Una soap opera per Roma.

“Aprire con ‘Soap Opera’ è il segno di una virata in maniera decisa di un festival verso l’essere sempre più Festa. Ed è il modo di riallacciarsi alla tradizione della commedia italiana. Questa è una commedia diversa dalle altre, così come sarà quella di chiusura di Ficarra e Picone ‘Andiamo a quel paese’, che mostra un’altra sfaccettatura della comicità italiana”. Questo l’esordio del direttore della nona edizione del Festival internazionale del Film di Roma (che presto tornerà a chiamarsi “Festa”) Marco Muller nel giorno di apertura con “Soap Opera” di Alessandro Genovesi. “Ci vuole una buona dose di coraggio aprire il film con una commedia”, commenta Giampaolo Letta di Medusa, che distribuirà il film in 450 copie a partire da giovedì 23 ottobre.

“Soap Opera” è una commedia elegante, una bomboniera. Sembra quasi un film in costume e richiama il teatro elisabettiano (il copione di Genovesi – che ha lavorato a teatro per 15 anni – è stato scritto per il palcoscenico, ma non è andato mai in scena, meglio si trattava di una miniserie teatrale in 4 puntate), ma è una pellicola – girata in 35 millimetri a Cinecittà – ambientata ai giorni nostri in una non meglio precisata località italiana.

In un palazzo – proprietà di uno dei due gemelli, Gianni e Mario (Ale e Franz), che ancora vestono uguali come quando erano piccoli – si sente uno sparo e tutti i condomini si ritrovano a vivere insieme le ore che precedono la fine dell’anno, tra vite che nascono, amori e l’ombra della morte. Fabio De Luigi interpreta Francesco, conteso tra le donne – Anna (Cristiana Capotondi), Patrizia (Caterina Guzzanti) e Francesca (Elisa Sednaoui) – ed il suo migliore amico Paolino (Ricky Memphis). Sua migliore amica è l’attrice di soap Alice (Chiara Francini), che ha il debole per l’uniforme, quindi anche per il maresciallo dei Carabinieri Gaetano Cavallo (Diego Abatantuono), che indaga sullo sparo.

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