Brick Mansions.

Se siete appassionati di cinema action con molta probabilità avete familiarità con l’attivissimo panorama francese di cui la EuropaCorp di Luc Besson possiede la fetta più consistente. Tra i vari Transporter e Taken, che rappresentano dei felici compromessi produttivi con gli Stati Uniti, Paese al quale Besson ha sempre guardato per la sua filmografia da regista, sceneggiatore e produttore, c’è stato anche Banlieue 13, produzione totalmente francese del 2004 che ha trasformato in star cinematografica l’atleta David Belle, campione e fondatore del parkour. Il successo del film diretto da Pierre Morel ha portato a un gustoso – anche se meno ispirato – sequel nel 2009, Banlieue 13: Ultimatum, con gli stessi protagonisti, un budget più ricco e diretto da Patrick Alessandrin. Per espandere il successo della storia e i personaggi creati da Besson anche Oltreoceano, stavolta si è pensato a un remake, come molto spesso accade con i film non statunitensi che si vorrebbe sdoganare nel Nuovo Continente. Così, prodotto sempre dalla EuropaCorp con la canadese Transfilm International e con il supporto distributivo di Relativity Media, arriva il remake di Banlieue 13, Brink Mansions, nelle nostre sale dal 1° maggio con Eagle Pictures.

Ma per attirare un pubblico che forse non è troppo esigente ma è fortemente condizionato dallo star system, come quello statunitense, serve un protagonista che fornisca il giusto richiamo. Così se è confermato David Belle nello stesso ruolo che ricopriva nei due film francesi, la new entry nel ruolo del protagonista è Paul Walker, lo sfortunato Brian O’Conner della saga di Fast and Furious, che purtroppo ci ha lasciati lo scorso anno a causa di un incidente stradale.

Brick Mansions è di fatto l’ultimo film compiuto in cui ha recitato Walker (anche se lo rivedremo, controfigurato in cgi in Fast and Furious 7 nel 2015) e si nota quanto la produzione abbia puntato sulla presenza della star in questo film. Perché se in Banlieue 13 si trovava una equilibratissima condivisione della scena tra Cyril Raffaelli e David Belle, in Brick Mansions il ruolo di quest’ultimo è decisamente di supporto a Paul Walker, una spalla più che un coprotagonista. E per strizzare l’occhio al pubblico di Fast and Furious, Brick Mansions possiede una considerevole quantità di scene d’azione su quattro ruote, con incidenti spettacolari e mirabolanti acrobazie al volante di macchine più o meno sportive.

Al di là di questo dettaglio che favorisce l’azione più classica alle scene di parkour (che comunque sono presenti e forniscono un’adeguata e originale spettacolarità), Brick Mansions risulta molto vicino al prototipo, diventando di fatto un remake fedele e, per molti aspetti, inutile. Storia, personaggi e colpi di scena si ripetono, fondendo qualche elemento anche da Banlieue 13: Ultimatum, in uno spettacolo che sa intrattenere con efficacia e professionalità, ma che di fatto non riserva nessuna sorpresa a chi ha già visto il film francese.

Accanto a Paul Walker e David Belle recitano il sempre inespressivo RZA di G.I. Joe: La Vedetta e L’uomo con i pugni di ferro, nel ruolo del criminale Tremaine, e la notevole Catalina Denis di Taxxi 4 e Go Fast. Alla regia c’è l’esordiente Camille Delamarre, fido montatore di Luc Besson per i film Transporter 3, Colombiana e Taken 2 – La vendetta.

Insomma, adrenalina a mille per Brick Mansions e i patiti dell’action nudo e crudo avranno da che gioire, ma la fin troppa aderenza al prototipo e una conclusione che gioca con il paradosso e forse risente della doverosa dedica in memoria a Paul Walker, fanno di questo film una visione ludica unicamente votata all’intrattenimento facile che non va oltre l’ora e mezza di proiezione, finendo presto nel dimenticatoio.

Roberto Giacomelli

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