Da Dorian Gray all’Oscar.

Col gusto per l’esplorazione di grandi romanzi e commedie dimenticate Annig Raimondi, come regista e attrice, porta in scena al Teatro Oscar l’opera di Oscar Wilde IL RITRATTO DI DORIAN GRAY: dal 30 gennaio al 15 febbraio con la presenza in scena anche di Maria Eugenia D’Aquino e Riccardo Magherini, la riflessione sul narcisismo e le catastrofi cui può portare.

DorianGray_DAquino_Raimondi_Magherini_FotoFulvioMichelazziDorian è un giovane bellissimo che fa della sua bellezza un culto narcisistico e insano. Quando Basil, pittore suo amico, gli regala il suo ritratto, ne è completamente sconvolto desiderando rimanere per sempre bello e giovane come il ritratto. Il suo voto viene esaudito e il ritratto non rappresenterà tanto il corpo, quanto l’anima e la progressiva corruzione della coscienza. L’esistenza di Dorian Gray diventerà sempre più degradata e il ritratto gli ricorderà la menzogna della sua vita, ponendogli davanti il suo vero volto, una maschera atroce. La disarmonia tra la vita che conduce, quei suoi piaceri così materiali, e la vita che sogna, può portare soltanto alla catastrofe.

“Quella di Dorian Gray – afferma Annig Raimondi – e del suo ritratto è una storia ambigua, fatta di mutazioni, delitti e magie. Dorian, giovane bellissimo, inizialmente ha un animo puro, ma avvelenato da un libro, si getterà nella ricerca del piacere e nella violazione di tutte le norme della morale comune, fino all’oscuro delirio finale. Cos’è l’Uomo senza la sua Anima e senza la sua Arte?”.

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