The big short, la grande scommessa.

La Paramount Pictures e la Regency Enterprises presentano ‘La Grande Scommessa’, un film diretto da Adam McKay, al cinema dal 7 gennaio. 591382973KR00017_The_Big_ShUna miscela di commedia e tragedia che getta uno sguardo sagace sulle circostanze che hanno portato alla recente crisi economica globale. La sceneggiatura è di Charles Randolph e di Adam McKay, ed è basata sul best seller ‘The Big Short – Il grande scoperto’ di Michael Lewis.

Con la sua versione originale ed irriverente di una delle storie su cui si è scritto e della quale si è parlato di più in questo secolo, La Grande Scommessa trasforma un capitolo oscuro della storia americana in un avvincente racconto ammonitore dall’umorismo nero e dai personaggi bizzarri.

Nel 2005, MICHAEL BURRY (Christian Bale), eccentrico manager di fondi di San Jose appassionato di musica heavy-metal, esamina migliaia di prestiti individuali legati ad obbligazioni di mutui ad alto rischio e fa una scoperta sorprendente: i prodotti finanziari sono costituiti perlopiù da mutui non standardizzati destinati al default nel giro di pochi anni. Mentre i banchieri di Wall Street e le agenzie di regolamentazione governative ignorano questa bomba a orologeria, Burry inventa uno strumento finanziario chiamato credit default swap (derivato di copertura) per mandare in tilt il mercato immobiliare in forte espansione – con grande disappunto dei proprietari e degli investitori coinvolti nella speculazione.

THE BIG SHORTQuando il giovane e rampante banchiere di Wall Street JARED VENNETT (Ryan Gosling) intuisce la strategia di Burry, cerca di convincere il manager dei prodotti finaziari ad alto rischio, l’irascibile MARK BAUM (Steve Carell), che anche lui dovrebbe investire milioni nei credit default swaps. Inizialmente lo scettico Baum e il suo team di giovani e scaltri analisti (Jeremy Strong, Hamish Linklater e Rafe Spall) indagano per conto proprio. Ricercando il mercato immobiliare in Florida, intervistano broker di mutui immobiliari non standardizzati che abitualmente ottengono prestiti per i loro clienti senza garanzie, come una spogliarellista che si è impegnata nell’acquisto di svariate proprietà senza versare acconti.

Nel frattempo, JAMIE SHIPLEY (Finn Wittrock) e CHARLIE Geller (John Magaro), manager poco più che ventenni, si rendono conto della bolla immobiliare. Sperando di poter entrare nel giro dell’alta finanza, THE BIG SHORTsi accorgono però che ai loro 30 milioni di dollari devono aggiungerne almeno ancora un altro miliardo e mezzo per potersi sedere al tavolo degli adulti. Decidono quindi di unirsi al banchiere divenuto ambientalista BEN RICKERT (Brad Pitt), che utilizza i suoi contatti per aiutarli a scommettere contro Wall Street.

Nel 2008, quando il mercato alla fine crolla, questi contro-investitori guadagnano miliardi ma restano per sempre segnati dalla loro esperienza. E, mentre le istituzioni finanziarie il cui comportamento sconsiderato è stato alla base della crisi vengono salvate con il denaro dei contribuenti americani, milioni di quegli stessi americani perdono la casa, il lavoro e i fondi pensione, travolti da una catastrofe economica i cui effetti si fanno sentire ancora oggi.

“Ho iniziato a leggere il libro verso le 10:30 di sera e ho pensato ‘mi limiterò ad una quarantina di pagine'”, ricorda Adam McKay. “Ma non sono riuscito a posarlo. Sono andato avanti tutta la notte e l’ho finito alle sei del mattino. Il giorno dopo ho raccontato a mia moglie dei vari personaggi e di come il libro riesca a tessere insieme tante storie diverse. E’ essenzialmente una storia sul come fare soldi, sul crollo del sistema bancario, sulla corruzione e sulla complicità, ed è straordinariamente divertente e drammatica allo stesso tempo. E lei mi ha detto subito, ‘Dovresti farne un film’. Ma io le ho risposto: ‘Io sono quello che ha fatto Fratellastri a 40 anni'”.

Il libro che ha suscitato così tanto entusiasmo in McKay e nella Plan B spingendoli a fare un film su gli eventi che hanno portato alla crisi delle banche è il parto dalla mente del maestro della saggistica Michael Lewis. Dopo aver lavorato per una grande banca di Wall Street negli anni Ottanta, Lewis ha scritto il bestseller di Liar’s Poker, in cui lancia uno sguardo divertente e rivelatore sul redditizio e ingannevole mondo del trading di obbligazioni. L’autore non aveva pensato a scrivere un seguito fino al crollo finanziario del 2008. “Ho iniziato a leggere di come le grandi banche simili a quella in cui avevo lavorato io avessero perso centinaia di miliardi di dollari negli investimenti in obbligazioni di mutui subprime”, ricorda Lewis. “Le banche erano diventate i “polli” al tavolo da gioco e perdevano enormi quantità di denaro … così mi sono chiesto: ‘Ma come può succedere una cosa simile?'”

In cerca di risposte, Lewis si è rivolto ad ex investitori finanziari che avevano perso il lavoro dopo la crisi. “Andavamo a farci una birra e mi dicevano in via confidenziale, ‘L’unico motivo per cui ti spiego come ho perso 10 miliardi di dollari in una singola transazione è che tu sei la ragione per cui io sono entrato nel business. Quando ho letto Liar’s Poker mi sono sentito orgoglioso di essere un trader di Wall Street’. Dopo alcune di queste conversazioni ho cominciato a pensare,’ Gesù, sono io il responsabile di questa crisi!’ Scrivendo quel libro avevo contribuito a dar forza a questi idioti responsabili della perdita di tutti questi soldi. Allora ho cercato di capire come queste istituzioni alla base del capitalismo abbiano potuto commettere un simile errore. Banche come la Goldman Sachs impiegano solo i tipi più brillanti e intuitivi, con un’ottima istruzione, lauree conseguite ad Harvard, a Yale e a Princeton”.

Ma i protagonisti del libro di Lewis non sono questo drappello di dei dell’Olimpo della finanza. L’autore ha invece concentrato la sua attenzione sugli outsider che sono andati contro le regole della finanza comune, dei regolatori governativi e degli esperti dei media, puntando tutto quello che avevano sul crollo senza precedenti del mercato immobiliare americano. «Ho scoperto che c’erano questi tipi stravaganti che si muovevano ai margini del mondo della finanza che hanno intuito quanto fosse corrotto il sistema”, racconta. “Questi sono i ragazzi che hanno fatto di The Big Short – Il grande scoperto un libro e non solo un saggio giornalistico. I ragazzi che hanno scommesso contro le banche e hanno fatto i soldi – erano quelli i personaggi che mi interessavano”.

Poiché The Big Short è ambientato in un settore in cui si parla una lingua criptica, McKay desiderava trovare un sistema divertente che lo aiutasse a chiarire alcuni concetti di base per il pubblico. “La gente deve conoscere il linguaggio della finanza per poter seguire la storia, ma appena uno sente termini come ‘obbligazioni con copertura di rischio’ o ‘credit default swap’, si sente subito stupido e si annoia”, spiega McKay. “Gli esperti di finanza fanno di tutto per far sembrare tali operazioni davvero complicate, e quindi ci è venuta l’idea di utilizzare delle celebrità che entrano in scena nel bel mezzo del film e spiegano le varie cose al pubblico”.

THE BIG SHORTSono così stati abilmente aggiunte delle scene in cui, ad esempio. la star di The Wolf of Wall Street, Margot Robbie, chiarisce il significato di titoli garantiti da ipoteca bevendo champagne in una vasca da bagno piena di schiuma, e lo chef della TV Anthony Bourdain paragona il pesce avanzato alle attività finanziarie tossiche.

McKay dice di aver pensato a Bourdain per tale scena dopo aver letto il suo libro di memorie Kitchen Confidential. “Nel libro lo chef spiega ai lettori che non dovrebbero mai ordinare zuppa di pesce, perché è lì che finiscono tutte le porcherie avanzate che non si possono utilizzare altrimenti”, spiega il regista. “Ho pensato ‘Oh mio Dio! E’ una metafora perfetta per i titoli garantiti da ipoteca, obbligazioni in cui le banche uniscono un gruppo di mutui non standardizzati ad alto rischio e poi li vendono mascherandoli da prodotti finanziari a bassissimo rischio'”.

Per illustrare il rovinoso effetto domino innescato dal crollo del cosiddetto “CDO sintetico” ( crediti coperti da ipoteca) McKay ha fatto recitare Selena Gomez accanto al Dottor Richard Thaler, economista comportamentale, in una scena ambientata in un casinò. E mentre Thaler spiega il concetto di “Pregiudizio di valutazione” – cioè la tendenza a credere che qualcosa che sta accadendo ora continuerà ad accadere – la Gomez è seduta ad un tavolo di blackjack con una pila enorme di fiches. “E ‘una sorta di dinamica degli alti e bassi, in cui Selena gioca a blackjack mentre alcuni spettatori, di volta in volta, cercano di indovinare se la sua sarà o meno una mano vincente”, spiega McKay. “Sono stati gli investitori che hanno fatto un simile tipo di scommessa sui guadagni o sulle perdite dei titoli garantiti da ipoteca che hanno portato l’intera economia mondiale al collasso”.

La Gomez ammette di essere rimasta sorpresa quando McKay l’ha chiamata per La Grande Scommessa. “Ho letto la sceneggiatura e non capivo di che parlasse, cosa che mi ha spaventata a morte perché io credo sia importante conoscere il nostro sistema economico”, spiega la giovane attrice e superstar della musica pop. “Ma dopo averne parlato con Adam, ho capito quanto fosse importante prendere parte a questo film. Ho avuto la possibilità di comunicare con le persone che mi ammirano. La mia generazione è la prossima che gestirà l’economia mondiale. E’ importante per noi capire cosa sia successo”.

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