Un sogno.

UnSogno1_FotoGiuliaGattereDal 26 al 30 novembre UN SOGNO, da A Midsummer Night’s Dream (Sogno di una notte di mezza estate) di William Shakespeare con la drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis, la regia di Paolo Bignamini, una produzione ScenAperta Altomilanese in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, CSBNO – Consorzio Sistema Bibliotecario Nord-Ovest e la Fondazione Collegio delle Università milanesi, ospite al Teatro Oscar di Milano.

Una riscrittura del testo shakespeariano che indaga il risvolto più disilluso e amaro delle relazioni amorose. Siamo nella testa di Lisandro, giovane innamorato di Ermia, amata anche da Demetrio, a sua volta corteggiato da Elena. Nel sogno, che presto si trasformerà in un incubo, Lisandro tradisce la sua amata con Elena, doppio o doppione di Ermia, giovane, intelligente, bella come lei, da qui prendono il via le vicende che coinvolgono i quattro ragazzi. Agli ordini di un Puck rivisitato in chiave romagnola, un Mazapegul che dirige un set di quart’ordine, due improbabili attori di b-movie interpretano tutti i ruoli del Sogno, aiutati da un muro e da una fata. Interpretano le scene d’amore, ora drammatiche, ora goffamente erotiche, attorno a un letto sgangherato composto da una sovrapposizione di materassi, che strizzano l’occhio alla fiaba de La principessa sul pisello ed esplicitano la stratificazione dei diversi piani della rappresentazione.

Nuvole di palloncini, piccole ali di fata, serpenti-giocattolo del dispettoso Mazapegul, suggeriscono un’atmosfera naïve, resa ruvida, però, dalla scelta di mantenere il teatro nudo e sporco. Solo i quattro innamorati, perno attorno a cui ruota la storia, saranno caratterizzati da colori più accesi.

UnSogno3_FotoGiuliaGattere“A teatro – afferma Paolo Bignamini -, il nostro corpo ascolta. Che tipo di parola, allora, giunge dal palcoscenico? Quale ascolto è implicato in tale esperienza? In A Midsummer Night’s Dream vanno in scena i sensi e le loro alterazioni: Mai occhio umano ha udito, né orecchio umano ha visto, né mano mai tastato, né lingua concepito, né cuore raccontato che diavolo di sogno è stato il mio (Bottom)”.

“In scena – sostiene Paolo Bignamini – tre attori al servizio di una riscrittura del testo shakespeariano che tenterà d’indagare la metateatralità estrema della drammaturgia: cosa resta del sogno al netto dell’inganno dei sensi? Una goffa rappresentazione tragica, che ci fa ridere di un riso amaro e definitivo”.

Lo spettacolo è nato da un progetto in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e si è costruito interfacciandosi costantemente con gli studenti durante laboratori a essi dedicati.

Lo spettacolo è inserito in un percorso scientifico che ha come fulcro un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo dal titolo: SENSI/TEATRO/FILOSOFIA. Strategie di comunicazione nei luoghi di cultura per educare e stimolare il pubblico giovane alla fruizione teatrale.

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