienda che ha introdotto delle vere e proprie divise che riflettono livelli diversi di competenza a seconda dei loro colori. Si ha la sensazione che Clay non sia a suo agio in questa nuova gerarchia. E quindi prende una posizione, indossando le vecchie magliette CMH e le camice hawaiane, pantaloncini e infradito, anche quando partecipa alle riunioni”.

La scena fondamentale in cui lo staff CMA viene a sapere che una femmina neonata di delfino è stata soccorsa e sta arrivando al centro, è stata girata vicino all’Acquario, nel ristorante Island Way Grill, lo stesso dove c’era il party di fine riprese del primo film, L’incredibile storia di Winter il delfino, la sera in cui è stata soccorsa la vera Hope. Smith spiega: “Ho cercato di ricreare il più possibile la situazione. Ho chiamato i membri della stessa squadra che aveva soccorso Hope, i dottori Juli Goldstein e Steve McCulloch, che hanno trasportato Hope al CMA sullo stesso camion che avevano usato quella sera. Ho persino utilizzato un paio di battute del documento reale perché volevo ottenere la maggiore autenticità possibile”.

Si è verificato anche un evento fortuito, che il regista non aveva previsto. Racconta Smith: “Abbiamo girato la scena l’11 dicembre; un’addestratrice mi ha detto: ‘Hai deciso volutamente di girare la scena stasera?’ Le ho detto di no, che era capitato per caso nel nostro programma. Quando le ho chiesto perché me lo stesse chiedendo, mi ha risposto che Hope era stata soccorsa e portata al CMA proprio la sera dell’11 dicembre di tre anni prima. Una coincidenza o forse destino…!” sorride.

L’ultimo elemento creativo di Dolphin Tale 2 riguarda la musica, che, come dice Smith, “è cruciale nel film perché ci sono molte scene prive di dialogo come quelle fra Sawyer e Winter o Winter e Hope. Rachel Portman ha scritto una musica bellissima e toccante, cercando di trasmettere il mondo dei delfini e la missione del CMA di soccorrere, riabilitare e restituire all’ambiente naturale. Per lei la cosa importante è che questi animali siano al sicuro e che quando possono, tornino nel loro habitat. Ha compreso perfettamente lo spirito della storia e lo ha espresso nella sua musica”.

DOLPHIN TALE 2I temi centrali del film sono riflessi nella canzone che accompagna le immagini autentiche di Winter, Hope e Mandy, e di alcune persone che sono rimaste colpite dopo aver visitato Winter al CMA. Scritta dalla premiata compositrice Diane Warren ed eseguita da Gavin DeGraw, la canzone è intitolata “You Got Me”. Smith spiega: “Per questo documentario volevamo un brano musicale edificante e suggestivo che sottolineasse il grande impegno del CMA nei confronti delle persone e degli animali”.

Smith conclude: “Il concetto fondamentale di questa storia riguarda l’unione e la partecipazione. Il legame fra l’umano Sawyer e il delfino Winter esprime il potere universale dell’amore. Tutti dovrebbero collaborare per rendere il mondo migliore e più compassionevole”.

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