Previsti temporali di fine estate. Al cinema.

Il 27 agosto anche le sale cinematografiche italiane saranno raggiunte dai cicloni di INTO THE STORM, divertente e coinvolgente cli-fi movie, ovvero un film che ha per tema i cambiamenti climatici. E sono devastanti quelli raccontati dal film diretto da Steven Quale e prodotto da Todd Garner che si svolge nella città immaginaria di Silvertone.

UNTITLED TORNADO PROJECTÈ il giorno della consegna dei diploma di maturità nella piccola cittadina e il vicepreside Fuller è un po’ in apprensione per le previsioni meteorologiche. Il temporale in arrivo potrebbe rovinare la cerimonia e non la si può spostare all’interno della scuola che non conterrebbe tutti gli abitanti della città attesi per festeggiare nel giardino dell’istituto.

Inoltre, il figlio maggiore di Fuller, Donnie, ha lasciato al figlio minore, Trey, il compito di documentare con riprese video la celebrazione di fine anno. Donnie, infatti, di nascosto dal padre ha accompagnato una compagna del liceo in una cartiera abbandonata per realizzare un documentario ecologista.

UTP-FP-0019Attirati dall’imminente temporale, che le previsioni meteo ora classificano come tempesta con possibilità di trombe d’aria, giunge nei pressi della cittadina anche un gruppo di Twister hunters, cacciatori di tornado professionisti alle prese con la realizzazione del documentario che, sperano, li renderà ricchi dopo una stagione di fallimenti. Li seguono, allo scopo di filmare avventure da postare sul web, due simpatici imbecilli in cerca dei proverbiali cinque minuti di celebrità da social network. Si troveranno tutti travolti da una tempesta apocalittica fatta di cicloni multipli, con una colossale tromba d’aria e uno spettacolare tornado di fuoco.

stormLa realizzazione del film, come riportano le note di produzione, ha richiesto effetti speciali visivi ricreati digitalmente così come una gran quantità di effetti meccanici. Il direttore della fotografia, Brian Pearson, racconta così la complessità di ricreare l’aspetto visivo di un film che ha come co-protagonista una tempesta: “La maggior parte del film è ambientata in un clima nuvoloso. Ma quando abbiamo girato nella zona di Detroit nel cuore dell’estate, c’è stato il sole per 25 giorni, quel mese. Esattamente quello che non volevamo”.

Per questo la troupe ha fatto ricorso a enormi telai di 12 metri per 18 metri, issati su gru a 40 metri dal suolo, allo scopo di filtrare la luce solare che illuminava il set. Grande anche l’utilizzo di macchine del vento e di pioggia artificiale per ricreare l’atmosfera temporalesca del film e il contestuale uso di deflettori speciali sulle cineprese allo scopo di evitare che le gocce sporcassero gli obiettivi, pregiudicando così le riprese.

BLACK SKYDa segnalare nel cast il protagonista Richard Armitage, meglio conosciuto come Thorin Scudodiquercia, il nobile nano che reclama il regno dei suoi avi nella saga de Lo Hobbit. Armitage rende un’interpretazione convincente nel ruolo del Vice-preside Gary Fuller, così come il comico Matt Walsh nel ruolo di Pete, cacciatore di tornado che, a bordo del suo mezzo corazzato e multicamera, cerca di realizzare il documentario del secolo.

Il maggior pregio del film è quello di riuscire a essere credibile, alternando con un giusto equilibrio momenti spettacolari e dal sapore realistico con lo sviluppo di una trama lineare e coinvolgente. Una boccata di aria fresca e leggera in sala.

Nell’imbuto di un massiccio tornado EF5, il punto più alto sulla Scala Fujita, i venti soffiano a oltre 200 miglia all’ora.  La furia di un twister di tale intensità può, e solitamente riesce, a distruggere tutto ciò che trova nel suo percorso.  “Into the Storm” proietta il pubblico in un viaggio totalmente folle all’interno di un tornado EF5 terrificante e devastante.

“Cosa fai quando vedi un tornado largo due miglia che si dirige verso di te?” chiede il regista Steven Quale. “Ti butti in terra, scappi, o gli corri incontro? Pensavo fosse molto interessante mostrare le diverse reazioni della gente per vedere chi è che si mette alla prova davanti ad un fenomeno naturale così imponente, in una situazione in cui non esiste alcun luogo dove potersi nascondere.”

Tod Garner ha lanciato l’idea di “Into the Storm”,  interessato ad esplorare cosa accade quando Madre Natura brandisce una delle sue armi più terrificanti e distruttive.

“I tornado, nella loro forma più perfetta, sono come dei mostri,” racconta Garner.  “Sembra che ti stiano rincorrendo, e poi improvvisamente il loro percorso cambia senza una direzione precisa.  Io sono cresciuto a Los Angeles con la paura costante dei terremoti in quanto imprevedibili.  Ma quasi tutti i terremoti accadono e dopo pochi secondi sono finiti.  I tornado, invece, ti avvertono che stanno arrivando, per cui vivi con il terrore dei danni che riescono a fare.”

Il produttore ha pensato che il pubblico avrebbe vissuto una suspense maggiore se il film fosse stato raccontato in prima persona, praticamente dietro la cinepresa.  “Mi piace moltissimo come questa tecnica porti lo spettatore direttamente nella storia, come  fosse un personaggio che non si vede ma che vive pienamente la stessa esperienza.”

Quale ha ritenuto ottima l’idea di Garner in base alla quale il pubblico si immagina dietro la cinepresa, specialmente nel contesto di un film catastrofico.  “Ho sempre creduto che più un film accade in tempo reale, più aumenta la tensione creando un senso di immediatezza,” aggiunge.  “E’ un processo difficile quando guardi tutta l’azione che si svolge in una storia di questo tipo e mi è piaciuta questo tipo di sfida.”

Garner ha parlato della sua idea allo sceneggiatore John Swetnam, che l’ha trasformata in sceneggiatura.  “Todd Garner mi ha sottoposto l’idea di realizzare un film sui tornado visto con gli occhi di una persona al loro interno ed io ho capito immediatamente come lo avrei realizzato.  Si trattava di applicare la tecnologia moderna al livello del suolo in modo che il pubblico potesse vivere queste tempeste dal vivo. Ho abitato nel Tennesse per molti anni e ho ancora  molti amici lì che hanno vissuto la devastazione di tali tornado, era un argomento che conoscevo bene e volevo rendere giustizia ad esso. Alla fine della giornata, il mio obiettivo era di raccontare una storia  divertente che avesse anche un cuore e delle emozioni.  E’ una storia emozionante e ricca di ispirazione che mostra quello che le persone sono disposte a fare per coloro che amano, raccontando come si possa superare qualsiasi tipo di ostacolo quando le persone si uniscono.”

“Quello che mi è piaciuto della sceneggiatura di John è che non rappresentava  solamente un film catastrofico,” racconta Quale.  “I personaggi del film erano interessanti e credibili, facili da seguire nella loro vita quotidiana.  Proviamo l’angoscia di un teenager del liceo  che vuole chiedere il primo appuntamento ad una ragazza ed analizziamo il rapporto con suo padre in quella fase goffa e impacciata della vita.  Vi è un gruppo di storm chaser che ha idee diverse su come stabilire la traiettoria della tempesta e anche un paio di ragazzi del posto che si filmano mentre fanno cose pazze per poi pubblicare i filmati su internet”.

Richard Armitage, che interpreta il padre single,  è stato attratto verso il progetto proprio dal personaggio dell’uomo qualunque che si trova ad affrontare circostanze straordinarie. “Non importa chi sei, credo che una serie di tornado violenti che si abbattono sulla tua città ti costringano a scoprire chi sei veramente.  Mi è piaciuto molto interpretare il ruolo dell’uomo qualunque che viene catapultato in una situazione in cui si deve comportare in modo completamente nuovo,” commenta.  “L’analogia che ho creato era: se ti trovi a passare vicino a un edificio in fiamme da dove provengono le urla di un bambino, sei il tipo di persona che corre dentro per salvare il bambino o quello che si guarda intorno per trovare qualcun altro che lo possa fare?”

Oltre ai rapporti umani del film, i cineasti sapevano che per il pubblico l’aspetto più importante sarebbe stato quello di quel mostro di ciclone.  In un mondo affollato di  cellulari con macchina fotografica, notizie h24 e internet, gli spettatori attenti sanno esattamente come debba apparire un vero ciclone.  La troupe degli effetti visivi di Quale, diretta dal produttore dei VFX Randall Starr ha creato un tornado EF5 che avrebbe terrorizzato anche gli appassionati più esperti e temerari.

Steven Quale afferma, “Sia per esperienza personale,  che attraverso i media, tutti sappiamo quanto possano essere devastanti i disastri naturali.  Io sono cresciuto nel Midwest e conosco la potenza dei tornado.  In questo film abbiamo voluto rendere giustizia a tale  forza incontrollabile della natura e mostrare quanto essa possa essere  straordinaria”.