Life, James Dean visto da vicino.

‘LIFE’ non è più solo un magazine e le foto di James Dean non sono più solo delle immagini ferme: arriva al cinema ‘Life’ il film di Anton Corbijn con Dane DeHaan, Robert Pattinson e Alessandra Mastronardi. Il film, presentato all’ultimo Festival di Berlino, narra la storia della strana amicizia tra Dennis Stock, fotografo della rivista Life, e l’astro nascente James Dean.

LIFE_D21-01830Stock aveva 26 anni quando nel suo mondo chiuso e tradizionalista arrivò l’attore emergente James Dean, uno spirito libero che avrebbe trasformato la cultura popolare, segnando il passaggio dalla cravatta ai jeans, dai divi della celluloide agli idoli delle ragazzine. Il servizio per la rivista Life portò i due giovani a intraprendere insieme un viaggio fotografico attraverso gli Stati Uniti – da Los Angeles a New York fino in Indiana – che avrebbe cambiato per sempre la vita di Stock e prodotto alcune delle immagini iconiche dell’epoca. Con loro l’attrice italiana Pier Angeli (interpretata dalla somigliante Alessandra Mastronardi).

Dennis è convinto di stare semplicemente fotografando una giovane stella: non sa di stare documentando gli ultimi momenti di intimità e di semplicità che il divo James Dean conoscerà prima di morire.

Più di mezzo secolo dopo la sua morte, James Dean continua ad affascinare il pubblico di tutto il mondo. La sua vita e la sua scomparsa sono diventate leggendarie. Ma ai produttori non interessava tanto realizzare un biopic convenzionale per celebrare o confutare il mito di James Dean, quanto piuttosto raccontare la storia di un’amicizia e di un cambiamento culturale. È la storia dell’incontro di due giovani artisti: uno è un fotografo affermato, l’altro un attore ribelle a un passo dal successo e dalla tragedia. Dal loro rapporto tormentato nasce un’amicizia che racconterà attraverso le immagini una nuova generazione di giovani irrequieti e un nuovo volto del divismo.

LIFE_D12-01042È difficile immaginare la storia di James Dean senza le immagini scattate da Dennis Stock. All’inizio, l’attore non aveva nessun voglia di fare quel servizio fotografico con Stock, ma poi, gradualmente, tra loro si creò un rapporto di fiducia e di amicizia. Solo pochi mesi dopo, Dean restò ucciso in un incidente d’auto, dopo aver girato GIOVENTÙ BRUCIATA e IL GIGANTE. Stock pubblicò le sue foto su Life e da allora proseguì la sua fortunata carriera e visse fino a oltre gli ottant’anni, mentre James Dean divenne una leggenda. Ora, la storia di quell’incontro umano e professionale viene raccontata in un film.

LIFE racconta la genesi e i retroscena delle famose fotografie di Stock, pubblicate il giorno prima della presentazione a Times Square di LA VALLE DELL’EDEN e dell’improvvisa ascesa alla fama di Dean. LIFE_D04-00382Umanizza la persona dietro al mito, rivelando un giovane attore tormentato, che resiste al tentativo dell’industria di trasformarlo in un divo. Ma racconta anche l’altro uomo: l’artista dietro all’obiettivo e lo strumento di quella fama. L’autenticità della loro storia colpisce, in un’epoca di culto della celebrità, riconoscimenti fittizi e telecamere ovunque. Le fotografie di quel viaggio del 1955 sono diventate immagini iconiche di un attore e di un’epoca, anticipando la cultura giovanile emergente. Quel servizio per Life metteva in luce il gap generazionale, ma anche il conflitto tra le diverse sensibilità di due giovani uomini. “James Dean è stato un catalizzatore della cultura giovanile”, osserva Iain Caning, “per tutti quelli che pensavano che fosse possibile intraprendere una strada un po’ diversa da quella tradizionale. Il personaggio di Dennis Stock, invece, aveva una famiglia disgregata, e guardava a quel giovane sperando di poter riportare indietro l’orologio. Ma Dennis non è capace di vivere alla giornata come fa Jimmy: mentre Jimmy non ha paura di rifiutare le convenzioni, Dennis si sforza di adeguarsi alle aspettative conformiste degli anni cinquanta. Il fotografo ha seguito il copione socialmente prestabilito: matrimonio, carriera, figli. Eppure è insoddisfatto. Ha visto fallire il suo matrimonio e si è sottratto alle sue responsabilità di padre, ma continua a cercare il successo convenzionale lavorando per le grandi testate. Come osserva Luke Davies, “Dennis è il giovane fotografo di punta di una rivista letta da trenta milioni di persone ogni settimana, e Jimmy è un giovane attore che ha interpretato alcuni programmi televisivi ed ora è il protagonista di un film in uscita che potrebbe renderlo famoso. In quel preciso momento, quindi, il personaggio socialmente più affermato è Dennis, non Jimmy. E per Jimmy quel servizio fotografico è come fare un patto col diavolo”.

LIFE_D20-01751LIFE racconta il dilemma di James Dean: desidera il successo, ma non vuole perdere la sua integrità. Avverte “il potere della Warner Brothers e della pubblicità, che gli suscita reazioni ambivalenti e contraddittorie”, osserva Davies. Desidera le opportunità che il successo può dargli ma non vuole rinunciare all’indipendenza, e detesta la macchina promozionale a cui vorrebbe sottrarsi. “Quindi Dennis è proprio il tipo di persona che Jimmy cerca di evitare”, e Dennis non lo capisce. “Chi non vorrebbe vedere le sue foto pubblicate su Life?”. Davies lo definisce “un gioco del gatto col topo”, quello tra Dennis e Jimmy. Tra loro c’è un forte attrito. In quel servizio fotografico Dennis vede un’opportunità professionale, Jimmy una trappola. Il loro rapporto riflette le tensioni culturali che agitano il paese, e la loro amicizia è una storia di riconciliazione delle differenze e di ricerca di un terreno comune. Gradualmente, i due uomini vanno verso quello che Davies definisce “una sorta di affetto esitante” e “alla fine del film ognuno dona qualcosa all’altro, una lezione di vita. È un dono velato di tristezza perché James Dean morirà presto, ma non per questo è meno prezioso”. Aggiunge Canning: “Nel corso del film, Dennis riuscirà ad aprirsi e ad abbracciare in qualche modo la vita, e James a ricomporre il conflitto tra la parte artistica e quella commerciale di Hollywood”.

LIFE_D16-01353La storia del film è frutto di un paziente lavoro di ricerca sulla vita dei suoi protagonisti. “L’idea di fare un film su una persona reale è sempre appassionante”, osserva il produttore Iain Canning, “ma non è detto che la vita di quella persona meriti di essere raccontata… In una prima fase, abbiamo cercato di ricostruire la realtà dei fatti al di là del mito, per capire se la storia di James Dean fosse abbastanza interessante da essere raccontata in un film”. La sceneggiatura di LIFE è opera dello sceneggiatore e scrittore australiano Luke Davies. Davies aveva già lavorato con il produttore Emile Sherman di See-Saw all’adattamento del suo libro Candy, da cui è stato tratto il film PARADISO+INFERNO, con Heath Ledger. Entrambi erano interessati a fare un film sulla vita di un artista – scrittore, fotografo, attore, musicista o altro – e quando è stato fatto il nome di James Dean, Davies non ci ha pensato due volte. “Mi sono immerso in ogni più piccola informazione sulla sua breve vita”, racconta Davies, “finché non ne ho ricostruito il quadro completo”. Ma una parte, soprattutto, lo aveva colpito: il viaggio di James Dean con Dennis Stock, per la rivista Life. Luke ne ha parlato con i produttori della See-Saw. “È il film per noi”, ha detto Iain. Nel 2010, Luke ha cominciato a lavorare alla sceneggiatura. Il risultato non è stato un biopic tradizionale che copre l’arco di un’intera vita, “una piccola storia con grandi temi”. Davies ha continuato a fare ricerche su Dennis Stock e sui retroscena della famosa fotografia di James Dean a Times Square. Per documentarsi, ha intervistato persone collegate a quell’evento, come il dirigente dell’agenzia Magnum John Morris (interpretato da Joel Edgerton) e il figlio di Dennis Stock, Rodney, che all’epoca aveva sette anni. Mentre andava raccogliendo materiali biografici, ha avuto un’intuizione provvidenziale: “Atto primo: Los Angeles. Atto secondo: New York. Atto terzo: Indiana”, racconta lo sceneggiatore. “E il ritorno in Indiana è come un viaggio nel passato di Jimmy: l’Indiana rappresenta l’America tradizionale dell’epoca”. È lì che si avvertono le tensioni tra il mondo rurale e quello della fama”, in cui Davis vede “uno straordinario momento di svolta nello zeitgeist americano”, quello da cui sono nate le rivoluzioni degli anni Sessanta. Come osserva Davies, “gli adolescenti del ’55 che guardavano GIOVENTÙ BRUCIATA si riconoscevano nei suoi protagonisti e nei grandi cambiamenti culturali che si profilavano all’orizzonte e che loro stessi avevano contribuito a innescare”.

“Per quanto riguarda il titolo”, racconta Davies”, è stata una scelta istantanea. Non c’è mai stato un altro titolo”. Dennis Stock lavorava per la rivista Life, e il tema del film sono le scelte di vita. “A un livello più profondo”, osserva Davies, “il film parla di come il nostro essere mortali dovrebbe influenzare il modo in cui scegliamo di vivere, qui e ora. Quindi è una celebrazione della vita e un’elegia della morte di James Dean”.

I commenti sono chiusi.