Abitare le frontiere.

“Quando gli viene offerta la possibilità di scegliere, a sorpresa il tenente J. Dumbar chiede di essere inviato in un lontano presidio, ai margini della prateria, mosso dal desiderio di vedere la frontiera. Nell’avamposto più dimenticato il soldato, che aveva tentato il suicidio, troverà nell’incontro con l’altro la via per dare nuovo senso alla vita, un’identità che lo porta a diventare Balla coi lupi e a integrarsi nella cultura, nelle tradizioni e negli affetti del popolo che l’ha accolto”, ad affermarlo è Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo.

don Ivan MaffeisLa parabola raccontata dal film di Kevin Costner ci introduce alla XVIII edizione di Tertio Millennio Film Fest (a Roma, dal 9 al 14 dicembre). La rassegna – organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio dei Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, con il sostegno del MiBACT – Direzione Generale per il Cinema e della Roma Lazio Film Commission, in partnership con Istituto Luce-Cinecittà e in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Rai Cinema e il Progetto Culturale della CEI, nonché insignita dalla Targa di rappresentanza del Presidente della Repubblica – quest’anno cuce insieme opere con un filo che porta sul crinale: Frontiere. Cercando un’immagine tra due mondi.

“Frontiere chiuse, come quelle imposte dalla dittatura: a raccontarle in presa diretta sarà un regista di fama internazionale – afferma Ivan Maffeis -.  Frontiere che abbruttiscono nell’ignoranza e nell’arretratezza, presenti anche in Paesi che con orgoglio s’accreditano per sviluppati. Frontiere smarrite negli ingranaggi della burocrazia, che dopo aver illuso, inibisce ogni desiderio d’incontro. Frontiere problematiche quanto la crisi finanziaria, vissuta dall’interno di una famiglia asiatica già segnata da conflitti burrascosi tra generazioni. Frontiere violente, che calpestano gli affetti più sacri e costringono alla fuga chi cerca soltanto un luogo in cui sentirsi finalmente a casa. E le frontiere che condannano intere minoranze all’emarginazione o quelle del potere giudiziario che, a prescindere da torti e ragioni, rende tutti vittime; le frontiere ferite, che invecchiano con cicatrici che isolano nell’amarezza e nel risentimento”.

Untitled-1A queste frontiere i film in rassegna danno un nome e, pur indirettamente, coinvolgono e interpellano lo spettatore. Del resto, l’intento con cui la Fondazione li propone è quello di chi non s’arrende a considerare la frontiera una barriera insormontabile: Tertio Millennio costituisce una prova di risposta alle sollecitazioni che Papa Francesco a più riprese non si stanca di rivolgere a tutti proprio per un “abitare la frontiera”.

“Il cinema – conclude Ivan Maffeis  -, da questo punto di vista, offre un contributo incredibile. Perché anche per il regista e il produttore vale quel che Claudio Magris dice dello scrittore: ‘uomo di frontiera’ che muovendosi lungo di essa disfa, nega e propone valori e significati, articola e disarticola il senso del mondo con un movimento senza sosta che è un continuo slittamento di frontiere”.

L’anteprima di The President e la presenza del celebre regista iraniano Mohsen Makhmalbaf saranno la prima vetrina della 18ª edizione del Tertio Millennio Film Fest.

tertioIl Tertio Millennio Film Fest, con la Direzione Artistica di Marina Sanna e con la collaborazione di Gianluca Arnone, ha scelto di privilegiare opere che, con alcune eccezioni, il pubblico ha difficilmente la possibilità di vedere in sala, perché prive di distribuzione o perché escluse dal tradizionale circuito cinematografico italiano.

Quindici i titoli in cartellone, tutti proiettati gratuitamente al Cinema Trevi Alberto Sordi, sala del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Tra questi l’attesa anteprima di La teoria del tutto, film di James Marsh sulla vita dell’astrofisico Stephen Hawking con Eddie Redmayne, Felicity Jones ed Emily Watson già dato come papabile agli Oscar, il francese Le dernier coup de marteau alla presenza della regista Alix Delaporte, Court di Chaitanya Tamhane e Sivas di Kaan Mujedi, rispettivamente vincitori del Leone del Futuro e del Premio Speciale della Giuria al 71. Festival di Venezia, The Passage, opera prima del pluripremiato regista italiano Roberto Minervini, inedita in Italia, Juaja di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen e i documentari, in anteprima esclusiva, Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia di Lucas Duran prodotto dal Centro Televisivo Vaticano e Boko Haram – Convertitevi o morite di Riccardo Bicicchi. Tra gli eventi in cartellone anche la proiezione del capolavoro restaurato di Marco Ferreri L’udienza, la proiezione del documentario Un albero indiano di Silvio Soldini e Giorgio Garini e la proiezione di La giornata balorda di Mauro Bolognini al quale seguirà un dibattito condotto dalla giornalista Dina d’Isa.

L’attrice Maria Roveran ha ricevuto il Premio Rivelazione dell’anno – RdC Awards 2014, assegnato dalla Rivista del Cinematografo. “In Piccola Patria, – questa la motivazione del Premio – l’immedesimazione è tale da non capire dove finisca il personaggio e dove inizi la persona. Maria Roveran, più che recitare, sembra vivere sulla scena. Tanta immediatezza non deve però trarre in inganno: la spontaneità non nasce da una reale vicinanza con la Luisa del film, ma è il frutto di un lavoro rigoroso sul corpo, il dialetto, l’espressione, il gesto, elementi nevralgici di una performance che fa del proprio sparire la sua qualità più evidente”.

La consegna del Premio Rivelazione dell’anno anticipa l’assegnazione degli RdC Awards 2014, fissata per venerdì 12 dicembre presso il Cinema Trevi, durante una cerimonia di gala condotta da Fabio Falzone.

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