Lady Bird, la ribellione è adolescente

Saoirse Ronan è la protagonista di Lady Bird, il film scritto e diretto da Greta Gerwig, che vede nel cast anche Timothée Chalamet, il giovane che Luca Guadagnino ha scelto per il suo ‘Chiamami con il tuo nome’ e che farà concorrenza a se stesso nella notte degli Oscar. Ai Premi Oscar 2018, infatti, Lady Bird ha ottenuto cinque nomination per il miglior film, miglior attrice a Saoirse Ronan, miglior attrice non protagonista a Laurie Metcalf, migliore sceneggiatura originale e miglior regista a Greta Gerwig. Di sicuro, il film è uno dei più belli dell’anno.

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La regista e attrice 34enne, volto simbolo del nuovo cinema ‘indie’ Usa, ambienta il suo film autobiografico nel 2002 e punta sul rapporto madre-figlia, il centro nevralgico ed emotivo del film. Christine McPherson è una studentessa dell’ultimo anno di un liceo cattolico della periferia di Sacramento, che non ama il suo nome e si fa chiamare lady Bird. Vive con i suoi genitori, con suo fratello maggiore, che è stato adottato, e la sua ragazza. Lady Bird è la migliore amica di Julianne “Julie” Steffans, con cui si iscrive al corso di recitazione della loro scuola, dove Lady Bird incontra un ragazzo: Danny O’Neill. I due cominciano una relazione sentimentale, portando la ragazza ad unirsi alla sua famiglia per la cena del Ringraziamento invece che con la sua famiglia, con grande disappunto della madre. Però, la loro relazione finisce. In una caffetteria incontra il musicista Kyle Scheible, con cui comincia una relazione.

Il più grande desiderio di Lady Bird è lasciare la fin troppo tranquilla Sacramento, per iniziare la sua vita adulta in qualche prestigiosa università dell’East Coast. Un sogno che spaventa la madre Marion, iperesigente per quanto a suo modo amorevole, ma che il padre decide di supportare, nonostante sia da poco rimasto senza lavoro.

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“Sono cresciuta a Sacramento e amo Sacramento – afferma la regista -, per cui la spinta iniziale a fare questo film è stato il desiderio di scrivere una lettera d’amore ad un luogo che sono riuscita a mettere a fuoco solo dopo essermene andata. E’ difficile rendersi conto della profondità del proprio amore quando hai sedici anni e sei piuttosto sicura che la “vita” sia altrove. Nessuno degli eventi del film è successo veramente, c’è però un fondo di verità che è legato a una sensazione di casa, di infanzia e di partenza”.

“Joan Didion è di Sacramento – continua Greta Gerwig – e quando, da giovane adolescente, ho scoperto i suoi scritti è stato un vero terremoto spirituale. E’ stato tanto sconvolgente quanto se fossi cresciuta a Dublino e avessi improvvisamente letto James Joyce. Lai è stata la mia personale poetessa ufficiale. Era la prima volta che mi capitava di leggere il punto di vista di un’artista sulla mia città. Avevo sempre creduto che l’arte e la scrittura dovessero occuparsi di cose “importanti” ed ero certa che la mia vita non fosse così importante. Ma la sua scrittura, così bella, chiara e precisa, parlava del mio mondo. Conoscevo perfettamente tutte quelle donne di cui scriveva. Il modo in cui organizzavano i loro armadi, le cose a cui davano importanza, la visione del mondo della classe media rurale che ha plasmato questo angolo della nazione. Quando la gente pensa alla California, tende a pensare a San Francisco o a Los Angeles, ma c’è un’imponente valle agricola che si estende al centro dello stato. Sacramento si trova nella punta nord di questa vallata e, nonostante sia la capitale dello stato, ha la terra nel sangue. Non è una città vanitosa. Non si mette in mostra e non tenta di vendere sé stessa. C’è modestia e integrità sia nel luogo che nella gente”.

“Una delle primissime cose che ho scritto per il film – prosegue la regista – è stata la scena in cui qualcuno chiede a Lady Bird da dove venga e lei mente e risponde: “San Francisco”. Volevo partire da quel sentimento di profonda vergogna che viene dal negare chi sei per andare poi a ritroso; quello era il momento intorno al quale volevo costruire un film. Volevo fare in modo che il pubblico si sentisse personalmente tradito e ferito quando lei rifiuta la sua provenienza. Come se anche ogni spettatore fosse di Sacramento e ne conoscesse intimamente luoghi e persone. Lady Bird rinnega la sua città per sembrare un 10% più cool di fronte a un tizio sconosciuto che ha appena incontrato. Forse negare le proprie radici è inevitabile. Non sono una cattolica praticante ma la storia del tradimento di Pietro mi ha sempre commosso. Durante l’Ultima Cena, Pietro dice con devozione a Gesù che lui morirebbe piuttosto che rinnegarlo, ma Gesù gli risponde che invece lo rinnegherà tre volte “prima del canto del gallo”. Pietro insiste che non lo farà. Naturalmente Pietro finirà per negare di conoscere Gesù in tre occasioni diverse. Il gallo canta proprio mentre sta dicendo per la terza volta che non è un discepolo di Gesù. Poi si dispera a causa della sua stessa debolezza. Comunque, dopo la resurrezione Gesù appare a Pietro e gli domanda per tre volte se lui lo ama. Pietro risponde per tre volte di sì. Gli viene data la possibilità di pentirsi attraverso l’amore. Queste storie sono sempre state d’ispirazione per la mia scrittura e le mie idee; trovare una verità più grande e universale dietro a quelle che vengono definite “piccole” vite. Lady Bird rinnega la sua origine, è vero, ma dichiara anche il suo amore. L’opportunità della grazia divina ci è garantita e noi abbiamo bisogno di amore per accettarla”.

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La protagonista adolescente rinnega il suo nome di battesimo. “Ri-nominare è sia un atto creativo che religioso – conclude Greta Gerwig -, è un atto di paternità e autorialità e un modo per trovare la propria vera identità creandone una nuova. E’ una bugia al servizio della verità. Nella tradizione cattolica, alla cresima viene dato un nome, il nome del santo che speri di emulare. Nel rock and roll, ti dai un nuovo nome (David Bowie, Madonna, ecc.) per occupare questo più grande spazio mitico. All’inizio della fase della scrittura, mi scontravo continuamente con qualcosa che non riuscivo a sbloccare. Ho messo tutto da parte e su una pagina bianca ho scritto: “Perché non mi chiami Lady Bird? Hai promesso che l’avresti fatto.” Volevo conoscere questa ragazza che si fa chiamare da tutti con questo nome strano. Il nome è venuto fuori da un luogo misterioso. Prima di scriverlo non ci avevo pensato. Mi piace il modo in cui suona. E’ disinvolto, elegante e démodé. Scrivere il copione è stato il modo per arrivare al cuore di quella ragazza. Più tardi mi sono ricordata la filastrocca “Ladybird, ladybird, fly away home.” E’ su una madre che torna a casa per assicurarsi che i suoi piccoli stiano bene. Io non so come queste cose si depositino nel nostro cervello o perché vengano fuori quando lo fanno, ma il dispiegarsi inconscio di qualcosa che sai senza saperlo a me sembra essere una parte essenziale del processo creativo.

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