La magia di Woody Allen.


Presentato al 32esimo Torino Film Festival, arriva al cinema giovedì 4 dicembre il nuovo film di Woody Allen ambientato negli anni Venti con tanto di ‘You do something to me’ di Cole Porter come prologo.magic1Un film con protagonista la magia e i ‘maghi’. Ma non è la prima volta che Woody Allen racconta la magia nei suoi film: in “Scoop” lui stesso interpreta il mago The Great Splendini; ne “La maledizione dello Scorpione di Giada” c’è un ipnotizzatore e in “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” un indovino. Anche in “Zelig”, “La rosa purpurea del Cairo” e “Midnight in Paris” la magia s’intreccia nel filone narrativo come accade in “Magic in the Moonlight”.

La storia comincia con l’esibizione dell’illusionista cinese Wei Ling Soo, il più celebrato mago della sua epoca, il cui costume cela l’identità di Stanley Crawford, uno scorbutico e arrogante inglese che ha un’avversione sconfinata per i finti medium che dichiarano di essere in contatto con l’occulto. Smascherarli è una cosa che lo avvicina al grande Harry Houdini, ma con una fondamentale differenza: Houdini soffriva che ci fossero tanti ciarlatani in giro perché nutriva la speranza che ci fosse una vita nell’aldilà; Stanley Crawford, al contrario, rigetta apertamente la possibilità di qualunque vita nell’aldilà.

magicAll’antipatico Stanley Crawford, interpretato da Colin Firth invece riuscirà un’altra magia, ovvero quella di far innamorare la giovane veggente Sophie Baker che lui dovrebbe sbugiardare. In fondo, “la magia del film è l’amore”, come dice Emma Stone che la interpreta. “Credo – afferma, invece, Colin Firth – che questa sia la prima volta che vesto i panni di un personaggio veramente antipatico. Sono sicuro che il pubblico vorrà tirarmi una torta in faccia”.

Nel cast Simon McBurney che interpreta il vecchio amico di Stanley, Howard Burkan, mago anche lui ma non di egual fama; l’adorata zia Vanessa è invece Eileen Atkins e lo scettico psichiatra George è Jeremy Shamos, prima incredulo, poi sedotto anche lui dalla chiaroveggente.

Il film è ricco di colpi di scena e citazioni (molte quelle su Nietzsche) e alla fine, come capita nelle migliori commedie, tutto non è come sembra. L’unica, inspiegabile magia è l’amore. “Vedere qualcuno ed esserne istantaneamente attratti è una cosa inspiegabile. – ha spiegato Allen – Sono certo che fra un milione di anni e con l’aiuto dei computer si riuscirà a spiegare con un grafico matematico che succede, ma per adesso, e per il prossimo futuro, non abbiamo prove che ci sarà alcun cambiamento”.

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