Rebel Without a Cause.

dean1La Cineteca di Bologna propone una retrospettiva, Divi dell’Actors Studio, in occasione dell’uscita nelle sale italiane del mito di James Dean nel restauro di Gioventù bruciata, dal 6 novembre e per tutto il mese, grazie al progetto di distribuzione dei classici restaurati.

Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata verrà distribuito in versione originale inglese con sottotitoli italiani, nel restauro realizzato da Warner Bros. in collaborazione con The Film Foundation di Martin Scorsese: un restauro presentato in anteprima alla XXVIII edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in Piazza Maggiore a Bologna lo scorso 28 giugno, di fronte a 6 mila persone.

bologna deanIl film fu sottoposto alla commissione di censura italiana nel dicembre del 1955. Il 29 dicembre la commissione emise questo verdetto:
“Revisionato il film, si esprime parere favorevole alla proiezione in pubblico a condizione che:
1) sia notevolmente ridotta la scena del duello tra i due giovani;
2) venga eliminata la scena nella quale il protagonista si rivolge contro il padre;
3) sia ridotta la scena del bacio che si scambiano i due giovani protagonisti, nella villa disabitata;
4) che la visione del film sia vietata ai minori di anni 16, in quanto alcune scene di esso non sono idonee alla sensibilità dei minori”.
Il documento reca in calce la scritta a mano: “Controllati i tagli sono stati effettuati (25.01.1956)”.

Il ribelle senza ragione è il giovanotto di una certa borghesia benestante che preso dalla noia, e dall’ozio si crea problemi psicologici, ha bisogno di spleen, sente in sé come forza negativa la gran voglia di ribellarsi alla monotonia di una vita tranquilla.

dean4Il regista, Nicholas Ray lo ha rappresentato analizzando criticamente la struttura di una mentalità fondamentalmente positiva, lasciata alla deriva da motivi di urto e di incomprensione nel cerchio degli affetti familiari. Non sono le grandi ragioni che muovono questi piccoli eroi; siamo al tempo in cui vengono rivalutati i gesti senza importanza apparente ma capaci di incidere profondamente nella stessa struttura di una
società. Da questi gesti, da questi atteggiamenti nasce la ribellione. E dall’insofferenza, e dalla noia o – data la complicazione psicoanalitica non da oggi di moda negli Stati Uniti – da quel complesso d’Edipo che porta i figli a ribellarsi perchè indispettiti della indifferenza dei padri, perché delusi di scorgere, giorno dopo giorno le continue rinunce dei padri, gli ideali falliti. La trama del film intreccia due ribellioni, quella di un giovane e di una giovane della borghesia americana e li intreccia in una meravigliosa storia d’amore in cui si scontrano episodi di violenza inutile e la reazione di un solitario che sente nascere in se quella simpatia anormale verso il giovane più grande, verso il giovane che “vorrebbe avere come padre”. La storia ha una conclusione drammatica e una conclusione costruttiva: nasce una solidarietà nuova tra i due protagonisti, ma questa passa attraverso episodi difficili e crudeli.

dean3“Sono molto attaccato a Rebel Without a Cause, che ha rappresentato un’esperienza molto personale”, affermava il regista nel 1958.

“La scena in cui Jimmy torna dai suoi genitori dopo la catastrofe – raccontava Nicholas Ray – è stata improvvisata una sera a casa mia. Era una scena che mi preoccupava molto: secondo il copione, doveva svolgersi nella camera da letto della madre, ma mi sembrava statica; così una sera che Jimmy era venuto un momento da me, ho cominciato a parlargliene e lui mi ha chiesto di uscire in cortile, mentre io nel salotto facevo la parte del padre. Ho acceso la televisione, su un canale dove le trasmissioni erano finite, ho fatto finta di essere assopito e ho dato a Jimmy due azioni contraddittorie: montare al primo piano senza farsi sentire e poi provare il bisogno irresistibile di parlare a qualcuno. Così Jimmy entra, deve passare vicino a me se vuole salire al piano di sopra, ma l’azione contraddittoria lo travolge: cade pesantemente sul divano, con la bottiglia di latte, e aspetta che io mi svegli; a quel punto esclamo: Tua madre scende le scale!”. “Capii che avevo trovato la dinamica della scena. Feci venire lo scenografo da me e la scenografia di cui ci siamo serviti in Rebel Without a Cause era proprio quella del salotto dove avevamo improvvisato la scena. È un modo molto soddisfacente di lavorare; è sempre da lì che ci è venuta l’idea di fare la scena della madre che scende le scale dal punto di vista di Jimmy. Il Planetario, i ragazzi in auto, molte altre scene sono state ugualmente improvvisate”.

Nicholas Ray sosteneva che “Rebel Without a Cause è il film che mi ha più completamente soddisfatto e penso che rimarrà valido per molto tempo ancora sia come testimonianza che come spettacolo. L’ultimo giorno di lavorazione io e Dean rimanemmo soli negli stabilimenti della Warner Brothers; tutti se ne erano andati ad eccezione dei guardiani che sorvegliavano le strade di accesso. Noi indugiavamo ancora sotto i riflettori osservando se c’era qualcosa che avevamo dimenticato e non avevamo nessuna intenzione di abbandonare definitivamente quella esperienza. Dissi: “Andiamocene. Non abbiamo più niente da fare qui”. “Dean salì sulla sua moto ed io sulla mia auto e dal momento che le strade erano completamente vuote ritornammo in città a fortissima velocità. Quando fummo sull’Hollywood Boulevard ed egli, come un angelo alato sulla sua motocicletta con i piedi sul retro, corse via rombando a circa 90 miglia all’ora, capii che il film doveva finire così. Ma ad uno stop ci fermammo per dirci: “Buonanotte”, ed ancora non potevamo risolverci ad ammettere che il film era finito. Così andammo in un vicino ristorante aperto tutta la notte, prendemmo un breakfast molto in anticipo e poi ci dicemmo addio”.

Secondo Nicholas Ray, solo tre giorni dopo l’inizio delle riprese, il film si trovò davanti a un cambiamento. Jack Warner aveva approvato i primi due gruppi di giornalieri, ma c’erano buone ragioni per rivedere il progetto. Le costanti obiezioni di Geoffrey Shurlock alla violenza del film e al forte contenuto sessuale creavano serie difficoltà. Ray si offrì immediatamente di acquistare i diritti dallo studio, trovare finanziamenti privati e produrre il film da sé.

Warner mandò Steve Trilling in sala di proiezione a chiedere al proiezionista cosa pensasse del film di Ray. Il proiezionista rispose che era il miglior progetto dello studio. Warner richiamò Ray e disse di procedere con il film. Ray cestinò tutto il materiale in bianco e nero e ricominciò a colori. Rebel Without a Cause divenne così dall’oggi al domani un film di prestigio della Warner Bros.

dean0James Dean aveva impressionato tutti in East of Eden, che era andato molto bene al boxoffice. Se Warner avesse trasformato Rebel Without a Cause da prodotto a basso budget a film di prima categoria puntando sulla popolarità di Dean, lo studio si sarebbe aspettato un successo ancora maggiore.

Ray già pensava di girare a colori, anche in WarnerColor, l’alternativa minore al Technicolor, di proprietà dello studio. Ad ogni modo, il repentino cambiamento causò qualche problema inatteso. Gli abiti che rendevano bene in bianco e nero non avrebbero reso altrettanto a colori. Uno dei primi problemi legati al guardaroba era un giubbotto di pelle nera che Dean avrebbe dovuto indossare. Ray lo sostituì con una giacca a vento rossa, probabilmente recuperata da quelle del Pronto Intervento. Ray lo immerse nella vernice nera per toglierne la lucentezza. La Sezione Guardaroba tinse nuovamente tutti i quattrocento jeans, in modo che la loro tinta di adattasse al WarnerColor.

A Bologna, Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata sarà in programmazione al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b) da lunedì 10 novembre, ogni lunedì e martedì. E da giovedì 13 novembre, al via anche la carrellata dedicata ai divi hollywoodiani. A inaugurare la rassegna giovedì 13 novembre alle ore 17.30 sarà il Marlon Brando di Un tram chiamato desiderio (1951), dove interpreta Stanley Kowalski, uomo brutale e primitivo che si muove scultoreo nell’inferno schizofrenico di Tennessee Williams.

L’itinerario prosegue venerdì 14 novembre alle ore 17 (in replica domenica 30 novembre alle ore 18) con le metamorfosi di Steve McQueen e Dustin Hoffman in Papillon, il film del 1973 che vede i due attori trasformarsi nel corso della narrazione. Sempre venerdì 14 novembre, ma alle ore 20, Una squillo per l’ispettore Klute, rivisitazione del genere noir in cui la classica struttura assassinio-indagini ruota attorno a Jane Fonda, nel ruolo dell’eterna femme fatale con cui ha vinto l’Oscar.

Giovedì 20 novembre l’appuntamento è alle ore 22.15 con Marilyn Monroe e Montgomery Clift, che portano sullo schermo la storia retorica e malinconica di una bionda e un cowboy sotto i cieli del Nevada in Gli spostati. Venerdì 21 novembre alle ore 17.30 replica sabato 22 novembre, ore 22.30) è il turno di Paul Newman che diventa Eddie Felson, abile giocatore di biliardo in Lo spaccone. Sempre venerdì 21 novembre, alle ore 20, il film cult Il laureato con Dustin Hoffman, che nel ruolo di Benjamin Braddock riassume il malessere di un’intera generazione. I giorni successivi vedranno protagonisti Jack Nicholson – sabato 22 novembre, ore 20.15 – in Chinatown, detective movie di eredità chandleriana; Harvey Keitel – domenica 23 novembre, ore 20 – nel continuo inseguimento con Keith Carradine in I duellanti, film di Ridley Scott, e Al Pacino, attore sublime in Quel pomeriggio di un giorno da cani. A chiudere la rassegna, sabato 29 novembre alle ore 22.30 e in replica domenica 30 novembre alle ore 20.45, sarà Taxi Driver, con Robert De Niro che si sdoppia allo specchio in un corpo a corpo con se stesso.

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