Crittografia e lacrime.

Sono tornato dopo anni al cinema dei miei anni universitari, il Jolly di Roma, dove credono ancora che io sia uno studente della Sapienza solo perché, per qualche strano motivo, il mio tesserino scade solo nel 2016. Non glielo dite però, sennò mi tolgono gli sconti.

The Imitation Game poster OscarCi sono capitato per caso, e per caso ho visto The Imitation Game. Il trailer ci fa vedere come questo film venga presentato come una specie di spy story da seconda guerra mondiale con in mezzo un’epicissima storia romantica tra Keira Knightley e “il tipo di Sherlock” (vi giuro che Benedict Cumberbatch in Italia è etichettato solo per quello, povero), ma in realtà è tutta un’altra cosa! Intanto è una sorta di biopic di Alan Turing (interpretato da Benedict, appunto), che a fine anni Trenta/inizi Quaranta era una specie di Sheldon Cooper di Big Bang Theory, senza una vita sociale ed esclusivamente occupato a pensare ai suoi studi di matematica e crittografia. Poi Tywin Lannister (Charles Dance) lo chiama a Bletchley Park per lavorare alla decodifica del malefico codice Enigma, usato dai tedeschi per trasmettere tutte le informazioni degli attacchi. Lì litiga con tutti i colleghi di lavoro, perché, come ho detto, Benedict non sa come comportarsi in situazioni sociali. Finché il team di lavoro non viene arricchito da Keira Knightley. Keira e Benedict diventano best friends forever, e potrebbe esserci qualcosa, ma anche no, perché in realtà Benedict è gay, ma non fa niente, perché lui e Keira si amano in quel modo non tradizionale che riescono a fare solo quelle anime elette. Quindi si sposano, perché altrimenti i genitori di Keira la rivogliono a casa, perché non sia mai che una donna nubile lavori da sola, lontana dai genitori e circondata da uomini.

THe-Imitation-GameBenedict inventa un marchingegno per decodificare in fretta i codici, che si rivela essere un primo prototipo di computer (ma nessuno lo sa, neanche lui probabilmente). Tutti i suoi studi verranno tenuti nascosti dal segreto di stato, anche dopo la fine della guerra, perché non si scherza con il servizio segreto inglese. Benedict rimane solo, impazzito a causa delle cure ormonali che il governo lo obbliga a seguire (a causa della sua omosessualità), e con la sola compagnia del suo computer gigante, che ha chiamato come il suo primo amore ai tempi del collegio, per poi suicidarsi un paio di anni dopo, fortunatamente fuori scena, ce lo dicono gentilmente in una caption a fine film.

Quella sera stessa ho abbracciato in lacrime il computer e ho prenotato una visita a Bletchley Park per quest’estate. Non si può dire che il film non mi abbia per niente toccato. No, eh.

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