“Un grazie ai curatori della sezione ‘Kids and Teen’ per averci regalato questa giornata piena di sogni e racconti meravigliosi. Mi hanno pregato, poi obbligato, a non partecipare alla proiezione perché troppo ‘anziano’. Allora Vi auguro un buon anno scolastico. Domani c’è ancora festa, ma da lunedì comando io”. Così, attraverso una lettera inviata a Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, il direttore artistico Carlo Freccero ha salutato affettuosamente il giovane pubblico nel giorno dell’apertura dell’ottava edizione del RomaFictionFest inaugurata, come da tradizione, dalla sezione dedicata ai più giovani.
Nella prima giornata all’Auditorium Parco della Musica, non solo spazio ai più piccoli ma grande attenzione è stata riservata alla masterclass con Gale Anne Hurd, produttrice esecutiva di ‘The Walking Dead’, la serie dal successo planetario che torna con la quinta stagione il 13 ottobre su Fox (Sky), in contemporanea con gli Stati Uniti.
Assistente esecutivo di Roger Corman, produttrice di ‘Terminator’, ‘Aliens’ e ‘The Abyss’, Gale Anne Hurd ha affermato: “Ho avuto il privilegio di lavorare con Roger Corman in un momento in cui le donne facevano fatica a lavorare al cinema”.
Intervistata dal direttore della sezione internazionale del festival, Marco Spagnoli, la produttrice della serie culto della tv The Walking Dead ha raccontato ai fan come si è avvicinata al mondo del cinema, i suoi successi degli anni ’80 e ’90 e, infine, su come è nato il fenomeno globale di The Walking Dead.
“Sono sempre stata un’appassionata di fiction in tutte le sue forme – ha risposto a una domanda Gale Ann Hurd -, e durante gli anni del liceo e dell’università guardavo almeno due film al giorno”.
“Le mie fonti di ispirazione sono stati i registi come Stanley Kubrick, che mi hanno fatto capire che i film di fantascienza possono essere film di serie A. Questo l’ho capito con più chiarezza quando ho cominciato a collaborare con James Cameron. Io ho sempre voglia di innovare”.
Alla domanda sul perché si è avvicinata al mondo del piccolo schermo, la produttrice ha risposto: “Grazie alla televisione siamo in grado di dedicare più tempo alla storia e ai personaggi. Con le serie tv ad esempio si lavora per tanto tempo sempre con lo stesso cast e per questo si può approfondire tutto in modo più attento. A volte qualcuno mi chiede sempre perché non faccio film intimistici, io rispondo: li ho fatti, ma tu non li hai visti!. Io amo le storie che coinvolgono e approfondiscono la condizione umana e con la tv è più facile realizzare questo tipo di storie. Un progetto che mi attira è quello dove i personaggio compiono un viaggio, che parli dell’essere umano, che sia di fantascienza o ambientato nella realtà. Per me una storia che funziona è quella in cui una persona normale si trova a vivere situazioni straordinarie”.
La produttrice si è poi voluta soffermare, nella chiacchierata con il pubblico, sul perché, rispetto agli anni ’80 quando ha esordito, nel mondo del cinema di oggi ci sono poche idee originali: “La colpa è degli studios che hanno paura. Oggi un blockbuster costa oltre 200 milioni di dollari e gli studios preferiscono fare delle scelte certe: assecondano quelli che secondo loro sono i gusti del pubblico. Per questo preferiscono basare la loro produzione su sequel e remake, per andare sul sicuro. Quello che manca oggi è il coraggio. Io invece amo correre rischi. Si impara di più dagli insuccessi. Io non ho paura perché se non provi a realizzare qualcosa non sai se avrai successo o meno”.
Gale Ann Hurd ha svelato il segreto di The Walking Dead: “Sono stata una fan dei fumetti. Mi piaceva l’idea che i morti che camminano della serie sono le persone che ancora non sono degli zombie, perché tutti, anche se muoiono di una morte naturale sono destinati a trasformarsi. Dunque i personaggi sanno che se muoiono diventano zombie e chi continua a vivere sa che potrebbe essere costretto ad uccidere un suo caro. I fumetti in questo senso sono inflessibili e raccontano storie dure e violente. Ho pensato che era un prodotto da mostrare anche sullo schermo. Il conflitto tra scelte morali ed etiche sono anche il motivo del successo a livello planetario della serie tv, perché si parla di temi che sono universali e si adattano a tutti i tipi di culture e civiltà”.
Infine, interrogata da un fan della serie, Gale Anne Hurd ha sottolineato i temi che stanno alla base di The Walking Dead: “La serie parla di chi siamo come esseri umani e di come ci comportiamo quando siamo di fronte all’apocalisse. Inoltre, abbiamo approfondito anche chi siamo come società, sulle scelte difficili che ognuno di noi potrebbe dover compiere. Per questo i personaggi della serie sono così amati e seguiti, perché sono sempre in bilico nelle loro scelte, un continuo conflitto tra etica e morale”.
Peccato che sul pink carpet non sia stata organizzata una sfilata di fan di The Walking Dead, truccati da zombie, così come è stato fatto in tutto il resto del Mondo, in occasione della presentazione della nuova serie, e come il pubblico del Fiction Fest ha potuto apprezzare nel breve filmato #Deadicated Fans mostrato prima della masterclass.
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