Crudelia Demon ha ucciso Napoleone.

Una Crudelia Demon metropolitana (come il personaggio disneyano ha una ciocca di capelli di un altro colore) è l’antipatico ma affascinante personaggio della commedia noir ‘Ho ucciso Napoleone’, che sarà presentata al BiF&st, il Festival del cinema di Bari. Protagonista è Micaela Ramazzotti con al suo fianco Libero De Rienzo, Adriano Giannini, Iaia Forte, Thony, Bebo Storti, Tommaso Ragno, Pamela Villoresi ed Elena Sofia Ricci. La regia è affidata a Giorgia Farina, che già con il suo primo lungometraggio si era posizionata sulla scia dei ‘film al femminile’ che vede come capostipite Pedro Almodòvar.

Il film, scritto dalla regista insieme a Federica Pontremoli, è prodotto dalla BiBiFilm con Rai Cinema e sarà distribuito dal 26 marzo nelle sale cinematografiche da 01 Distribution.

Nel giro di ventiquattrore la vita di Anita, single e brillante manager in carriera, viene spazzata via da un uragano di guai. Il lavoro, l’amore, il futuro, tutto in macerie nel giro di un giorno. Anita si ritrova seduta sull’altalena di un parco giochi licenziata in tronco e incinta del suo capo, suo amante clandestino, sposato e padre di famiglia.

Senza scendere a compromessi, pretenderà che tutto torni come prima: il suo lavoro, la sua vita, la sua libertà di single senza figli. E perché questo accada è necessario ordire un piano di vendetta raffinata e senza scrupoli. Ma a volte accade che anche il piano perfetto vacilli di fronte all’imprevisto, soprattutto se l’imprevisto ha le sembianze di un timido e goffo avvocato di nome Biagio. Nel frattempo Anita cresce, la sua pancia cresce e cresce dentro di lei la capacità di aprirsi al mondo. Quando la sua bambina nascerà, Anita sarà una persona diversa.

“Nella vendetta e nell’amore – sostiene la regista – la donna è più barbarica dell’uomo afferma Nietzsche molto, molto tempo prima che Anita venisse lasciata e licenziata. La donna moderna è costretta a tirare fuori le unghie a causa di una società che è modellata secondo le esigenze e stereotipi femminili vecchi e irrealisticamente perfetti, o totalmente perdenti, che penalizzano il ‘gentil sesso’ sia nel campo del lavoro che in quello delle relazioni. Anita non si accontenta di cadere in un clichè, è anarchica e pretende di essere riconosciuta nella sua particolarità. Se la realtà, quindi le sbatte la porta in faccia, Anita si adegua e inizia a comportarsi come il più spregiudicato degli uomini, pronta a tutto per ottenere quello che le è stato totlo”.

 

“Sentivo la voglia di raccontare una donna diversa – afferma la regista Giorgia Farina durante la presentazione del film a Roma -. Il mio unico riferimento è stato ‘La ragazza con la pistola’. Nel cinema italiano o c’è la donna fatalona o quella santa, in ogni caso sempre declinata al maschile. Quello che vorrei dire con questo personaggio molto dark è che per una donna è possibile essere tutto. La nostra eroina è madre, è amante, è indipendente ed è anche molto cattiva. Perché una donna non può essere cattiva?”.

“Un personaggio freddo, algido. Odia gli uomini, i bambini, i colleghi di lavoro. E’ estremamente indipendente e vive da sola per questo. Ma è una donna forte, indipendente, perfida, vendicativa ed essere così le piace. Si tratta di un ruolo articolato che ha dei toni pulp quasi tarantiniani e comunque da graphic novel”, conferma la protagonista Micaela Ramazzotti.

“Si tratta di una interpretazione molto diversa da quelle che ho fatto fino ad oggi – afferma la Ramazzotti – e non solo mi è piaciuto ma l’ho trovato perfino eccitante. Rivedermi dopo, mi ha quasi fatto paura per quanto questo personaggio è diabolico”.

“Il personaggio di Micaela è vero che è molto duro – sostiene invece Adriano Giannini (l’amante) -, ma lei ha saputo dargli anche delle tenerezze, che così lo hanno reso più vivo, reale. E penso che questo aspetto sia fondamentale da sottolineare”.

Per Elena Sofia Ricci, che nel film interpreta una donna disoccupata che vivendo di espedienti ha trovato il sistema di sbarcare il lunario, “in questo film le donne rivendicano una certa giustizia, di esserci, di andare avanti e di essere unite. E poi le donne sanno essere crudeli e iene e questo emerge nel film, come però viene messa in evidenza la nostra capacità quando vogliamo di fare squadra e di essere ancora più forti quando uniamo le nostre forze”.

E alla fine Anita ”più che vendicarsi, desidera restare fredda algida, senza famiglia e senza impegni. L’ultima sua frase, che chiude il film, è eloquente: Io non voglio essere così. Io sono così”, dice Micaela Ramazzotti. ”Ma questo – conclude Giorgia Farina – non vuole essere un messaggio, significa solo l’accettazione di quello che si è: moglie, madre, amante e anche eroina negativa”.

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