I segreti di Hercules.

HERCULES

Per portare il pubblico all’epoca dei favolosi eroi greci prima della comparsa di Cristo e per farlo in una maniera moderna ed eccitante, Brett Ratner ha subito deciso che avrebbe seguito la vecchia scuola – creare di sana pianta i teatri di posa. Alla ricerca di una area sufficientemente vasta a questo scopo, la produzione si è spostata agli Origio Film Studios in Ungheria, dove “Hercules: Il Guerriero” ha impiegato tutti e sette i teatri di posa ed un vasto backlot.

HERCULES“Brett, fin dagli inizi, era molto deciso ad avere set epici e memorabili” dice Beau Flynn “e girare a Budapest ce l’ha permesso”. Aggiunge Ratner: “Siamo stati capaci di creare delle incredibili sequenze di battaglia, di dimensioni talmente grandi che io non mi ero mai sognato fosse possibile girare, e le abbiamo realizzate con cavalli, carri, centinaia di guerrieri”.

La cosa era spesso surreale, con centinaia di soldati greci che marciavano portando gli scudi, seguiti da pelati guerrieri di Bessi, coperti di tatuaggi e armati di spade paurose, seguiti a loro volta da gruppi di cavalli che tiravano carri. Per molti di noi era come se si fosse stati trasportati in una macchina del tempo.

“Ogni set era come se scaturisse da Cecil B. DeMille, con quel tipo di immensità” ricorda Rufus Sewell. “Questo fa una bella differenza per gli attori, perché uno reagisce ad un ambiente vero”.

Ratner ha anche impiegato una team creativo da sballo. “Questa era tutta gente con cui nel passato avevo semplicemente sognato di lavorare e finalmente, questa volta, l’ho potuto fare”, dice il regista. A capo di questo team c’era un vecchio collaboratore di Ratner, il direttore della fotografia Dante Spinotti, per due volte candidato all’Oscar per “The Insider – dietro la verità” (The Insider) e “L.A. Confidential”. “Dante ti fa dimenticare che la cinepresa esiste” dice Ratner. “Lui ti fa veramente entrare nel mondo di Hercules”.

I due hanno collaborato strettamente con il production designer Jean-Vincent Puzos, che di recente ha lavorato con Michael Haneke su “Amour” vincitore dell’Oscar. “Con Jean-Vincent ho discusso “Hercules – Il Guerriero” per oltre un anno prima dell’inizio della produzione” spiega Ratner. “Lui saltava fuori con delle idee incredibili che aggiungevano sempre un nuovo affascinante punto di vista. È stata sua l’idea di fare a meno della classica scenografia col marmo bianco – e l’aspetto scuro e gretto che lui ha creato funziona benissimo per la nostra storia”.

HERCULESUno dei pezzi forti della scenografia di Puzos è il villaggio di Bessi della Tracia, che diventa il luogo di una battaglia feroce. Lui aveva un solo obiettivo: farlo sembrare vivo come un qualsiasi quartiere nel 21o secolo. “Abbiamo costruito le case con legno, pietre e fango” spiega la scenografa Tina Jones. “Jean-Vincent voleva che fosse essenziale e sporco. Voleva che si potesse quasi sentire l’odore di quanto fosse tremendo”.

In un teatro di posa presso gli Origio Studios, Puzos ha costruito un altro set colossale: la cittadella di Coty che svetta come una fenice, con un magnifico altare dedicato a Era, la regina degli dei, in cima ad una enorme scala ornata da bracieri che bruciano fiamme. Qui, il marmo bianco della classica bellezza di Era fa da drammatico contrasto con la grettezza del resto del set. “Ho deciso di dipingere tutto il legno di rosso. In Grecia, nel passato, dipingevano tutto col sangue di toro perché è molto denso. Ha a che fare col sentimento primitivo che il toro fosse un protettore della gente” dice Puzos.

Ratner è rimasto molto soddisfatto del lavoro di Puzos e del suo team: “Il set della cittadella appariva e sembrava assolutamente vero, ed è così gli spettatori lo proveranno quando vedranno il film”.

Ma il vero pezzo forte di Puzos sono le segrete dove Hercules viene incatenato e sbeffeggiato dal Re Euristeo e da Lord Cotys. “Penso che sia la scenografia più considerevole” dice “per via di tutti i disegni creati sulle pietre, il fuoco e il fiume verde di zolfo”. Jones si è sbizzarrita. “Avevamo gabbie piene di scheletri, un ceppo da esecuzione capitale e catene da tutte le parti” dice. “È un posto veramente sconcertante”.

Mentre le scenografie venivano approntate, lo stesso accadeva alla grande varietà di costumi creati da Jany Temime, conosciuta per il suo lavoro su “Gravity”, “Skyfall”, e la serie di “Harry Potter”. Come per Puzos, il suo lavoro era orientato a realizzare uno spiccato senso di realismo. “Brett esigeva che tutto sembrasse molto reale e vissuto. A quei tempi non c’erano macchine lavatrici” dice Beau Flynn. “Il lavoro di Jany, è tutto lavorato mano. Puoi sentire il suo odore. Puoi provarlo sulla pelle. Puoi perfino provare il suo sapore. Ha fatto un lavoro superlativo”.

Il lavoro di Temime è iniziato con lo stesso Hercules, che è vestito in sintonia con la sua leggenda. “Mi sono sprofondata nella mitologia e ho dato ad Hercules la testa del leone, il mantello di pelle di leone, e la grande cintola” osserva la costumista. “Funziona bene perché Dwayne può portare tutto quel peso. Dal momento che Dwayne ha infilato la testa nella testa del leone, lui era Hercules. Gli abbiamo dato una lunga capigliatura, per un senso di equilibrio, e lui ci sta benissimo”.

HERCULESDel suo aspetto, Johnson dice: “Lo scopo era quello di essere completamente trasformato, un po’ invecchiato, con i capelli più lunghi, la barba brizzolata, senza tatuaggi e con cicatrici da tutte le parti. Era una procedura tremenda, una procedura che non riuscirò mai più a dimenticare, e per questo le sono anche grato, anche se era una incredibile rottura di palle stare lì per 4 ore tutti i santi giorni per 95 giorni”.

Ciascuno dei mercenari che segue Hercules porta delle armi che riflettono la sua personalità e il suo passato. “Le loro armi sono molto personali e specifiche al loro modo di combattere” spiega Termine. “Per esempio, Amphiaraus, interpretato da Ian McShane, ha già visto la propria morte e perciò ha l’arma più corta e più leggera perché non pensa neanche di averne bisogno”.

Rebecca Ferguson fu elettrizzata dall’aspetto spigoloso che Termine aveva creato per Ergenia. “Per me era molto importante che Ergenia non fosse la tipica principessa che va in giro indossando abiti bellissimi, ma una che infila le mani nella terra e nel fango, una che è molto terrena, e Jany questo è riuscita a realizzare in maniera splendida nei dettagli e nel colore”.

Realizzare i costumi per Ingrid Bolsø Berdal fu per Temine una vera gioia. “Lei è un’amazzone” spiega Temime. “Ha un corpo come una statua, così ho voluto darle un abito che lo rivelasse”.

Per il Re Euristeo, Temime è andata oltre i limiti. “Euriteo è un uomo molto crudele”, dice Termine. “È un sadico, eppure Joseph Fiennes mostra una eleganza regale. Il suo abito è blu e oro, con un mantello di migliaia di penne di pavone realizzate con tagli di seta”.

I guerrieri sono definiti non solo dai loro costumi, ma anche dalle loro armi che sono state create dal famoso Weta Workshop a Wellington, in Nuova Zelanda, e poi fabbricate in Inghilterra e in Ungheria. Hercules porta una grossa clava; Tydeus due asce, appese alla cintola, che usa come bastoni; l’arma preferita di Atalanta è l’arco con frecce che hanno punte a entrambi le estremità; Amphiaraus usa un bastone con una lama che spunta a sorpresa dall’impugnatura; Autolycus nasconde sotto il suo mantello un assortimento di coltelli da lancio; Iolaus porta solo un’unica daga di bronzo; Re Euristeos ha un’elegante daga che ben si abbina al suo abito, mentre Lord Cotys porta il suo stiletto in un fodero ingioiellato.

“Tutte queste creazioni sono state di molto aiuto per gli attori ad immedesimarsi tutti i giorni nei propri personaggi” conclude Ratner.

HERCULESSebbene Brett Ratner sia un veterano dei moderni film d’azione realizzati in grande stile perché per anni ha collaborato a stretto contatto con Jackie Chan, questo film l’avrebbe condotto in un nuovo territorio. Ha puntato a creare feroci, primitivi combattimenti come potrebbero scaturire da un mito, ma che sembra che stiano accadendo proprio in questo momento.
Ratner ha impiegato un formidabile team per lavorare con il cast. Il team era guidato dal direttore della seconda unità di produzione Alexander Witt, e composto dal supervisore alle acrobazie Greg Powell e dal coordinatore ai combattimenti Allan Poppleton, che a sua volta ha portato eccezionali cascatori provenienti da Inghilterra, Canada, Nuova Zelanda, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria e anche espertissimi cavalcatori spagnoli sotto la guida di Ricardo Cruz Sr.

Appena letta la sceneggiatura, Powell si è messo a pensare a quanto gigantesca potesse essere la forza di Hercules. “Lui non è un sovrumano” osserva Powell, “ma è un tipo grande e grosso, probabilmente il doppio di me, così se io posso scaraventare qualcuno a due metri di distanza, lui può scaraventarlo a quattro. Ho seguito questo principio per tutte le sequenze dei combattimenti”.

Poi ha cominciato a lavorare a stretto contatto sia con Ratner che con Johnson per sviluppare quello che sarebbe stato il caratteristico stile di combattimento di Hercules. Sebbene fosse appena uscito dalla convalescenza dopo un’operazione chirurgica, Johnson ha insistito a fare personalmente tutti i suoi combattimenti e ha immediatamente cominciato ad allenarsi con la clava di Hercules e con la sua pesante spada. “Dwayne è imponente, così abbiamo incluso la sua mole e tutte le sue destrezze da campione di wrestling nello stile di Hercules” spiega Poppleton. “Aveva idee molto pratiche – per esempio, riguardo il suo personale metodo nell’uso della clava”.

“Doveva brandire questa cosa come il rovescio della sua mano” dice Johnson della clava di legno che Hercules usa con una flemma mortale “perché questa è stata la sua arma preferita per molti anni”.

Powell e Poppleton hanno lavorato con il cast per un mese prima delle riprese. Il culmine di tutto il loro lavoro è arrivato ad ebollizione nella complessa battaglia fra Hercules, la sua banda di mercenari, l’esercito di Cotys e i guerrieri di Bessi che fanno una breccia nel muro e provocano un totale finimondo.

“La cosa insolita è che Brett voleva che l’esercito di Cotys fosse mal preparato per quella battaglia, e così Hercules si rende conto che deve fare qualcosa mettere i guerrieri nelle giuste condizioni fisiche” spiega Poppleton. “Allo stesso momento voleva che quei guerrieri fossero pazzi, folli, quasi delle creature selvaggiamente animalistiche”.

“I guerrieri di Bessi avanzano strangolando, cazzottando e calciando tutti quelli a portata” aggiunge Powell “e i nostri ragazzi hanno fatto un lavoro incredibile”.

Dice Johnson: “La battaglia di Bessi è uno scontro assolutamente epico, con un singolare colpo di scena – e questo diventa un momento cruciale per Hercules e la sua banda”.

Durante le riprese, la produzione ha potuto impiegare cavalli che erano stati attentamente addestrati per molti mesi a cadere in battaglia, e anche altre squadre allenate a tirare i carri guidati da Hercules e i suoi mercenari. Quattro magnifici cavalle di Frisia nere hanno entusiasmato gli attori e la troupe quando hanno tirato il carro di Hercules, le narici allargate, criniere al vento, e lucidi neri fianchi scintillanti nel sole.

Condurre i carri era un altro vecchio talento che i membri del cast hanno dovuto padroneggiare – e ci sono volute sei settimane di pratica giornaliera per imparare a mantenersi in equilibrio. Ian McShane dice che era una prova senza pari, e aggiunge “Io so andare a cavallo, amo i cavalli, ma condurre un carro è una cosa completamente diversa”.

HERCULESPer via dei carri, per via delle armi antiche e per via della coreografia realistica, l’azione di “Hercules: Il Guerriero” era così impegnativa che tutti gli attori e i saltatori erano sempre sul chi-va-la. Ma per Dwayne Johnson, è il modo in cui Hercules affronta le sue battaglie che spiega il suo fascino perenne. “Hercules può essere gettato a terra, ma si rialza più forte di prima. È proprio com’è la vita. Tutti noi ci rialziamo dopo una caduta, e ci rialziamo più forti. Abbiamo tutti un po’ di Hercules dentro di noi”.

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