Un’Aquila con il ‘Vinodentro’

Il nuovo film del regista de ‘Il più crudele dei giorni’ – una commedia dalle tinte noir ispirata al più importante wine-writer italiano – tocca anche il Cinema Aquila, accompagnato da alcuni ospiti di rilievo. Giovedì 11 settembre sarà, infatti, l’occasione di incontrare Ferdinando Vicentini Orgnani e gli interpreti Vincenzo Amato, Daniela Virgilio e Annalena Lombardi, che saluteranno il pubblico presente all’inizio della proiezione.

manifesto film VINODENTROIl film prodotto da A.L.B.A. Produzioni, Moodyproduction, in collaborazione con Cine Plus, ed interpretato da Vincenzo Amato, Pietro Sermonti, Daniela Virgilio, Giovanna Mezzogiorno e Lambert Wilson, giunge finalmente nelle sale italiane.

Ferdinando Vicentini Orgnani dice di essere stato stregato del libro di Fabio Marcotto da cui ha tratto un film per lui così viscerale: “Se un film finisce sempre per diventare, per chi lo progetta e lo realizza, qualcosa di molto personale, in questo caso il mio coinvolgimento, per diversi motivi, è ancora più forte. La mia famiglia produce vino dal 1946 e sono cresciuto in Friuli in mezzo a un grande vigneto. Ho ancora un ricordo preciso dei momenti che segnavano la mia vita di allora: dal letargo invernale della campagna, al risveglio della primavera, la potatura, il timore della grandine sempre in agguato, l’attenzione costante alle condizioni del tempo (ciò che fa la differenza per avere una buona annata)… fino alla grande festa della vendemmia con la condivisione di qualcosa di concreto e immediato come il raccolto. Dopo il terremoto del 1976 che ha devastato la regione, la mia vita ha preso un’altra direzione, ma l’interesse per quel mondo è sempre rimasto. Da diversi anni penso a una storia che graviti intorno al “mondo del vino”, non solo per mettere a frutto un vantaggio di conoscenza della materia che oggettivamente mi ritrovo ad avere, ma anche perché sono convinto che un film italiano sull’argomento potrebbe interessare un pubblico molto ampio anche fuori dai nostri confini. L’ispirazione del romanzo di Fabio Marcotto, con la sua radice un po’ “faustiana”, mi ha convinto subito e ha fornito una buona traccia da seguire, un’idea di base sulla quale lavorare. Il protagonista si trova a dover ripercorrere e spiegare le trasformazioni della sua vita attraverso la lente razionale di un’indagine di polizia. La storia si muove tra il noir e la commedia: una struttura circolare che forse può sembrare complicata, ma solo all’apparenza. L’intreccio della struttura narrativa è sempre legato al gioco della memoria e alla doppia lettura della realtà che il nostro protagonista si trova a verificare sulla sua pelle. Frammenti di vita che cambiamo di peso: cose apparentemente importanti si rivelano del tutto inutili, cose insignificanti acquistano invece un’importanza fondamentale. La cosa più complessa è stata certamente quella di reinventare un linguaggio che riproduca con altri mezzi il viaggio olfattivo nello spazio astratto che avviene nella mente di un esperto di vino, con la continua invenzione e la ricerca di una perfetta definizione che si trasforma non appena è stata enunciata… che sfugge sempre, perché il senso sta proprio in questa dinamica. Penso a un film che sorprenda e diverta per le vicende umane che andiamo ad esprimere, con stile elegante e curato, come lo è tutta la ritualità legata al mondo del vino, che possa raccontare al pubblico qualcosa di nuovo su un prodotto di consumo quotidiano per milioni di persone, svelandone il fascino e la mitologia, lontano dagli stereotipi e dalle imprecisioni che spesso il cinema ha usato avvicinandosi a questo tema”.

Giovanna-Mezzogiorno-Vino-dentroNel film, per Giovanni Cuttin tutto è cominciato con il primo sorso di vino della sua vita. Un “Marzemino”, un vino tipico della provincia di Trento, citato da Lorenzo Da Ponte nel suo libretto per il “Don Giovanni” di Mozart. Nell’istante in cui assapora quella goccia di nettare rossosangue Giovanni avverte una sorta di piacevole e misteriosa esplosione dei sensi, e da quel momento in poi la sua natura si trasforma. In tre soli anni, da timido impiegato di banca e marito fedele diventa direttore, tombeur de femmes e il più riverito e stimato esperto di vino in Italia. Proprio come gli aveva predetto l’enigmatico “Professore” che lo aveva convinto ad assaggiare il suo primo bicchiere di vino. L’unico evento che il “Professore”, con il suo accento straniero e i suoi penetranti occhi blu, non gli aveva predetto era che presto sarebbe stato accusato dell’omicidio di sua moglie Adele. Mentre viene messo sotto torchio dal commissario Sanfelice, Giovanni si trova a riflettere sugli ultimi tre anni della sua vita, dominati da un’unica e folle passione: il vino.