Roberta Di Mario, due anime insieme e separate

A 4 anni dal primo album, la pianista Roberta Di Mario ha composto la colonna sonora del video “Vivere il mondo di Botero”, in occasione della Mostra Internazionale di Botero a Parma e in collaborazione con Nausica Opera International e l’assessorato alla Cultura del Comune di Parma. Un lavoro che la porterà prossimamente in Giappone. Roberta di Mario è l’autrice dei testi e delle musiche e interprete dei suoi brani di piano solo.

Ma Roberta di Mario aveva già suonato anche all’inaugurazione della mostra di arte contemporanea indiana “India the Revealed Misteries “alla Biennale di Architettura di Venezia.

Come è nata l’idea di spingersi verso l’arte?
“La musica è arte e l’interazione, la contaminazione tra le arti è sempre stato il mio linguaggio preferito. Inoltre dare voce, con i miei suoni, a immagini o espressioni visive è nel dna della mia musica, che da sempre evoca immagini e figure. Lascia volare verso la fantasia, in musicale e amoroso abbandono”.

Classe 72, diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore, Roberta Di Mario inizia giovanissima l’attività concertistica. Ha appena concluso a Milano (Teatro Nazionale) e Roma (Auditorium Conciliazione) il tour “Ma che vita la mia” di Roby Facchinetti e a Napoli (Casa della Musica) e Palermo (Teatro Golden) di Sagi Rei.

Qual è stata la prima volta al pianoforte e come è avvenuto l’incontro con questo “inseparabile compagno di viaggio”?
“Il pianoforte mi accompagna da una vita. Iniziai all’età di 5 anni, ancora non andavo a scuola e il mio alfabeto furono le note piuttosto che lettere. L’incontro sincero è avvenuto in modo naturale, come tutte quella cose che devono succedere e che ti cambiano la vita. Poi è stato un susseguirsi di sorrisi e lacrime, perché la musica, il piano, la vita artistica è tanto sacrificio, è conoscerti fino alle viscere e metterti in gioco, con ore di studio , di ricerca e di conoscenza, soprattutto di sé”.

Il primo lavoro nel 2011 è stato accolto dalla critica con ottime recensioni, si aspettava questo successo?
“Non mi aspettavo nulla, è stato il mio primo debutto nel mondo della canzone, ma soprattutto è stato vincere la sfida con me stessa, mettermi in gioco come cantautrice. E’ stato un punto di inizio. Mi sono cercata e oggi sono a fuoco”.

Nel 2006 ha partecipato anche alle finali di Castrocaro. Una pianista a Castrocaro non si trova tutti i giorni, cosa conserva di quell’esperienza?
“…Una bella esperienza a livello televisivo. Per il resto, purtroppo, non ho avuto la possibilità di dimostrare che pianista con grinta fossi. Non mi hanno permesso di suonare dal vivo e questo avrebbe fatto la differenza. Però noi siamo il prodotto di tutte le nostre esperienze, perciò anche Castrocaro è servito a formarmi e a farmi capire che quella era comunque la strada da percorrere”.

Tutto questo non le basta e così sperimenta e rischia, produce, avvicinandosi al mondo del teatro (tournée con la compagnia di Sergio Fantoni, “Incontrando Amore”, “Il canto della Luna”, “In una notte di strana follia”, “Il Quarto pedale”), dei musical (“E’ tutto un altro Musical”, “Favola”).

La passione per il teatro, invece, come nasce?
“Sempre per ciò che detto sopra, amo la musica senza confini, le contaminazioni. Dopo il diploma, ho voluto con coraggio spaziare, allontanarmi da quel destino che sembrava così definito e segnato del concertismo e mettermi in gioco. Dal teatro sono passata alla canzone e questo cammino alternativo alla musica classica mi ha fatto ritornare più forte e più pronta per scrivere i miei pezzi di piano e costruire il mio progetto di piano contemporaneo”.

Roberta Di Mario1La scorsa primavera, in occasione del live ad Atina Jazz Festival Winter 2014, Roberta Di Mario ha presentato il suo doppio album “Lo stato delle cose”, nato da una collaborazione artistica con il Maestro Pietro Cantarelli (produttore e direttore artistico di Ivano Fossati). “Lo stato delle cose” porta in vita due progetti artistici distinti eppure allo stesso tempo così uniti: “Songs” e “Walk on the Piano Side”, il primo con tracce cantate, il secondo solo con brani strumentali.

Perché due progetti distinti?
“Perché io sono questo. Sono queste due anime, insieme e separate. L’una non potrebbe esistere senza l’altra. Questo mi fa sentire meravigliosamente viva, piena. La musica è entrata nella mia vita così intensamente e attraverso le canzoni ed il piano esprimo tutta me stessa, senza riserva”.

I commenti sono chiusi.