Piero Manzoni, artista.

Il documentario Piero Manzoni, Artista, andato in onda per la prima volta in esclusiva in Italia su Sky Arte HD (canali 120 e 400 di Sky) verrà proposto al pubblico del teatro San Carlo di Napoli, il 16 ottobre alle 23.00, in occasione della serata inaugurale dell’ARTECINEMA, il festival di film sull’arte contemporanea. Alla proiezione sarà presente il regista del film Andrea Bettinetti.

Il documentario che è stato inoltre inserito nel public program del Guggenheim Museum di New York, nell’ambito della mostra ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s-60s che inaugurata in questi giorni, verrà proiettato tra il 24 ottobre e il 4 novembre.

Piero_manzoni_autografoRealizzato attraverso testimonianze dirette di amici, familiari e artisti che l’hanno conosciuto e frequentato, vuole ricostruire la personalità dell’uomo, mostrare il suo percorso artistico attraverso le sue opere e i progetti incompiuti, ed esplorare il segreto della sua incredibile attualità, anche nelle parole di personalità contemporanee di fama internazionale e attraverso un esteso apparato documentario e audiovisivo. Tra i materiali inediti emersi in occasione delle ricerche, si segnala lo straordinario ritrovamento di filmati d’epoca che costituiscono rarissima testimonianza d’immagini registrate dell’artista in alcune tra le sue più note azioni creative, come le uova segnate dalla sua impronta digitale destinate alla Consumazione dell’arte o le persone firmate come Sculture viventi.

Autore di opere di estrema poesia, come la serie degli Achrome, che realizza durante tutta la sua carriera, di vere e proprie scintille di genialità come Linee e Corpi d’aria, e della impareggiabile Base del mondo, Manzoni è anche un intellettuale in continua ricerca: ideatore di “Azimuth”, rivista sperimentale che ospita artisti internazionali del calibro di Yves Klein, Heinz Mack, Otto Piene, Jean Tinguely, e della galleria Azimut, spazio espositivo autogestito che apre nel cuore della città di Milano. Nel 1961, realizza la sua opera più controversa, irriverente e caustica: Merda d’artista, divenuta una delle icone più note dell’arte del XX secolo, al centro d’infinite discussioni, ed eletta – alternativamente – a simbolo di tutto ciò che c’è di disprezzabile o di geniale nell’arte contemporanea.

Dotato di una personalità brillante e straripante, Piero Manzoni sembra aver vissuto la propria breve esistenza in una condizione di arte totale, dove la vita e le proprie opere si sono fuse in un’unica realtà.

“Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, c’è solo da vivere” (Piero Manzoni)

Seppur vissuto appena ventinove anni, Piero Manzoni è sicuramente uno dei grandi nomi dell’arte contemporanea mondiale. Nato a Soncino, in provincia di Cremona il 13 luglio 1933, di famiglia aristocratica, Manzoni cresce a Milano, dove frequenta gli studi classici presso i Gesuiti prima di iscriversi alla facoltà di Legge della Università Cattolica del Sacro Cuore. Da subito attratto dagli ambienti culturali che la famiglia frequenta, nel 1955 inizia a realizzare dipinti utilizzando l’impronta di oggetti d’uso quotidiano come chiodi, forbici e tenaglie, trattando la superficie della tela come luogo dove racchiudere la realtà.

Nel 1956 pubblica il primo dei molti manifesti che redigerà nella sua carriera: Per la scoperta di una zona di immagini. L’attività di pensiero e ragionamento sullo stato dell’arte è una costante nella carriera artistica di Manzoni, e l’anno successivo, in occasione di una mostra con Ettore Sordini e Angelo Verga alla galleria Pater di Milano, pubblica un nuovo manifesto: Per una pittura organica. Inizia la sua battaglia contro gli stili. Nello stesso anno è cofirmatario anche del manifesto Contro lo stile redatto dal Movimento Arte Nucleare, con il quale espone alla mostra presso la galleria San Fedele di Milano.

Nell’autunno del 1957 Manzoni inizia la realizzazione degli Achrome: quadri incolori, in cui la tela ricoperta prima da gesso e poi da caolino viene lasciata esiccare producendo variazioni nella superficie. Sono il prodotto di una ricerca che spinge a liberare l’energia interna del quadro piuttosto che l’alterazione della sua immagine grazie al colore. Gli Achrome si caratterizzano come l’elemento distintivo della produzione dell’artista che lo accompagna con continuità sino alla morte, spingendolo a confrontarsi con materiali sempre nuovi. Oltre alla tela, Manzoni nel corso del tempo utilizza ad esempio il cotone idrofilo, le fibre naturali e sintetiche, il polistirolo, addirittura il pane.

Nel 1959 avvia la realizzazione delle Linee, tratti d’inchiostro continuo che attraversano rotoli di carta per tutta la loro lunghezza: esposte alcune aperte, altre chiuse in scatole cilindriche nere, con etichette e dicitura che riporta lunghezza, mese e anno di creazione.

Di carattere esuberante e totalizzante, anima con la sua presenza anche la vita della Milano notturna. Nel 1959 fonda a Milano, con Enrico Castellani – con il quale stringe un rapporto di stretta amicizia – prima la rivista “Azimuth”, dedicata alla discussione e alla ricerca teorica (dove pubblica Libera dimensione, uno dei suoi testi fondamentali), poi la galleria Azimut, da subito uno degli spazi di produzione artistica più significativi nell’ambito delle ricerche d’avanguardia europea. Oltre ai numerosi scritti e le centinaia di lettere che spedisce in tutta Europa, ad artisti, galleristi e giornali, Manzoni non esita a recarsi di persona in Germania, Danimarca, Francia, per far conoscere le proprie opere e pensieri.

Nel 1960 realizza i Corpi d’aria, sculture pneumatiche (dei palloncini di gomma) dal diametro massimo di 80 cm, che oltre che dall’acquirente, a richiesta e a pagamento, possono essere gonfiati direttamente da Manzoni: in questo caso il corpo d’aria si trasforma in Fiato d’artista. Nell’estate del 1960 è invitato in Danimarca, grazie al mecenatismo di Aage Damgaard, un industriale tessile di Herning, a risiedere nella sua fabbrica e sperimentarne materiali e macchinari. Qui crea la sua linea più lunga (7200 metri), che sigilla in un cilindro di zinco e piombo, con l’intenzione di interrarla in un parco della città. Il 21 luglio 1960 presenta alla galleria Azimut il primo happening dell’arte italiana: Consumazione dell’arte, dinamica del pubblico, divorare l’arte. L’artista firma con l’impronta del pollice alcune uova sode, che vengono distribuite al pubblico e mangiate sul posto. Progetta di firmare corpi viventi come opere d’arte, rilasciando loro certificati di autenticità: nascono così nel 1961 le Sculture viventi.

Nel maggio 1961 inscatola e mette in vendita Merda d’artista, l’opera che nel bene e nel male lo rende conosciuto in tutto il mondo. Realizza poi ancora a Herning la Base del mondo: un parallelepipedo in ferro capovolto al suolo per eleggere il mondo intero ad opera d’arte.

Muore a causa di un infarto nel suo studio di via Fiori Chiari, a soli 29 anni, il 6 febbraio 1963. Alla radio Lucio Fontana lo saluta come una delle figure più importanti del panorama artistico internazionale, le cui invenzioni hanno aperto infinite porte per l’arte delle generazioni future.

I commenti sono chiusi.